Proporre un'architettura inclusiva, aperta alle contaminazioni e al contesto: è stato questo l'obiettivo perseguito dallo studio orizzontale per il progetto CivicoCivico di Riesi, piccola città nella Sicilia centrale, in provincia di Caltanissetta.
Tutto è partito dallo storico Villaggio Monte degli Ulivi, voluto negli anni Sessanta da Tullio Vinay, pastore valdese e motore del centro Servizio Cristiano, e da Leonardo Ricci. Si trattava di uno spazio pensato per dare supporto educativo, culturale e sociale alle fasce più deboli di quest'area della Sicilia.
Ed è dunque dalle ceneri di questo progetto che è nato il Laboratorio Umano di Rigenerazione Territoriale, una scuola estiva internazionale che ha concentrato qui le proprie attività per recuperare un immobile confiscato alla mafia. Si tratta di una palazzina di tre piani costruita negli anni Ottanta, nel passato casa di un boss di Riesi, e poi lasciata decadere e deteriorarsi nel tempo.  "Il Laboratorio, parlallelamente all'azione di recupero fisico dell'immobile, propone una riflessione sull'abbandono dei borghi storici nelle aree interne del paese, che oggi vivono una condizione di emarginazione e mancanza di opportunità. Il tema ha un forte carattere simbolico e rappresenta un particolare punto di vista nel rapporto fra memoria e rigenerazione, qui interpretato come rimozione e speranza di un riscatto sociale e culturale", approfondiscono dallo studio di architettura.

Il nome dello spazio rinnovato è CivicoCivico, termine ispirato dal dialetto siciliano che raddoppia avverbi e aggettivi per rafforzare un concetto, e il percorso progettuale ha preso avvio dal piano terra dell'edificio, trasformato in modo da essere aperto e disponibile verso l'uso pubblico, sottolineandone la connessione con la strada, e dagli interni sullo stesso livello, pensati oggi come spazi flessibili e adatti a diversi usi.
Aperto tutti i giorni per i bambini e i ragazzi di Riesi, anche come tentativo di lotta contro la dispersione scolastica e le disuguaglianze sociali, CivicoCivico è il risultato della collaborazione dei progettisti con le maestranze locali, gli abitanti della cittadina e i giovani professionisti siciliani. "Il cantiere non è più un luogo esclusivo per gli addetti ai lavori, ma diviene un momento di creazione corale, di apprendimento e di incontro: la realizzazione di un bene comune diviene volano per la condivisione di esperienze, la costruzione di reti sociali e la diffusione di un senso di appartenenza ai luoghi".

Dal punto di vista architettonico, il progetto ha voluto eliminare le partizioni interne, per rendere gli ambienti più aperti e capienti, pur mantenendo le tracce delle demolizioni, per lasciare visibile il segno della trasformazione. Gli infissi sono stati sostituiti a favore di elementi in grado di incrementare l'apporto di luce naturale e una porta è stata sostituita da una soluzione interamente vetrata. Anche la vecchia saracinesca sul garage è stata sostituita, a favore di un infisso in ferro che richiama il disegno tipico delle serrature del luogo.
Parte dell'intervento anche la pedonalizzazione della via su cui affaccia l'edificio, ora chiamata 'strada blu', diventata un grande spazio gioco a cielo aperto: "linee bianche curve e rette compongono giochi di strada e suggeriscono usi possibili". A completare il progetto, l'inserimento di arredi a scala urbana, tanto negli esterni quanto negli interni, da usare come sedute, giochi, spalti o dissuasori per le automobili.

"L’obiettivo che ci prefiggiamo è lo sviluppo di una comunità informata, costituita da persone autonome, indipendenti, che con impegno civico e responsabilità personale siano in grado di gestire la propria vita in una società basata sul rispetto reciproco e la libertà di poter scegliere tra più alternative", sottolineano gli organizzatori di LURT 2020. Si punta, "attraverso la scuola, a iniziare a rispondere alle urgenze del territorio, elaborando due fasi, una immediata e una a medio-lungo termine. La prima fase consiste nell’attivare una serie di corsi di formazione legati ai temi dell’agricoltura biologica e della creatività contemporanea. Mentre la seconda fase, più articolata, prevede l’adozione da parte dei giovani delle case sfitte e abbandonate da decenni, recuperarle attraverso il processo della autocostruzione, e casa dopo casa rigenerare il tessuto urbano riesino. In questo modo edifici senza alcun pregio architettonico vengono ripensati e riabitati acquisendo nuovi significati. Edifici esito di speculazioni imposte dalla mafia possono trasformarsi in architetture”.

Scheda progetto CivicoCivico
Cliente: Servizio Cristiano Riesi, plug_in
Dimensioni: 80 mq + 120 mq
Progetto di orizzontale, in collaborazione con Flora La Sita , promosso da Servizio Cristiano Riesi e plug_in, coordinato da Emanuele Piccardo, patrocinato da Comune di Riesi, Forum Disuguaglianze Diversità, Politecnico di Torino, IN/Arch Sicilia, CNAPPC e Ordine Architetti Caltanissetta
Foto di Gianluca Fiusco, Giulio Marzullo, Emanuele Piccardo, Federica Lecci, orizzontale