laboratorio italia – Il progetto di un suolo, capace di accogliere, rispondere e amplificare, con le sue articolazioni, alle esigenze mutevoli e complesse di coloro che ne usufruiranno: Piazza Fontana a Quinto de Stampi.

Il progetto nasce dalla volontà di creare uno spazio che induca a modalità di uso diverse e non programmate, dalla volontà quindi di realizzare un luogo complesso, unitario nell'identità e molteplice nell'uso.
Il tracciato geometrico che struttura la piazza è costituito da una fitta maglia scalare di rettangoli aurei, misurati sulle dimensioni principali del contesto che determinano ogni elemento della piazza, dalla geometria principale al disegno degli elementi di pavimentazione.
All'interno di questo tessuto, fortemente caratterizzante, si è introdotto il tema della piegatura del suolo. La modellazione tridimensionale del suolo ha qui un duplice ruolo, da una parte quello di individuare gli ambiti con qualità spaziali differenti, dall'altro quello di rafforzare tensioni spaziali già presenti nel luogo e di introdurne contemporaneamente di nuove.
Il sistema dei campi triangolari composti all'interno del tracciato geometrico regolatore costituisce un forte elemento di unità e identità del progetto e contemporaneamente grazie alla sua declinazione sempre diversa per materia, dimensione e combinazione, è lo strumento attraverso cui si vengono a costituire situazioni molteplici e varie all'interno di questo paesaggio in equilibrio instabile tra naturale e artificiale.

Abbiamo intervistato lo studio Labics sulle caratteristiche della loro attività progettuale.

Alessandra Coppa: Quali sono le “linee guida” del vostro studio?
Labics:
La ricerca di Labics non insegue la figuratività spettacolare dell'edificio-oggetto, quanto la dimensione organizzativa e geografica dell'insediamento. La ricerca è incentrata su un'architettura che si fa tessitura e sfondo, in una condizione di ascolto e di attenzione nei confronti dell'intorno, fisico, ambientale e sociale; l'architettura di Labics può essere definita, in sintesi, aperta, relazionale, strutturata e territoriale; un'architettura che non prevede il design di oggetti dalla referenzialità figurativa autonoma, quanto il progetto di strutture e sfondi in grado di guidare la trasformazione del territorio in modo sostenibile.
Qualunque sia la scala dell'intervento, ogni progetto rappresenta l'occasione per indagare nuovi principi insediativi, sperimentare nuove relazioni con il contesto e definire nuovi territori spaziali e funzionali.
La sperimentazione programmatica, l'attenzione allo spazio pubblico - inteso come spazio condiviso e collettivo - la ricerca di nuove geografie - abitative, urbane, sociali - connotano la ricerca dello studio fin dalla sua fondazione.
Il campo della ricerca e della sperimentazione è ampio e contro ogni tentativo di specializzazione; idee e immagini circolano all'interno dello studio a tutte le scale: il flusso è continuo e coerente dal piccolo spazio abitativo ai grandi progetti urbani; in una sorta di laboratorio permanente di ricerca e sperimentazione. Il principale lavoro di ricerca dello studio attualmente in corso è Borderline Metropolis, progetto di indagine sulla città di Roma che pone le basi per un nuovo modello di città.

A.C.: Come si articola il processo progettuale?
Labics:
Il processo progettuale è articolato in fasi, dalla prima ideazione fino al progetto esecutivo, e si svolge prevalentemente all'interno dello studio con il contributo di consulenti esterni. La metodologia di lavoro è articolata in modo da coinvolgere per ogni fase progettuale attori e apporti differenti, in modo da ottenere ad ogni stato di avanzamento risposte coerenti e conseguenti alla fase precedente, ovvero con un diverso livello di approfondimento.
Data la natura sperimentale dello studio molta attenzione viene posta alla fase di ideazione; l'analisi della domanda e del contesto, l'elaborazione di concetti, la produzione di maquettes e immagini, le verifiche dimensionali, funzionali ed ambientali, si susseguono all'interno di un complesso processo circolare, ma al tempo stesso estremamente rigoroso, che porta alla redazione del progetto preliminare, punto di arrivo e di partenza per il successivo sviluppo del progetto definitivo.
L'obiettivo generale del processo è quello di seguire una metodologia il più possibile scientifica e oggettiva finalizzata a ridurre il campo dell'arbitrarietà delle scelte e ottenere così un risultato in grado di rispondere in modo organico a tutte le domande che sono sottese all'architettura: da quelle di natura estetica a quelle di carattere funzionale, da quelle economiche a quelle di natura emozionale; da temi di impegno etico a quelli di consapevolezza ambientale. Ovvero a tutti quei fattori che concorro a fare di un semplice edificio, un progetto di architettura. Lo studio è organizzato in team dedicati a singoli progetti che nella loro composizione riflettono la scala, la complessità e la geografia dei singoli interventi; ogni progetto è seguito da uno dei due direttori affiancati da un senior architect, responsabile della gestione quotidiana del lavoro.
I team di lavoro garantiscono nella loro composizione la capacità di gestire progetti internazionali in collaborazione con professionisti locali.

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scheda progetto

Luogo: Rozzano, Milano

Committente: Comune di Rozzano

Progettista: Labics (Maria Claudia Clemente, Francesco Isidori)

Fotografo: Luigi Filetici

Tempi progetto: 2006-2007

Tempi di realizzazione: 2009

Superficie costruita mq: 6.200