Spazi polifunzionali – Nella bella struttura dell’ex mattatoio di Testaccio, emblema dell’archeologia industriale a Roma, alla ghisa, ferro, laterizi di fine ottocento, si innestano acciaio, alluminio e vetro, per dar vita a un recupero architettonico efficace, sia dal punto di vista visivo che funzionale.

L'ex mattatoio Testaccio, emblema dell'archeologia industriale a Roma, oltre a ospitare le aule della Facoltà di Architettura e la seconda sede del museo di arte contemporanea MACRO, ospita dal settembre 2007, sul lato di via del Campo Boario, anche la sede permanente della Città dell'altra economia.
Questo nuovo luogo, un laboratorio avanzato di pratiche attente alla sostenibilità, si presenta con 12 distinte aree dedicate all'agricoltura biologica, al commercio equo e solidale, alla finanza etica, alle energie rinnovabili, alla comunicazione aperta, al turismo responsabile, al riuso e al riciclo.

Il vecchio mattatoio sito tra il Monte dei Cocci e il Tevere, è un raro esempio romano di impianto produttivo in ghisa e ferro. Realizzato tra il 1888 e il 1891 il complesso è chiuso da un recinto che lo separa dalla città. All'interno del cortile, un lungo portico con le belle colonnine si distende in uno spazio organizzato da Gioacchino Ersoch, progettista del complesso, secondo la “logica industriale” di fine ottocento. In questo contesto storico vincolato, l'operazione di recupero ha messo in atto interventi innovativi seguendo, fin dove era possibile, gli stessi criteri di Ersoch.

L'idea progettuale per accogliere le nuove attività della Città dell'altra economia è stata quella di “involucrare” lo spazio tra il portico e le pensiline, inserendo una nuova struttura in acciaio e vetro, indipendente, ma fortemente integrata con l'esistente. Così sono nati 3.500 nuovi metri quadrati coperti, al posto delle semplici tettoie. Alla costruzione delle nuove strutture si è affiancato un delicato lavoro di restauro dell'edificio delle Pese e del portico adiacente. Per la ghisa è stato utilizzato il brevetto inglese Metalock, mentre per il restauro delle parti in ferro si è provveduto alla sostituzione di quelle degradate con pezzi nuovi della stessa fattura.

Le nuove strutture, smontabili e staticamente indipendenti dalle vecchie, sono antisismiche, prefabbricate e pre-assemblate in officina. Il progetto utilizza inoltre materiali ecocompatibili e nuove tecnologie per il risparmio energetico, come: i 170 pannelli fotovoltaici; la protezione del fronte vetrato dalle radiazioni solari dirette; l'analisi dei flussi dell'aria naturale; guidati dalle aperture frontali disposte nella zona d'ombra e dalle aperture alla sommità dei lucernari; la schermatura dei grandi lucernari.

La riqualificazione del complesso del mattatoio di Testaccio, a opera del progettista Luciano Cupelloni, ha ricevuto il prestigioso premio europeo per la conservazione del patrimonio culturale “Europa Nostra 2009”.

scheda studio

Studio: LCA - Luciano Cupelloni Architettura

Indirizzo: via del Cardello, 15

Città: Roma

Telefono: 06 4825413

e-mail: studio@lc-architettura.com

www: www.lc-architettura.com