In contesti segnati da eventi disastrosi, il ruolo dell’architettura non si può limitare alla mera trasformazione del paesaggio per ricucire le ferite collettive lasciate sul territorio, ma deve diventare essa stessa strumento per una rigenerazione sociale e ambientale, capace di riorganizzare la compartimentazione della conoscenza e del lavoro tramite processi di aggregazione sociale atti a generare nuove sinergie comunitarie, minimizzando allo stesso tempo l’impatto sugli ecosistemi. Pertanto, nelle economie emergenti, al fine di fornire delle valide risposte alle sfide dei prossimi decenni legate all’aumento della popolazione, alle continue pressioni urbanistiche, alle ricostruzioni post-disastro e alla necessità impellente di migliorare il sistema di infrastrutture sociali e culturali, il concetto universalmente riconosciuto di sostenibilità deve basarsi, oltre al consueto equilibrio indipendente tra crescita economica, miglioramento sociale e tutela dell’ambiente, ad un uso strategico delle risorse fisiche e culturali, in grado di generare nuove opportunità di sviluppo e lavoro per le generazioni future. In tal modo, l’accesso alla conoscenza deve essere rafforzato per poter essere sfruttato come veicolo per un corretto sviluppo economico e sociale contro la disarmonia etnica e i conflitti razziali.
Il progetto per la nuova Biblioteca Comunitaria di Ambepussa in Sri Lanka, Paese devastato da più di trent’anni di guerra civile, è un esempio emblematico di rigenerazione sociale, dove un progetto reale viene utilizzato come terreno per la formazione e lo sviluppo delle competenze lavorative attraverso la partecipazione della comunità locale nell’intero processo costruttivo, dalle prime fasi di assemblaggio fino al completamento in opera. Lo studio di Architettura Robust Architecture Workshop, fondato dalla coppia di giovani architetti Milinda Pathiraja e Ganga Ratnayake, ha voluto così sostenere la svolta politica del Paese con la tanto necessaria smilitarizzazione all’indomani della fine del conflitto, realizzando un nuovo complesso culturale su quello che un tempo era un campo militare e assumendo come forza lavoro un centinaio di giovani ex-militari coinvolti nel conflitto, offrendo così loro la possibilità di un ingresso a una nuova sfera sociale.

Il progetto si cala armonicamente nel paesaggio naturale con una progressione spaziale che si manifesta come un viaggio esperienziale attraverso volumi diversi che si avvolgono informalmente intorno a un cortile interno, viste incorniciate e dimensioni sfocate tra ambienti interni ed esterni. L’edificio diventa in tal modo un’estensione del paesaggio esterno, capace di entrare in perfetta sintonia sia con gli elementi naturali che con gli edifici adiacenti. Un’accurata analisi del contesto, seguita da una radicale applicazione di concetti base di progettazione bioclimatica in climi tropicali, ha portato allo sviluppo di volumi sottili, così da favorire la ventilazione trasversale degli ambienti, oltre allo sfruttamento della vegetazione circostante per favorire l’ombreggiamento delle porzioni vetrate e degli spazi esterni, all’uso di elementi murari massivi (terra cruda e pietra naturale) per incrementare l’inerzia termica dell’involucro edilizio e favorire gli scambi radiativi, all’utilizzo di ampie porzioni vetrate e camini per condurre la luce all’interno degli spazi di lettura e favorire la ventilazione naturale e all’elevazione dell’edificio dal terreno, in modo da evitare la risalita dell’umidità durante la stagione monsonica.
Il complesso si sviluppa interamente su un unico piano ed è costituito da tre blocchi di edifici: la biblioteca principale, che comprende la sezione di prestito e consultazione, la biblioteca per bambini e il centro di ricerca. La biblioteca principale e il centro di ricerca sono dislocati quasi parallelamente sui due lati opposti a coronamento del sito, mentre la sezione per bambini corre trasversalmente in modo ludico lungo il ripido dislivello naturale del terreno, introducendo improvvise variazioni spaziali e inquadrando viste lontane attraverso sporgenze cubiche che contribuiscono, assieme ai lucernari, a distribuire la luce e la ventilazione naturale nei vari ambienti, oltre ad attirare la curiosità dei giovani utenti frequentatori dell’edificio.

I volumi poggiano sul terreno attraverso un basamento in pietra naturale sul quale si impostano le pareti in terra battuta stabilizzata che forniscono la massa termica all’edificio e ottimizzano lo sfasamento dell’onda di calore fra il giorno e la notte, mentre in prossimità delle parti rocciose la struttura si smaterializza galleggiando su un sistema di palizzate in profili tubolari d’acciaio e laminati recuperati da vecchie fabbriche dismesse sui quali viene collegato il pavimento in legno formato da traversine recuperate da una vicina stazione ferroviaria. L’utilizzo di materiali di riuso e riciclo a zero emissioni di carbonio, quali acciaio, legno, pietra naturale e terra di scavo, vengono affiancati a una progettazione energetico-ambientale volta all’utilizzo intensivo di energie rinnovabili, in particolare ventilazione e luce naturale, riducendo così al minimo i costi ambientali ed economici dell’intero ciclo di vita dell’edificio.

LE CHIUSURE IN TERRA BATTUTA REALIZZATE IN OPERA CON MANODOPERA NON SPECIALIZZATA
La Biblioteca Comunitaria di Ambepussa può essere considerata come primo caso in Sri Lanka di applicazione della tecnologia costruttiva in terra battuta in un edificio contemporaneo complesso. L’argilla, utilizzata come legante nella miscela per la realizzazione delle pareti in terra battuta, è stata recuperata dal materiale di scavo per la realizzazione di un parco giochi in un sito adiacente. Quando miscelata e adeguatamente compattata con sabbia, acqua e cemento, necessario, in tale contesto, per stabilizzare il composto ed evitare una rapida erosione dovuta agli agenti atmosferici, è in grado di fornire un’elevata massa termica e buffering igrometrico alla struttura, necessari per evitare il surriscaldamento nei mesi più caldi degli ambienti interni e regolarne l’umidità.
Tutti i muri in terra sono stati realizzati dalla manodopera non specializzata composta da ex-soldati e giovani ragazzi e ragazze della comunità locale, che sono stati formati direttamente in cantiere da alcuni supervisori che hanno fornito le istruzioni e insegnato le procedure di selezione, miscelazione e posa. Gli strati di terra-cemento, in rapporto 15:1, sono stati gettati e compattati attraverso l’utilizzo di un sistema di casseratura mobile appositamente studiato per il cantiere, composto da due pannelli paralleli sagomati in acciaio di altezza 600 mm e larghezza 4.000 mm, collegati da due morsetti con telaio in acciaio a forma di “U”. Una volta compattata la miscela, il cassero viene gradualmente sollevato utilizzando due martinetti idraulici posti sotto i morsetti, permettendo così una facile gestione delle fasi di manovra con un sistema economico a basso contenuto tecnologico.

L'ASSEMBLAGGIO DELLE STRUTTURE IN ACCIAIO RICICLATO CON PAVIMENTI IN LEGNO
Le sezioni in acciaio riutilizzate recuperate da vecchie fabbriche dismesse e le traversine ferroviarie in legno di scarto sono i materiali chiave per la realizzazione della struttura sopraelevata e i pavimenti in legno. La fabbricazione delle capriate del tetto, progettate con una forma atta a favorire la ventilazione naturale tramite “effetto camino”, è stata sfruttata come un’opportunità per trasferire le competenze metalmeccaniche, in particolare saldature e taglio, alla comunità locale e ai militari, ai quali è stato rilasciato un certificato di competenza professionale alla fine della formazione per facilitare il loro reinserimento nella vita civile. Tutte le attività di formazione sono state pianificate in fase iniziale di progettazione, dove sono stati definiti i vari componenti del sistema di assemblaggio, le tolleranze di fabbricazione e montaggio, il sito di assemblaggio, denominato “campo di addestramento”, il modulo minimo e le squadre di lavoro campione per l’addestramento in ogni fase di fabbricazione. Tutti i giunti di saldatura delle parti in acciaio e i tagli sono stati strategicamente studiati in modo da introdurre le diverse complessità tecniche in maniera incrementale, dando così la possibilità alla forza lavoro di apprendere gradualmente con l’avanzamento lavori operazioni sempre più complesse. Il sistema di costruzione è stato progettato per tollerare gli errori di lavorazione e perdonare eventuali imprecisioni di produzione o messa in opera, tramite una logica di giustapposizione e chiarezza di montaggio che non necessitano di cura e alta precisione di realizzazione. Sono state infine messe in atto strategie per evitare che il guasto di un modulo o di un elemento di un sistema tecnologico possa innescare una catena di guasti in altri sistemi.

Scheda progetto
Località: F756F+Q5 Abepussa, Sri Lanka
Architetti: Robust Architecture Workshop (Milinda Pathiraja and Ganga Ratnayake)
Construction: 100 young soldiers and respresentatives of the local community
Committente: Sri Lanka Army, Sinha Regiment
Design period: 2013
Construction period: 2014-2015
Site area: 16,600 mq
Gross built area: 1,400 mq
Construction cost: 258,000 US$
Awards and commendations: Lafarge Holcim regional Bronze prize for Asia Pacific, 2014; Global Silver Award 2015 - International Holcim Awards for Sustainable Construction; Terra Award for Earthen Constructions, 2017; Building Better Recognition 2017, Asia Pacific
Photos: Robust Architecture Workshop, Kolitha Perera

Arketipo 136, Terra, Marzo 2020