nuova opera – E' stato inaugurato il 26 maggio 2010 il complesso multifunzionale Central St Giles a Londra progettato da Renzo Piano Building Workshop.

Il recente complesso multifunzionale Central St Giles, che accoglie al suo interno uffici,109 appartamenti (di cui 53 di edilizia agevolata), unità commerciali e ristoranti, è il primo lavoro di Renzo Piano nel Regno Unito.È un intervento che ha avuto una lunga gestazione progettuale (con 2 esposizioni pubbliche) - per gli aspetti "urbanistici" e d'impatto ambientale che trattava - e un'articolata fase costruttiva. L'area, di circa 8.000 m2, di forma trapezoidale, occupata da una serie di edifici per uffici alti tra 7 e 9 piani, costruiti negli anni '50, è situata nella parte nord della città, nel quartiere di Camden, vicino ad uno dei landmark londinesi, il Centre Point di Richard Seifert, accanto alla New Oxford Street che conduce verso il centro.

L'intervento di St Giles rientra nella "logica" promossa, a partire dal 2004, dal "London Plan" del sindaco Ken Livingston, atta a liberalizzare i parametri edificatori d'occupazione del suolo pubblico favorendo, di fatto, una maggiore altezza degli edifici. Questo tentativo di portare Londra al ruolo di world city non combaciava, però, con concezioni urbanistiche di alcuni boroughs cittadini (circoscrizioni amministrative) restii a sconvolgere lo skyline dei loro quartieri. In questa specie di braccio di ferro, s'inserisce l'iter progettuale del complesso che, comunque, non può prescindere anche dall'esigenza di dover risanare una parte degradata della città, caratterizzata da situazioni di abbandono sociale (microcriminalità, prostituzione) e da una moltitudine di edifici,frammenti di epoche diverse,posizionati lungo strette vie medievali.

Il progetto si situa a metà strada tra le visioni di città verticale propagandate da Livingston e quelle "mimetiche" del borough di Camden, cercando, inoltre, di trovare, attraverso alcune scelte architettoniche, una soluzione al problema "sociale" della zona.
Una volta realizzato, il Central St Giles ha suscitato reazioni contrastanti: dallo "shocking", "arrogant", "too big", "too tall" al "colorfull", "jolly", "new vibrancy", "superb". Ciò appare giustificato, perché è sicuro che l'opera di Piano non può passare inosservata. Si tratta di un intervento coraggioso che cerca di ovviare con intelligenza alle esigenze "sociali" della zona, alle aspettative economiche dei promotori immobiliari e a quelle un po' discordanti degli amministratori pubblici londinesi.

Il progetto di RPBW è impostato su due importanti scelte  architettoniche: la ricostruzione dell'isolato (lasciandolo, comunque, "aperto") e l'utilizzo intenso del colore in facciata. L'area, svuotata dalle demolizioni, è occupata da due volumi autonomi, alti mediamente 10 piani, disposti intorno ad uno spazio libero centrale. La nuova piazza, con un grosso albero al centro, è attraversata da 5 passaggi pedonali che esaltano la permeabilità dell'intero complesso.La decisione di rendere trasparente il basamento, alto 6 m, arricchendolo con funzioni pubbliche (negozi, ristoranti, bar e lobby degli uffici sovrastanti), invoglia ad accedere alla corte centrale, dove avviene l'incrocio tra i numerosi pendolari,
residenti, visitatori occasionali e impiegati, determinando un utilizzo prettamente pubblico dell'isolato. Dei due volumi costruiti,uno, molto più grande, quello che circonda i tre lati della piazza, è adibito ad uffici, mentre il secondo (parallelo a Earnshaw Street) è destinato a residenze. Questa divisione funzionale, così netta, è stata imposta dai promotori immobiliari perché ritenuta  indispensabile per una più facile vendita degli spazi, mentre inizialmente era previsto un utilizzo "misto" dei due edifici. L'altro aspetto architettonico che caratterizza il complesso è senz'altro la componente cromatica in facciata; sono 6 i colori utilizzati: rosso, arancione, giallo, verde, grigio e grigio chiaro. Sopra il basamento trasparente, che segue una linea frastagliata, interrotta da piccoli interstizi, sono posizionate 22 facciate colorate, ognuna diversa dalle altre per altezza, base, disegno interno delle aperture e dei motivi decorativi, inclinazione rispetto al filo stradale. Il colore grigio chiaro distingue i 9 fronti interni sulla piazza, mentre i restanti (tranne uno in grigio scuro) sono stati realizzati con i colori accesi (rosso, giallo, arancione, verde). L'effetto complessivo è forte, anche se le singole facciate sono sapientemente separate da rientranze trasparenti e sormontate
da porzioni vetrate e da roof garden, cercando di attenuare, con l'aiuto della fascia di basamento, quest'impressione. In realtà, una certa luminosità intorno al manufatto della facciata ne accentua la sua bidimensionalità: come se davanti ad un organismo architettonico trasparente polimorfo (che segue i perimetri irregolari dell'isolato) di varie altezze fossero state appese 22 quinte colorate. Le facciate, assemblate con moduli di ceramica (terracotta) in un insieme altamente sofisticato composto da pezzi speciali realizzati in argilla seccata e cotta per ben due volte ad altissime temperature, sono state ancorate alla struttura retrostante, a sua volta appoggiata su esili colonne di colore grigio chiaro. Da ciò appare abbastanza evidente un certo disinteresse di Renzo Piano per questioni d'architettura giudicate troppo accademiche e formali, a favore di aspetti di natura sociale e urbanistica che, d'altro canto, sono stati risolti con brillantezza e vivacità creando un nuovo "cuore" colorato nel quartiere londinese.


scheda progetto

Committente: Legal & General con Mitsubishi Estate Corporation; Stanhope PLC

Progettista: Renzo Piano

Tempi progetto: 2002

Tempi di realizzazione: 2010