La scultorea ascensione scalettata della torre, con i terrazzi verdi a varie quote, vista dall’alto

l tema della costruzione degli edifici alti, e delle torri in particolare, è sempre più attuale e portatore di un innegabile fascino. Si tratta di architetture complesse, sia dal punto di vista tecnico che del rapporto che esse instaurano con la città in cui sono costruite. Molti architetti subiscono e hanno subito la fascinazione delle torri e, chi tra di loro ha avuto l’occasione di veder trasformato in realtà almeno un proprio progetto di questo tipo, confermerà il ruolo cruciale che l’involucro vetrato ha nel successo o nell’insuccesso del risultato finale. La torre della società ChinaTrust di Taichung è il secondo edificio di questa tipologia che lo studio Benedetta Tagliabue - EMBT Architects realizza, dopo la nota Torre Mare Nostrum a Barcellona per società Gas Natural del 2007 (vedi Arketipo n. 13/2007). Da sempre affascinata dal tema delle torri e dall’Oriente, l’edificio per ChinaTrust approdò sui tavoli dello studio di Benedetta Tagliabue, come per una fortunata coincidenza, insieme al progetto di un’altra torre, per la società Vanke, oggi in costruzione e sita a Xiamen. L’opportunità di progettare, nello stesso momento, due torri per uffici, simili per programma funzionale e dimensioni, localizzate sulla mappa di quell’area di mondo, idealmente, una di fronte all’altra, ha fatto nascere una serie di riflessioni, idee, analogie e differenze, che hanno giovato a entrambi i progetti. Le due torri si trovano su terre diverse, vicine ma anche assai lontane, una in Cina continentale e l’altra a Taiwan, separate da un tratto di mare ma, forse ancora di più, da anni di conflitti e problemi. La dualità di questi due progetti la si può leggere nei molti modelli, collage e schizzi che sono stati prodotti in studio nelle prime fasi del progetto, che hanno portato a due torri che gli autori definiscono “sorelle”, simili, ma ciascuna con il suo carattere e la sua identità, figlie del contesto in cui sono costruite e del cliente che le ha commissionate.

L’edificio ChinaTrust nasce con la chiara volontà, manifestata sin dall’inizio da tutto il gruppo di lavoro, di realizzare una torre “umana”, “morbida”, in grado di instaurare un rapporto positivo con la città e con un aspetto “dolce e sottile”. Partendo dalla suggestione della storia della famiglia che gestisce questa società bancaria, e in particolare dalla singolarità del nome del fondatore, che si chiamava “albero”, è nato un dialogo tra progettisti e committenti che ritrovava proprio nelle forme delle piante verdi, quell’idea di organicità e “dolcezza” che si voleva perseguire. Seguendo questa intuizione, sono nati diversi modelli e collage di studio che, progressivamente hanno portato a ampliare il tema introducendo sempre più anche altri concetti cari ai futuri occupanti della torre, come ad esempio il legame tra individui, o temi antropomorfi, come le forme dei visi delle persone visibili in certi schizzi di studio sulle piante - conviene raccontare che il motto della società, che troneggia come insegna in cima alla torre, è “We are family”. Inoltre, sempre pensando al tema della famiglia, un’altra suggestione forte sono state le “torri umane”, le tradizionali castellar spagnole, che rimandano a temi come la fiducia nel prossimo o la forza che hanno i progetti che nascono dalla collaborazione tra più persone. L’edificio si è progressivamente evoluto partendo da questi temi e, nella sua versione realizzata, vede una facciata a nord molto solida, che accoglie gli spazi tecnici e di circolazione, a rappresentare un tronco solido e sicuro. A essa, fa da contraltare il volume e la facciata a sud, morbidi, fluidi e scalettati, che si assottigliano salendo verso il cielo regalando una serie di terrazze verdi a vari livelli. Le tante curve di questa facciata e la sua plasticità, aprono la torre alla città e la fanno dialogare con le tante torri che la circondano.

Come accadde sempre nelle opere di Benedetta Tagliabue - EMBT Architects, il trattamento dello spazio a terra è essenziale nella strategia progettuale e verte sulla presenza di aree verdi e aperte che annullano il con ne tra esterno e interno e fungono da catalizzatori per dar vita a tutto l’edificio. L’area a livello strada, anche in questo caso, diventa un ambiente “pubblico”, anche se in realtà è privato, a formare un paesaggio urbano che rende i pedoni protagonisti e li porta a muoversi liberamente nello spazio e a popolare “naturalmente” quel luogo. Il verde a terra, è poi ripreso dal verde in quota delle terrazze, a spostare l’idea di spazio piacevole, “pubblico” e di incontro, anche ai piani superiori degli uffici. A rafforzare il legame e il riferimento al mondo della natura, come è intuibile dalle foto dell’edificio finito, gli studi per il disegno e le tecnologie costruttive e realizzative per gli involucri “fitoformi” vetrati sono, come spesso accade nelle torri, l’aspetto che più ha impegnato i progettisti per giungere al risultato finale.

LA NATURA DISEGNATA SU VETRATE E SCHERMATURE
Lo studio degli involucri vetrati per gli uffici di ChinaTrust è stato uno degli aspetti più critici ed essenziali per il raggiungimento degli obiettivi progettuali. Il concept della torre vuole essere e nasce come una simbiosi tra la frammentazione e la ricomposizione di elementi naturali all’interno di un edificio costruito. Dall’immagine iniziale di una foresta, si voleva che la torre si trasformasse, con una densità verticale che, progressivamente, si assottigliasse per tendere a smaterializzarsi sempre più verso il cielo. Per rendere questa idea, per le facciate a sud, est e ovest, si è scelto di individuare fasce orizzontali, alte più piani, che corrispondono alle scalettature della torre e, man mano che si sale in quota, gli involucri vetrati in corrispondenza di tali fasce si “alleggeriscono” visivamente e fisicamente, fino a essere assenti nella sommità della torre, lasciando a vista la trama della struttura portante. Partendo dal disegno del cipresso di Monterrey, i progettisti hanno progressivamente individuato e disegnato un pattern, che ricorda gli stomi di una foglia, che è stato riprodotto con tecniche diverse sulle facciate. In particolare, hanno optato per due tipologie di facciata vetrata, entrambe realizzate a cellule.
Ai primi piani, l’involucro prevede vetri trasparenti, schermati da grandi pale verticali di acciaio bianco, inclinate di 30° verso destra o verso sinistra, tagliate in facciata a lunghezze diverse in modo da riprodurre il pattern “naturale” scelto. Il medesimo pattern, è riprodotto, sempre a grande scala, anche nella seconda tipologia di involucro vetrato, utilizzato per i piani superiori. In questo caso il vetro, in certe porzioni, non è trasparente ma vede un trattamento superficiale leggermente opacizzante a riprodurre il disegno voluto in facciata. A sottolineare ulteriormente i confini tra le parti trasparenti e quelle semitrasparenti, sono presenti delle barre leggermente a sbalzo in alluminio, a ispessire i montanti di facciata delle cellule, rafforzando così il disegno complessivo.

Scheda progetto
Progettisti: Benedetta Tagliabue - EMBT Architects
Committente: Chinatrust Bank
Data di esecuzione: 2012 - 2018
Superficie totale: 29.700 m2
Project leader: Karl Unglaub
Collaboratori: Stefan Geenen, Pey Lung, Ana Maria Candeias Manteigas
Gruppo di progetto: Ramón Gómez Ruiz, Marta Izcue, Claudia Chirianni, Borja Santurino, Elías Sancho de Agustín, Jon Handzo, Kye Killian, Lorenzo Cecchi, Sajed Golafshani, Gabriele Rotelli, Miguel de los Mozos, Maria Lujan Tripoli, Camilo Iregui, Jahir Calderon, Marta Bou Colominas, Anna Marcassoli, Dean Van Der Vord, Pedro del Corral Sánchez, Ilaria Egidi
Ingegneria: U. Tech
Photos: Yu Chen Tsao