Il Centro Civico Cristalleries Planell progettato dallo studio spagnolo Harquitectes occupa un lotto nel quartiere produttivo di Les Corts di Barcellona che, con la sua difficile forma triangolare, si distingue dalla maglia ortogonale ottocentesca del resto della città. Si tratta di un interessante intervento di recupero della preesistente omonima fabbrica di cristallerie artistiche Planell costruita nel 1913 dall’architetto Josep Graner i Prat e vincolata dalla soprintendenza nelle due facciate, verso Carrer d’Anglesola e Carrer Dr. Ibànez, espressione del modernismo catalano. L’edificio originario in mattoni si sviluppava su due piani occupando l’intero lotto triangolare. Scandito da lesene con capitelli decorati e ampie finestre ad arco, fu abbandonato nel 1957 e negli anni successivi le aperture furono maldestramente tamponate per ragioni di sicurezza. Le murature lasciate “mute” in balia dell’aggressione degli agenti naturali restarono tali fino a quando l’amministrazione comunale decise il recupero di questo importante esempio di archeologia industriale, memoria di un fecondo passato industriale. Nel 1925 proprio le Cristallerie furono teatro di un importante evento “lo sciopero dei bambini”, che vide i giovani lavoratori rivoltarsi contro lo sfruttamento a cui erano sottoposti. Intenzione dell’amministrazione comunale con il recupero era conservare l’importante traccia di archeologia industriale e allo stesso tempo rivitalizzarla grazie alla funzione civica. Il programma funzionale prevede infatti la creazione di un centro per servizi socio-educativi. Il centro civico si sviluppa su quattro livelli in un fabbricato di nuova costruzione realizzato in mattoni entro i limiti dei due fronti vincolati (caratterizzati dalla serialità delle aperture ad arco e da un coronamento aggettante) e di uno di nuova costruzione, che definisce il limite del lotto triangolare.

Il nuovo corpo si arretra dalle facciate vincolate di uno spazio sufficiente a individuare due atrii che fungono da spazi intermedi tra esterno e interno. Il volume risultante è una risposta alla rigida geometria triangolare del lotto ma anche alle necessità funzionali legate alla nuova destinazione d’uso. Compositivamente filtri di “riconciliazione” tra nuovo e preesistente, i due atrii (triangolare a nord, all’angolo tra Carrer Dr. Ibanez e Carrer d’Europa, e più allungato a sud in corrispondenza della facciata principale posta sotto tutela) illuminati zenitalmente svolgono un ruolo fondamentale nel funzionamento microclimatico dell’edificio, ottimizzando luce e ventilazione naturale, oltre a svolgere il ruolo di barriera acustica con l’intorno. A queste funzioni contribuisce l’articolata copertura che ospita quattro imponenti camini di ventilazione. Le sezioni longitudinali e trasversali mostrano il funzionamento di questi dispositivi che insieme agli atrii permettono di limitare i consumi energetici ottimizzando funzionamento invernale ed estivo dell’edificio. La ventilazione incrociata tra i cortili, esclusa per ragioni legate al programma funzionale e alla necessità di evitare rumori contrastanti, è garantita dalla ventilazione attivata dai camini solari. L’edificio dà a ogni “striscia” di spazio d’uso parallela alla facciata su Carrer d’Anglesola (le aule, la fascia di distribuzione e servizi, gli uffici) una lunga pausa strutturale dove l’aria circola verticalmente in apposite intercapedini, “tirata verso l’alto” nei camini solari dalla potenza del sole. I camini solari danno una silhouette e una materialità giocata sulla trasparenza che si distingue dal resto dell’edificio. A esclusione dei camini, le nuove addizioni sono costruite con la stessa materia e tecnica dell’esistente e poste di fatto sullo stesso piano. L’uso del mattone a vista nelle parti di nuova costruzione esalta “integrando” e non “sacralizzando” l’esistente. La sopraelevazione in mattoni di vetro dello stesso formato del laterizio è un richiamo alla memoria della vecchia Cristelleria Planell che introduce una superficie trasparente senza negare la solida materialità della parete esterna. Le facciate in vetrocemento migliorano le condizioni di illuminamento delle corti, permettono alla luce di entrare più generosa nel patio a nord e di far funzionare il patio a sud come un captatore di calore.

L’efficienza energetica dell’edificio è ottenuta principalmente per mezzo di strategie passive: ottimizzazione di luce e ventilazione naturale e attivazione dell’inerzia termica delle murature portanti in mattoni pieni. Per raggiungere i livelli di comfort imposti dalla normativa vigente in termini di contenimento dei consumi energetici è utilizzato un impianto geotermico di produzione del calore e del raffrescamento. L’edificio nel suo complesso ha un consumo energetico di soli 30 KW, circa un terzo di un edificio tipo di riferimento, della stessa dimensione e funzione. L’impianto genera energia elettrica con pannelli solari flessibili integrati nei camini solari. Lo strato assorbente del camino solare è un film di colore nero che deve acquisire alte temperature per produrre il movimento dell’aria. Durante la costruzione sono stati fatti diversi test per confermare che le cellule fotovoltaiche mantenessero la temperatura richiesta nelle simulazioni dello strato assorbente, quindi, negli orientamenti più ottimali dei camini, sono stati installati 12 m2 di pannelli solari flessibili (3 KWp) in modo che, senza ridurre la potenza del camino, producano elettricità in autoconsumo. Non esiste condizionamento artificiale dell’aria e per consentire le condizioni di comfort, in particolare estivo, attraverso la ventilazione naturale è necessario controllare intenzionalmente il movimento dell’aria. In inverno il movimento (controllato da sensori di CO2) è minimo per ridurre i carichi derivanti dall’uso degli equipaggianti interni alle aule e garantire adeguati ricambi d’aria. In estate la ventilazione è attivata per differenza di temperatura e in quantità sufficiente per eliminare i carichi termici interni ed evitare il surriscaldamento. L’aria è movimentata dal “motore naturale” dei quattro camini solari che funzionano al contempo da copertura del centro civico.

DISPOSITIVI BIOCLIMATICI
Il centro civico Cristalleries Planell recupera l’omonimo edificio di archeologia industriale conservando le facciate vincolate, memoria del modernismo catalano, e occupando interamente il difficile lotto triangolare sul quale insiste. La scelta di creare una doppia facciata, la nuova parallela a quella antica, attraverso l’arretramento di circa 2 m dei nuovi volumi costruiti, permette di conservare nella loro integrità gli alzati monumentali di mattoni e pietra e di creare al contempo due atrii che funzionano da spazio di transizione tra l’interno e la città. L’edificio diventa così parte intrinseca del paesaggio urbano nonostante i vincoli della forma triangolare e della tutela dei due fronti storici. I due atrii che funzionano da filtro termico e acustico con l’intorno insieme ai camini solari della copertura sostituiscono la tradizionale ventilazione incrociata (utile solo in presenza di vento moderato) con una ventilazione attivata per convenzione naturale che non dipende dal regime del vento ed è stabile e controllata. In inverno il dispositivo composto dai due atrii e dai quattro camini solari piramidali permette di controllare le dispersioni termiche di calore dovute alla ventilazione naturale, riscattare il carico interno accumulato grazie all’inerzia della struttura muraria e far circolare nelle aule e negli uffici l’aria fresca preriscaldata dall’atrio vetrato sud. In estate, il calore è dissipato spostando il maggior volume d’aria possibile, la circolazione dell’aria naturale è attivata dai camini solari (che risucchiano nei cavedi delle pareti di nuova costruzione l’aria di nuovo apporto), ed enfatizzata dall’effetto Venturi attivato dalle parti terminali dei camini. I camini solari grazie alla loro costituzione (un layer di ETFE e una membrana interna in PVC separati da una intercapedine) e alla geometria piramidale (studiata per assecondare il movimento del sole nel corso della giornata) garantiscono tre sistemi naturali di ventilazione: l’effetto camino prodotto dalla differenza di altezza con lo spazio interno, l’effetto Venturi attivato dalla parte terminale del camino che garantisce la ventilazione notturna e, infine, l’effetto serra prodotto sovrapponendo lo strato trasparente in ETFE a un film colorato di scuro che integra un sistema fotovoltaico formato da 12 mq di pannelli solari flessibili di 3 KWp necessari all’autoconsumo.

Scheda progetto
Committente: Ajutament de Barcelona (BIMSA)
Anno progetto: 2012-2014
Anno di costruzione: 2014-2016
Area costruita: 1.694 mq
Design architects: Harquitectes (David Lorente, Josep Ricart, Xavier Ros, Roger Tudó)
Architectural team: Blai Cabrero Bosch, Montse Fornés Guàrdia, Toni Jiménez Anglès, Berta Romeo, Carla Piñol, Xavier Mallorquí, Andrei Mihalache
Environmental consulting: ARS Project
Structure: DSM arquitectes
Engineering: TDI Enginyers
3D visualization: Play-Time
Cooling / heating requirements: 18 KWh/m2a / 20 KWh/mqa
Awards: Arquitectura DPA 2019, AADIPA 2019 - Finalist, Detail Prize 2018, XII Premios NAN, Arquitectura de Ladrillo Hispalyt XIV - Ex aequo, Mapei a la edificación sostenible 2017, BB Construmat 2017, Selection Premis FAD 201’, Premis Ciutat Barcelona 2016 - Special Mention
Photos: Adrià Goula

Recupero, Arketipo 149, 2021