Alla periferia di Parigi un nuovo edificio destinato alle funzioni di controllo, amministrazione e deposito automezzi per l'Ente Autonomo di Controllo dei Trasporti Parigini

Foglie di luce

La conca di Arosa, località alpina a 1850 metri sul livello del mare, ospita una delle creazioni più recenti e significative di Mario Botta. Nel dicembre del 2006 è stata inaugurata una nuova struttura chiamata Berg Oase, ampliamento dello Tschuggen Grand Hotel, destinata ad accogliere il variegato panorama di funzioni che caratterizza una moderna spa: l'intervento è di dimensioni così generose (27'000 m3) che costituisce il più grande edificio del genere in Svizzera. La riuscita traduzione volumetrica del complesso programma funzionale costituisce una delle maggiori valenze del progetto: da un lato la gestione del rapporto con l'edificato esistente e con l'elemento naturale, dall'altro la creazione di spazi interni che trascendono la mera funzionalità.
La dialettica con il paesaggio montano è al tempo stesso discreta e decisa. Benché inserito integralmente nel profilo del pendio, l'intervento rifugge da un banale mimetismo denunciando la propria esistenza per mezzo di elementi emergenti ("foglie") che stabiliscono il tramite formale e sensoriale con la natura circostante. La trama della facciata allude al ritmo e alla geometria della foresta retrostante; al tempo stesso, nelle limpide giornate d'inverno, le "foglie", curvate e imbiancate, riflettono la neve e il ghiaccio dei picchi che contornano l'abitato. Intervento misurato, quindi, ma, come nelle migliori realizzazioni dell'architetto ticinese, questa opera è in grado, non solo di colloquiare con le preesistenze, ma anche di identificare un luogo con la sua sola presenza.
Alla vastità dell'ambiente esterno fa eco la continuità dello spazio interno: le facciate trasparenti dei lucernari e l'uso del vetro per gli elementi di separazione fra le aree permettono alla vista di spaziare liberamente. I fruitori del centro, pur nell'intimità richiesta dalle funzioni esercitate negli spazi interni, fanno esperienza del senso di infinito di cui la montagna è portatrice e che si manifesta pienamente con la qualità e l'intensità della sua luce che irrompe e si diffonde dalle aperture sulla copertura. Le stesse aperture diventano lanterne nelle ore notturne denunciando, con i delicati cromatismi conseguenti all'illuminazione artificiale e alle riflessioni sui bacini d'acqua, la rilassata ed esclusiva atmosfera dello spazio interno.
Il progetto si sviluppa su quattro livelli non completamente sovrapposti fra loro: la volontà di incidere il meno possibile sul territorio ha portato a ridurre il volume di scavo adeguando la disposizione degli spazi al declivio naturale del monte. Come si evince anche dalle sezioni di progetto, ciò ha permesso di mantenere una continuità visiva tra i livelli e di creare ambienti di altezze diverse e variabili riproponendo anche negli elementi costruttivi una sorta di dinamicità, che è manifesta nello scorrimento dell'acqua e nel mutare delle condizioni di luce. Gli accessi avvengono al piano terra per gli utenti esterni e al secondo piano, tramite un'aereo condotto vetrato per gli ospiti dell'Hotel Tschuggen. A entrambi i livelli sono presenti spazi di reception e accoglienza, spogliatoi, locali di servizio e per il personale. Le funzioni principali sono così suddivise tra i vari livelli per una superficie complessiva di 5000 m2: al piano terra la sala fitness, la palestra e il solarium; al primo piano gli spazi per il trattamento del corpo e le cabine di bellezza; al secondo piano il "mondo sauna" e l'area relax; al terzo piano il "mondo dell'acqua" con svariate tipologie di vasche. Sul lato ovest dell'edificio il pendio è terrazzato e ospita, esternamente le aree per il riposo, una sauna e una piscina. L'impiantistica ha richiesto la presenza di locali tecnici di notevoli dimensioni, collocati nelle viscere della montagna, in uno spazio a doppia altezza in corrispondenza del "mondo dell'acqua" del quarto livello.
Il fine ultimo di questo progetto sembra essere quello di garantire la fruizione, unitamente ai trattamenti per la cura del corpo, di un'esperienza emozionale che unisca il senso di raccoglimento e protezione con la percezione e la condivisione della forza degli elementi naturali. Fondamentali a questo proposito sono stati, oltre alla composizione del progetto, la scelta dei materiali e il loro impiego per garantire condizioni ambientali (igrotermiche, acustiche e luminose) adeguate allo svolgimento di tutte le funzioni previste. La pietra (granito di Domodossola) e il legno (acero canadese), materiali naturali per eccellenza, conferiscono e trasmettono solidità e quiete, ma, al contempo, vibrano quando la luce eccita la loro trama. Fanno da contrappunto il vetro e il cartongesso: con le loro superfici precise e planari, trasmettono, riflettono e miscelano le luci e i colori del mondo acquatico all'interno con quelli del mondo di roccia e del cielo all'esterno.

Vasche in conci di granito

La pietra naturale è sicuramente uno dei materiali dominanti nel centro wellness Berg Oase. La scelta del tipo di pietra è stata una convergenza di aspetti tecnico-estetici che ha portato a decidere per un granito italiano che presenta eccezionali proprietà di resistenza agli ambienti aggressivi delle piscine. Analoga prestazione ha dovuto garantire il sistema di fissaggio meccanico (acciaio inossidabile di classe speciale) che regge la facciata curva delle vasche del "mondo dell'acqua". La realizzazione di questa facciata ha richiesto la risoluzione di problemi esecutivi non banali. Poiché tutti i pezzi sono stati realizzati con lunghezze libere in modo da evitare l'allineamento della fuga verticale si è reso necessario il dimensionamento, il disegno e la numerazione di ogni singolo concio (unico per dimensioni) sia per la parete con finitura a spacco fuori dalla piscina (altezza 14 cm, spessore 8 cm), sia per la parete sotto il filo dell'acqua (spessore 3 cm). In questo ultimo caso le complicazioni sono state maggiori per la necessità di posa a filo di un profilo curvo di acciaio e per il tipo di finitura (pietra levigata) che richiede una precisione maggiore nell'accostamento dei pezzi.
La pavimentazione di fondo della vasca è del tipo levigato (altezza 14,9 cm, spessore 2 cm, lunghezza libera). Per dotare l'acqua della particolare tonalità di colore azzurro desiderata dal progettista le pietre destinate a essere posate all'interno delle vasche hanno subito un trattamento idrofobizzante speciale in grado di mantenere una colorazione chiara della pietra anche se immersa in acqua. Anche le pareti curve della sauna hanno subito tutte le procedure sopra descritte; mentre le saune, i bagni turchi, le stanze relax, le docce e le panche sono state realizzate con finitura levigata. Le superfici trattate con finitura levigata sono 5500 m2, le pareti con finitura a spacco coprono, invece, una superficie di 900 m2 per le pareti rettilinee e 200 m2 per le pareti curve.

Foglie che connotano il paesaggio

Elemento caratterizzante del progetto è senza dubbio la presenza dei lucernari: sono nove gli elementi, suddivisi in quattro tipologie differenti per forma e dimensione, ma che mantengono costante l'imposta di base triangolare. Caratteristica comune è la particolare conformazione a ogiva a forte sviluppo verticale (altezza variabile tra i 9 e i 12 m) che determina un orientamento prevalente della parte trasparente verso sud e si configurano come grandi captatori di luce naturale (in realtà alcune "foglie" hanno una sola facciata opaca; in questo caso le due parti trasparenti sono orientate a sud-est e sud-ovest). Dal punto di vista strutturale i lucernari sono elementi costituiti da un reticolo di acciaio, assemblato fuori opera e collocato in situ utilizzando un elitrasporto eccezionale (peso totale trasportato 40 t). Le chiusure, dovendo fronteggiare la rigidità del clima di Arosa, sono dotate di elevate proprietà isolanti e di alcuni accorgimenti per fronteggiare sia l'accumulo di neve all'esterno sia il rischio di condensa superficiale che inficerebbe il concetto di trasparenza interno-esterno. Nel dettaglio la parte opaca, rivestita esternamente con una lamina di zinco-titanio, è una chiusura leggera con 20 cm di isolamento termico; mentre il vetro è una vetrocamera isolante (U=1,1 Wm2/K) con un buon valore di trasmissione luminosa (ΔL=0,78). La presenza di elementi trasparenti così estesi al di sopra di aree pregiate poteva determinare, durante il periodo invernale, la caduta di correnti di aria fredda generando localmente situazioni di disagio. Una tubazione che corre in prossimità del telaio e che veicola un fluido caldo ovvia a tale problema inducendo, in prossimità del vetro, una corrente ascensionale e, al contempo, evitando la formazione di condensa sulla superficie del telaio. Con riferimento alla gestione del flusso luminoso si nota, in alcuni periodi dell'anno, il rischio di abbagliamento per i fruitori del wellness. Tale problematica è controllata con l'inserimento di due diversi dispositivi a seconda della tipologia degli elementi: tende a bande verticali sulla parte bassa della facciata, oppure elemento mobile costituito da due triangoli di alluminio perforato che, quando si presenta in posizione aperta, copre la base triangolare della "foglia" diffondendo la luce all'interno. Contro il rischio di surriscaldamento sono previsti serramenti apribili in sommità alla facciata.

Scheda tecnica

Luogo: Arosa, Svizzera

Committente: Tschuggen Grand Hotel, Arosa

Progettista: Mario Botta, Lugano

Partner: Gian Fanzun AG, Coira

Collaboratori: Studio Botta - Davide Macullo, Marco Strozzi, Carlo Falconi, Nicola Salvadé, Eleonora Castagnetta; Fanzun AG - Walter Vogel, Yves Hafen

Progetto strutture: Fanzun AG, Coira

Progetto acustico: IFEC Consulenze SA, Rivera Ticino

Progetto elettrico: Bühler + Scherler AG, Coira

Progetto impianti sanitari: Felix Marco, Coira

Impianti di riscaldamento e ventilazione: Hans Hermann, Coira

Progetto piscina: Schneider Aquatec AG, Staad

Progetto facciate: REBA Fassadentechnik AG, Coira

Progetto sauna: Klafs, Schwäbisch Hall

Geometra: Beck Lorenz, Langweis

Fotografo: Enrico Cano e Pino Musi

Tempi progetto: 2003

Tempi di realizzazione: 2006

Superficie costruita mq: 5300 m²

Volume costruito mc: 27.000 m³