Il progetto di un edificio per l’istruzione non è mai disgiunto dal valore sociale della sua funzione; l’edificio scolastico ha una forte valenza simbolica, che si legge nello stretto rapporto con il contesto, nell’articolazione degli spazi distributivi intesi come luoghi di accoglienza e nella scelta dei sistemi costruttivi, essi stessi potenziali temi educativi. Nella storia, la stretta relazione tra teorie pedagogiche e architettura ha portato una continua evoluzione di questi elementi progettuali, nei luoghi per l’educazione. Come in qualsiasi altro progetto, possiamo assumere come punti cardine per la progettazione di un edificio per l’istruzione la relazione con il contesto, la distribuzione degli spazi e i sistemi costruttivi; la gerarchia reciproca e la declinazione di questi temi, però, dipende dall’epoca di costruzione e della teoria pedagogica cui sono legati. Nel caso di Collegio Imagine Montessori School, la teoria pedagogica è quella Montessoriana che, come “committente”, ha esigenze molto precise: il rapporto con la natura, la didattica non frontale, l’auto apprendimento. Nel progetto dello studio Gradolí & Sanz Arquitectes, gli elementi fondanti della teoria montessoriana vengono tradotti in architettura, poiché il luogo dell’insegnamento è, esso stesso, parte del progetto educativo: “L’edificio è il primo materiale didattico del Collegio”. L’idea guida è quella che il bambino sia motivato dalla curiosità a imparare in maniera indipendente in un luogo dove esistono differenti modi di apprendere.

Il rapporto con la natura è risolto con un continuo rimando visivo al contesto, molto particolare: l’area di progetto si trova lungo il bordo di un piccolo burrone, sul fondo del quale scorre impetuosamente un corso d’acqua. L’entrata della scuola è volutamente situata sulla sponda opposta del burrone e non sul comodo accesso stradale; per raggiungere l’ingresso della scuola i bambini devono percorrere una passerella, passando sopra il torrente, in mezzo a un boschetto di pini: una breve passeggiata nella natura, per lasciarsi la città alle spalle. Il Collegio Imagine Montessori School prevede una costruzione in due fasi, di cui solo la prima è attual-mente completata; a progetto ultimato la massa dell’edificio si svilupperà in un corpo a “S” sotto un’unica copertura verde dal profilo frastagliato, che si integrerà con la particolare topografia del luogo. Il volume delle aule attualmente costruito, divide lo spazio aperto in due semicorti con orientamenti opposti (est e ovest), per una maggiore fruibilità. La connessione visuale con la natura è sempre presente e centro dell’attenzione. Ognuna delle 10 aule si completa con uno spazio esterno, dedicato: una terrazza coperta, un albero dalle foglie caduche, una fonte, un piccolo anfiteatro; gli spazi esterni non sono disegnati, ma lasciati secondo natura, con dislivelli, radici, tronchi, foglie, per poter diventare rifugi, scivoli, rampe da scalare. Non ci sono campi sportivi o da calcio poiché l’obiettivo è creare relazioni; l’esercizio fisico avviene con la libera scoperta del contesto. Gli spazi didattici non sono aule tradizionali ma sono concepiti come cellule di un organismo, ciascuna dotata di vestibolo e servizi, sviluppate in 5 aree di interesse (sensoriale, vita pratica, linguaggio, matematica e studio culturale), fruibili senza soluzione di continuità. Non ci sono lavagne né cattedra, solo luoghi d’incontro.

Lo spazio di pertinenza delle diverse aree cambia con l’architettura: soffitti ribassati e finestre a raso pavimento per zone più intime dove imparare anche stando sdraiati a terra, accanto ad aree dal più ampio respiro con grandi finestre aperte sul contesto naturale. Tra le aule sono stati disegnati dei volumi in tripla altezza, per captare la luce e migliorare la ventilazione; attraverso delle aperture interne, questi corpi permettono una connessione visiva tra le aule e, al piano terra, sono aree didattiche. Lo spazio funzionale di collegamento, rivolto verso est, segue l’andamento sinuoso delle aule disposte a ventaglio; l’andamento irregolare della facciata genera una sequenza di spazi di relazione e gioco, con doppie altezze, sottoscala “abitabili”, balconi e camminamenti sul patio esterno. A conclusione di questo percorso libero si trova un piccolo anfiteatro, incastonato tra esterno e interno da una grande facciata vetrata, punto finale di incontro e sosta. Per favorire l’auto-appredimento e stimolare l’osservazione dei bambini, i progettisti hanno usato materiali semplici: mattone, legno e acciaio, lasciati “nudi” alla vista; essi formano la struttura, la partizione e la finitura degli spazi, oltre a soddisfare le prestazioni richieste per un edificio a bassa impronta ecologica. Le linee guida che sottendono questo progetto sono state chiaramente definite dalla “committenza”, la teoria pedagogica Montessoriana; la traduzione in architettura di queste istanze permette di comprendere l’attenzione e la cura poste dai progettisti nel rispondere a tutte le necessità realizzando un’opera coerente e con una sua definita identità.

L'ARCHITETTURA INTEGRATA CON IL CONTESTO
I volumi sono tutti costruiti con muratura portante, in mattoni forati; non c’è intonaco e l’andamento dei corsi di mattoni, sapientemente posati, ne compone la texture di finitura. All’interno della muratura sono visibili archi ribassati, costruiti con tre corsi di mattoni pieni, che contribuiscono a sostenere i carichi delle grandi travi in legno della copertura, offrendo una concreta dimostrazione dei principi statici e del comportamento dei materiali. Il tetto, dall’andamento complesso, ha un’orditura interamente in travi di legno, dalle capriate principali all’assito di finitura. Al di sopra, la copertura verde, contribuisce all’inerzia termica e si integra con il paesaggio, suggerendo un nuovo possibile rapporto tra natura e costruito alle giovani menti curiose. Le facciate est e ovest sono interamente costruite in legno; la struttura è composta da montanti e traversi su cui sono fissati serramenti e pannelli di tamponamento opachi, isolati con lana di roccia. Nelle porzioni superiori della facciata la finitura esterna è in doghe di legno a vista, mentre nelle parti inferiori i pannelli sono composti da CBPB, miscela di legno e cemento, di colore grigio, che sottolineano e proteggono l’attacco a terra. Le leggere strutture in acciaio sul fronte ovest hanno molte funzioni, tutte chiaramente leggibili: sospendono le terrazze aggettanti, permettono al glicine, e ai bambini, di arrampicarsi, conducono l’acqua piovana fino alle piccole fonti utilizzate dai bambini per bagnare le piante. Il circolo virtuoso dell’acqua prevede inoltre che l’acqua venga convogliata in cisterne sotterranee, che alimentano l’irrigazione della copertura e delle parti di giardino. La summa di tutti questi stimoli, tradotti da Gradolí & Sanz Arquitectes in materia e volumi, è un’architettura integrata con il contesto, completa ed al tempo stesso non finita. Per volontà stessa dei progettisti l’edificio è predisposto per essere modificato: dalla natura che crescerà indisciplinata, dall’ampliamento previsto nella fase 2, dalle contaminazioni che i bambini saranno liberi di fare agli elementi e agli spazi esistenti.

 

Scheda progetto
Località: calle Melissa 46, Lloma Llarga (Paterna) Paterna, València, Spain
Progettista: Gradolí & Sanz Arquitectes
Gross surface: 4,630.20 mq
Superficie: 1,842.02 mq
Anno di progettazione: 2017
Anno di completamento prima fase: February 2021
Lead architect: Carmel Gradolí, Arturo Sanz
Collaborating architect: Fran López, Jose Luis vVlar, María Navarro
Engineer / BREEAM advisor: zero consulting
Paesaggio: Gustavo Marina
Green advisor: Alfons Ventura
Photos: Mariela Apolonia

Arketipo 151, Istruzione, Novembre 2021