nuove opere – LIN - Città del Design - SaintÉtienne

Ci sono luoghi per definire i quali occorre ricorrere ad un ossimoro. Sono centrali e allo stesso tempo marginali, sono nascosti, e però presenti. Sono incardinati nel tessuto sociale, non soltanto urbano, di una città. Ma sono anche così separati, inaccessibili, persino a volte misteriosi, da essere alla fine dimenticati, da divenire un vuoto. Un vuoto di città, un vuoto di memoria. Sono così, quasi sempre, le vecchie aree industriali dismesse. Hanno preservato qualcosa che non serve più all'uso originario. Sono state dimenticate, ma mai del tutto perché hanno il
privilegio di essere parte integrante della trama storica della città. E la città, riscoprendole, riappropriandosene, può finalmente sciogliere l'ossimoro originario, risolvere la contraddizione che le ha segnate facendole diventare simbolo della deindustrializzazione come occasione di una rinascita e non di una crisi. Nuovi usi possono riportare in vita questi luoghi cancellati dalla memoria collettiva. Possono farli divenire catalizzatori sociali.

La Cité du Design da poco inaugurata a SaintÉtienne, in Francia, rappresenta il primo stadio di un più ampio progetto di ridisegno urbano che coinvolge l'area per decenni off limits dove
un tempo si trovava la Manufacture d'Armes, la fabbrica delle armi da fuoco risalente al XIII secolo.
Per decidere questa sistemazione è stato bandito un concorso internazionale, terminato nel 2004, al quale hanno partecipato OMA, Francis Soler, Odile Decq e Norman Foster, Steven Holl, Rudy Ricciotti, Didier Faustino e LIN (Finn Geipel e Giulia Andi), lo studio vincitore della competizione.

Gli elementi essenziali del progetto consistono nella riconfigurazione della Place d'Armes, la grande piazza pubblica che costituisce l'ingresso all'insieme; nel recupero e nella ristrutturazione di alcuni degli edifici della vecchia fabbrica; e nella realizzazione di due nuove costruzioni: un volume compatto, il Platine, inserito simmetricamente tra le costruzioni esistenti davanti all'accesso principale, che con la sua tecnologia innovativa, cambia completamente di segno l'identità del complesso (non più sito
abbandonato di archeologia industriale, ma luogo vivo, contemporaneo, di incontro; dove viene messo in mostra il pensiero, cioè la creatività; luogo dedicato alla ricerca, alla formazione e alla diffusione in materia di design) e una Torre Osservatorio alta 31m che infrangendo la simmetria della composizione dell'impianto, diventa segnale dell'innovazione.
Alla piattaforma panoramica della torre in acciaio si accede con un ascensore o tramite due serie opposte di scale che corrono aperte all'interno di un telaio metallico di memoria costruttivista.
I profilati sono collegati da nodi a forma di stella che - come osserva LIN - filtrano il campo visivo aperto verso il panorama circostante.
L'elemento principale della nuova configurazione è il Platine, un edificio sorprendentemente semplice e complesso allo stesso tempo: un parallelepipedo stretto e lungo, sperimentale e flessibile.
Ciò che lo caratterizza, anche come design, è il rivestimento; variegato, "sensibile", mutevole come gli spazi a tutta altezza che avvolge: due vasti ambienti espositivi, un auditorium, tre salette
per seminari, una piazza interna - l'Agorà - che ingloba gli elementi cilindrici di bar, boutique e showroom, un ristorante, infine una serra.
Nel Platine lo spazio è unitario, senza appoggi intermedi (193,20x31,20m) ed è suddiviso in 5 sezioni indipendenti collegate da giunti di dilatazione. È uniforme nell'impianto e nell'immagine. Ma è allo stesso tempo versatile, cangiante, attivo, grazie ad una serie di soluzioni tecnologiche innovative - utilizzate per regolare
le temperature dei diversi ambienti - che si propongono di renderlo autosufficiente in termini energetici.

La successione delle diverse aree all'interno del volume è caratterizzata da filtri divisori che garantiscono protezione acustica e autonomia climatica di ogni zona. L'impianto di condizionamento è stato ideato appositamente per sfruttare i differenti usi dell'edificio. Un sistema di pannelli solari è perfettamente integrato nel design del progetto. Mentre la serra fornisce aria preriscaldata agli ambienti limitrofi, in modo da ridurre al minimo il consumo energetico.

Per quanto riguarda la costruzione, una sequenza di portali piani, reticolari e incernierati alla base, disposti a interasse di 2,10m e con luce libera di 31,20m, collegati e controventati da una fitta trama triangolare di correnti, costituisce la struttura portante della copertura e delle pareti laterali che, nell'insieme, sono racchiuse da un involucro realizzato da pannelli a forma di triangolo inseriti nel reticolo. La copertura è leggermente curvata nelle due direzioni, l'altezza varia da 5,1 a 6,6m.
Il rivestimento e costituito da 14.000 triangoli equilateri di diversi materiali che aiutano a controllare luce, temperatura e flussi dell'aria, in base alle condizioni ambientali. Questo vero e proprio laboratorio "interclimatico", questa superficie high-tech - flessibile e reattiva, che si alterna in opacità e trasparenze, aperture e chiusure - è capace di adattarsi (rispetto alle diverse condizioni ambientali esterne) alle attività che si svolgono all'interno, per regolare
luce, temperatura e flussi dell'aria. I triangoli di 1,20m di lato, sono strategicamente disposti nella struttura reticolare. Alcuni possono essere apribili, persino intercambiabili; e come le scaglie della pelle di un serpente, si colorano in maniera diversa. Sono in alluminio o in vetro; e la loro  configurazione va da quelli dorati (translucidi
a maglia metallica), a quelli color ocra (con lamelle brise-soleil integrate, che a loro volta possono essere fisse o mobili), da quelli grigio blu (fotovoltaici), a quelli grigi (isolanti), a quelli sperimentali colore verde scuro (con fitoplancton per la fotosintesi artificiale).


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Abaco dei pannelli.pdf

scheda progetto

Luogo: SaintÉtienne, Francia

Committente: SaintÉtienne Metropole con l'assistenza della Comunità Europea, del Governo Nazionale e del Dipartimento della Regione della Loira

Progettista: Lin Fin Geipel e Giulia Andi

Collaboratori: Stefan Jeske, Philip König

Progetto strutture: Frederique Binvignat e Christian Desquiens, Betom Ingenierie

Fotografo: Jan-Oliver Kunze, Artefactory, François Maisonnasse, christian Richters, Jan-Oliver Kunze, Judith Stichtenoth, Francois Maisonnasse, Muriel Poncet, Marielle Gilibertm Heiko Walth

Tempi progetto: 2004

Tempi di realizzazione: 2006/2009

Superficie costruita mq: 64 000