nuove opere – Una stella appoggiata sul manto verde del pendio di una collina: è il nuovo centro culturale a Risskov.

Il nuovo centro culturale realizzato per la Indre Mission, una ramificazione della Chiesa evangelica danese, è stato fin dal principio soprannominato dai parrocchiani e dai frequentatori Stjernen (stella). Infatti, la particolare conformazione “celeste” delle sue coperture lo fa assomigliare ad una stella appoggiata sul manto verde del pendio di una delle colline di Risskov, un quartiere della zona nord di Aarhus, la maggiore città della penisola dello Jütland.
I progettisti sono i vincitori del concorso bandito nel 2006, all'epoca due gruppi di giovani architetti danesi, SLETH Modernism ed ET Architecture, che avevano in comune la sede (un antico mattatoio ristrutturato nel porto industriale della città) e che adesso, dopo essersi riuniti sotto un'unica sigla, SLETH Modernism, possono aggiungere al loro fresco curriculum quest'opera di Risskov, un poco inconsueta, ma sicuramente interessante ed audace.
Il programma richiesto era molto ricco e vario: una sala per la musica ed una per le conferenze, alcuni laboratori, una cucina, una caffetteria, alcuni “spazi” per le famiglie e le attività giovanili, alcune camere da letto, uffici; il tutto in 1.200 mq, in ambienti di massima flessibilità e versatilità funzionale. Per poter soddisfare le richieste avanzate, i progettisti hanno creato un organismo dicotomico: complesso, ma nello stesso tempo semplice; tradizionale, ma anche moderno; in certi punti imponente e solenne, in altri raccolto e intimo; con presenza di ambienti autonomi che, se serve, diventano interdisciplinari. Questo ha sicuramente contribuito - oltre ad offrire un'architettura fresca e giovane - al successo dell'edificio.
Il “resto” l'ha fatto il grande senso di comunità e di familiarità che emana da tutte le parti dell'opera realizzata (gli interni, i prospetti, le sistemazioni esterne).
L'idea progettuale di raggruppare in un'unica struttura, in un volume alto due piani, sotto un unico tetto, tante piccole case riunite intorno ad una piazza centrale, come se si trattasse di un piccolo insediamento rurale, ha rappresentato una validissima soluzione funzionale, ma non solo; infatti, è stata anche uno dei punti di forza su cui si basa l'intera costruzione.
La composizione planimetrica è di estrema chiarezza ed utilizza una geometria semplice ed elementare: un quadrato è suddiviso in nove quadrati corrispondenti a otto “case” raccolte intorno ad un patio centrale. Ognuno degli otto ambienti, destinato ad una determinata attività, è dotato di un proprio ingresso dall'esterno ed uno dall'atrio posto al centro. In questo modo, tutte le “case” possono interagire tra di loro o essere autonome a seconda delle necessità. Semplicemente aprendo o chiudendo porte-pareti scorrevoli, l'organismo può generare e albergare al suo interno un'infinità di funzioni. Comunque, è l'atrio centrale che rimane il punto focale, l'incrocio di tutte le “case”, il luogo di ritrovo della comunità di Risskov. Si tratta di un ambiente a doppia altezza, illuminato da ampi e rotondi lucernari posti sul tetto, che si può ingrandire fino ad accogliere 400 persone, se completamente aperto. Invece, il piano superiore dell'edificio è più raccolto e “privato”: qui si trovano alcune camere da letto che possono essere affittate, insieme ad un monolocale, ed altre stanze, progettate in origine come piccoli studi di psicologia.
Il disegno delle facciate esterne presenta la stessa rigorosa semplicità che caratterizza il resto dell'edificio.
Sono stati utilizzati solo due materiali: l'alluminio (telai delle aperture, il tetto) e il mattone rosso, spesso protagonista nella storia dell'architettura danese. L'idea generale di un edificio comunitario composto da diverse entità singole è resa manifesta dalla pianta delle coperture. Soltanto quella corrispondente al patio centrale è piana; vi si accede dal secondo piano per poter godere della vista del paesaggio che arriva fino al mare, riparati dai venti freddi dello Jütland grazie alla struttura degli altri 8 tetti. Quattro di loro, organizzati a due falde, hanno il timpano perpendicolare alla facciata sottostante - uno, addirittura molto più alto degli altri tre, funge da richiamo visivo per tutto il Centro -, mentre quelli corrispondenti alle attività posizionate negli angoli hanno la vetta nell'unione delle due facciate e convogliano le acque verso l'interno dell'edificio. La diversità delle singole coperture conferisce un aspetto versatile all'edificio, la cui sagoma varia a seconda del punto da cui lo si osservi e, da lontano, gli dà un'immagine particolare.
L'impressione “celestiale” del centro culturale è rinforzata dalla sistemazione esterna (13.000 m2 di terreno per campi da gioco, parcheggio, ecc.): la disposizione dei ciottoli nella pavimentazione, che circonda l'edificio, disegna un'unica grande ombra a forma di stella, quasi a voler ricordare simbolicamente l'origine comunitaria del complesso.


scheda progetto

Luogo: Risskov, Aarhus, Danimarca

Committente: Indre Mission Denmark

Progettista: SLETH Modernism, Rasmus Therkildsen, Søren Leth

Progetto strutture: Oluf Jørgensen a/s

Tempi progetto: 2006

Tempi di realizzazione: 2008

Superficie costruita mq: Jens Peter Engedal