Cini Boeri
Conversazione con Cini Boeri
a cura di Davide Vargas


DV A proposito di ruote, lei le ha usate spesso, che significato hanno per lei?
CB Adesso me le hanno copiate tutti, non c'è più nulla che non abbia ruote...
(siamo seduti su poltroncine Folio del 1980 con le ruote)
...non mi piace la staticità, amo il movimento, la flessibilità, la possibilità di cambiamento.
Le ruote contribuiscono a tutto ciò.
Progettare il nuovo non solo salva dalla noia ed inutilità di riproporre l'ennesima forma dello stesso oggetto, ma può essere coerente ai continui mutamenti della vita.
Spero sempre che si migliori.
Nella stessa trasmissione citata prima, Piano ha detto: "noi architetti dovremmo lavorare per cambiare il mondo", io direi: per migliorare il mondo" è troppo pretendere di cambiarlo...
DV Ora cosa sta progettando?
CB Da quattro anni stiamo lavorando sul progetto di un  Museo interrato lungo le fondazioni del Duomo di Monza.
 ( Cini Boeri indica un plastico in cartoncino sul tavolo )
E' un progetto, molto interessante, ricco e difficile, che richiede molta attenzione. E' terminata l'architettura interna, stiamo ora preparando l'esposizione.
Poi due sopralzi a Milano, e la trasformazione di una grande villa in Liguria,  con uno stupendo giardino progettato da Porcinai.
C'è sempre qualcosa di interessante in ogni lavoro...
DV Ci sono architetti che le interessano?
CB Tra i viventi? Si certo. Alvaro Siza mi interessa più di altri. La sua semplicità, il suo rigore, la sua eleganza sono esemplari.
Renzo Piano, Riva, De Lucchi ed altri. Ho conosciuto Koolhaas,  Herzog e De Meuron. Di questi ultimi ho visto a Basilea una mostra che esponeva molte maquette dei loro progetti.
Debbo dire che ogni progetto era frutto di una ricerca sia volumetrica che materica molto interessante, e sempre relativa al contesto in cui erano inseriti.
Insieme a Koolhaas ho visitato la villa da lui progettata in una collina sopra Bordeaux, esempio di un'attenzione e di una sensibilità umana notevoli..
Studiata in tutti i suoi particolari per aiutare la vita di un signore costretto a muoversi solo in carrozzella, per un incidente accadutogli.
La soletta del suo studio, un locale normale, si alzava come un ascensore lungo le quattro pareti di libri, comandata da lui, così da permettergli di consultare o prendere il libro ove gli era necessario...