Coperture

Testo di Silvia Mattera

Negli edifici industriali l'illuminazione naturale
rappresenta una delle prestazioni principali. Il tipo di illuminazione naturale
che è richiesta all'interno della struttura non dipende esclusivamente da
ragioni funzionali legate all'organizzazione del ciclo di lavorazioni in quanto,
il tono, la quantità e la distribuzione della luce in tali luoghi sono legati
anche ad esigenze che possiamo definire 'culturali', appartenenti cioè al
concetto stesso del rapporto tra uomo e lavoro.
Sono indicative in questo
senso le notevoli differenze al riguardo tra le normative di paesi diversi come,
per esempio, quelle svizzere che
impongono aperture di finestre all'altezza degli occhi, rispetto a quelle
statunitensi che consentono, invece,
di costruire edifici industriali completamente ciechi e climatizzati.
Nel
nostro paese il rapporto di illuminazione varia generalmente
con percentuali comprese tra 0 e 3,5% della superficie illuminata.

L'illuminazione naturale può essere laterale o zenitale. Quella
laterale, data l'ampiezza che normalmente caratterizza le luci
di campata dei capannoni industriali, comporta un basso grado di illuminazione,
mentre quella zenitale può realizzare, a seconda della
morfologia della copertura, un grado medio o alto di luminosità all'interno
degli ambienti. In particolare, i tetti a doppia pendenza non sono nella
possibilità di costruire aperture o trasparenze notevoli, mentre le coperture
del tipo a shed (microshed o shed normali) nascono proprio intorno al problema
della luce e quindi riescono soddisfare anche le richieste più
complesse.
Generalmente si considera sufficiente un'illuminazione
laterale in edifici che non superano i 12-15 m di profondità e per
lavorazioni su piani per lo più verticali, mentre si preferisce adottare
un'illuminazione zenitale quando è necessaria una quantità di luce maggiore e
più diffusa, e quindi lì dove devono svolgersi attività di precisione e/o nel
caso di piani di lavoro orizzontali.
L'illuminazione zenitale si
ottiene con cupolini o lucernari appositamente ricavati tra gli elementi di
chiusura superiore, quando è richiesta una quantità di luce zenitale media,
quando invece si necessita di molta luce con una distribuzione diffusa,
l'illuminazione naturale si dovrà realizzare con apposite coperture a shed.
Questi vengono orientati preferibilmente verso nord onde evitare gli effetti
dell'irraggiamento e possono avere, in base alle specifiche esigenze, andamento
perpendicolare o parallelo alle linee di lavorazione.

La quantità e la qualità dell'illuminazione necessaria costituisce quindi una
delle variabili fondamentali da considerare nelle scelte progettuali in quanto
influenza notevolmente la morfologia ed il tipo di copertura.
In definitiva
negli edifici industriali sono prevalentemente utilizzati tre tipi diversi di
copertura in funzione delle variabili morfologiche sopra descritte: copertura a
doppia pendenza, copertura piana e copertura a shed.
 
Fonte
testo
AA.VV., Guida alla progettazione "le costruzioni prefabbricate"
, in «Modulo» n. 125, 10/86, Milano 1986.
 
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