Cotto

Autore testo e disegno: Lorenzo Soro, Valentina Susini

Il cotto e' un materiale ceramico a pasta porosa ricavato dalla cottura a temperature variabili fra gli 850 e i 1000 °C  circa, di argille con quantità variabili di sabbia, ossido di ferro e carbonato di calcio.
Grazie all'utilizzo di forni a tunnel con controllo computerizzato dei cicli di cottura e delle temperature, la grande industria permette di ottenere una produzione pressoché costante per quantità e qualità. Gli elementi, prodotti in forme e dimensioni ampiamente diversificate a seconda delle ditte produttrici, vengono realizzati attraverso processi di formatura per estrusione o per colatura  e pressatura in stampi.
Elemento che contraddistingue le varie tipologie di cotto è sicuramente la colorazione, le cui tonalità discendono dalla composizione delle argille (percentuale di ferro o presenza di carbonato di calcio) e dalla variazione della percentuale di ossigeno durante la fase di cottura. In considerazione dell'esistenza di diverse argille, la cui composizione varia da zona a zona, la colorazione dei manufatti in cotto, è una caratteristica tipica del luogo.
La parola cotto in sé, è infatti, di origine popolare e la sua storia d'altronde e profondamente radicata nell'edilizia tradizionale di alcune zone. Da qui discendono, infatti, le tipiche denominazioni di Cotto Toscano, Cotto Fiorentino, Cotto Veneto, ecc..
Grazie alla ricerca tecnologica oggi il cotto è rientrato a far parte non solo in Italia ma anche e soprattutto all'estero, dei sistemi più avanzati di rivestimento esterno.
Forme innovative, spessori ridotti, in connessione con sistemi evoluti di posa in opera a secco, ne hanno permesso un impiego anche laddove l'uso del cotto era pressoché dimenticato.
In relazione a tale aspetto e ai diversi sistemi di lavorazione complementare, oltre che alle possibilità morfologiche proposte dalla grande produzione industriale,  si può chiaramente annoverare il cotto come un materiale tra i più flessibili nell'uso, perfettamente adatto anche alla realizzazione di facciate leggere.
 
Prestazioni e requisiti
Nella comune tendenza dell'edilizia contemporanea orientata verso una stratificazione delle chiusure perimetrali verticali, il cotto interpreta perfettamente il ruolo protettivo grazie alle migliorate caratteristiche e alle proprietà tecniche del materiale stesso.
Cicli di lavorazione ormai in grado di controllare meglio i difetti sia di natura geometrica, sia derivanti dalla composizione delle materie prime che possono causare reazioni chimiche (inclusioni calcaree, efflorescenze), hanno permesso la realizzazione di elementi funzionali in cotto dalle più svariate forme (lisce, sagomate all'esterno, con alloggiamenti per la sistemazione dei dispositivi d'ancoraggio), tipologie dimensionali (mattoncino, lastra, tavella, tavellone) con forature sia in senso orizzontale che verticale. A questi elementi si aggiungono inoltre un'ampia serie di pezzi speciali adatti alla risoluzione di specifici problemi di giunzione e finitura quali: elementi d'angolo, listelli, ecc..
In molti casi tutti questi elementi sono disponibili anche in catalogo.
L'adattabilità a sistemi di posa a secco, ne amplia non solo il campo di utilizzo e le soluzioni adottabili, ma unisce in un unico sistema tecnologico i vantaggi derivanti sia dai nuovi metodi d'ancoraggio, sia dalle proprietà del cotto stesso.
Le principali prestazioni offerte dal cotto, rispondono a requisiti di:
resistenza alle sollecitazioni meccaniche;
contenuto livello d'assorbimento d'acqua;
buona durevolezza e resistenza al gelo, che si riflette positivamente sui costi di gestione;
resistenza agli aggressivi chimici;
possibilità di ottenere spessori ridotti con un buon controllo dimensionale e morfologico;
buone doti estetiche, grazie alla disponibilità di varie tonalità di colore e di lavorazioni superficiali;
possibilità di utilizzo in ambito di recupero di murature degradate e non, ed in presenza di edifici costituiti da materiali tradizionali, essendo esso stesso un materiale tradizionale e quindi perfettamente compatibile con questi;
ottima lavorabilità;
ed infine, costi contenuti ed un'ottima flessibilità d'uso grazie alle possibilità offerte dal mercato, che offre diversificate forme per mezzo delle quali il progettista ha la possibilità disporre di molteplici soluzioni di tessitura in facciata ed una precisa e dettagliata cura dei particolari di connessione in presenza di angoli, giunzioni, ecc..
Il mercato oggi offre nuovi prodotti in grado di migliorare la prestazioni del materiale in fatto di durevolezza attraverso l'impiego di particolari sostanze che rendono la superficie del cotto idrorepellente senza, allo stesso tempo, impedire la traspirazione della superficie ne realizzare pellicole o modificare il colore del materiale.
In questo modo si ottengono benefici quali:
drastiche riduzioni di efflorescenze saline, muffe, ecc.;
maggiore resistenza agl'attacchi chimici;
Ai vantaggi propri del cotto si aggiungono quelli propri delle tecniche di rivestimento a secco quali ad esempio:
facilità e rapidità di posa;
facilità di manutenzione;
possibilità di correggere le imperfezioni del supporto murario grazie ad opportune regolazioni;
praticità nell'effettuare operazioni di ispezione e rimozione del rivestimento.
 
POSA IN OPERA
La posa in opera degli elementi in cotto, può avvenire sia con metodi tradizionali ad umido, sia con metodi di ancoraggio a secco:
Posa in opera ad umido
In questo particolare tipo di tecnica lo strato di collegamento può essere costituito da malta o da particolari collanti. Su questo strato vanno posati gli elementi in cotto che presentano la superficie interna solitamente nervata per garantire un più sicuro aggrappaggio.
È necessario prevedere per ogni sistema di posa dei giunti di dilatazione almeno ogni 3 metri.
Nel caso di rivestimenti con isolamento termico esterno, il rivestimento dev'essere posato sui pannelli isolanti (poco rigidi e imputrescibili) tramite intonaco cementizio armato, di spessore non inferiore a 2 cm, ed ancorato al supporto.
- Malta
Attualmente le malte utilizzate per questo tipo di posa in opera, sono malte cementizie normali o bastarde o miscele a base di cemento e additivi plastici.
- Colla
Per utilizzare questa tecnica è importante che il sottofondo sia perfettamente a piombo, liscio e con spigoli precisi perché il collante viene steso in spessori molto sottili (4 mm circa) che non consentono di modificare la planarità della parete. Al collante andrà sempre aggiunto un additivo, (lattice di gomma), che avrà lo scopo di migliorare l'aderenza e l'elasticità della colla stessa. Nel caso dei rivestimenti esterni con lastre di grandi dimensioni, è fortemente consigliato l'uso del doppio incollaggio che consiste nell'applicare uno strato di adesivo anche sul retro della piastrella.
 
Posa in opera a secco
La posa in opera a secco del cotto ha trovato largo sviluppo soprattutto negl'ultimi 10 anni, grazie alle ricerche specifiche svolte da progettisti specializzati.
In quest'ambito il cotto è spesso associato ad elementi di sostegno metallici con funzione di ancoraggio o con particolari intelaiature metalliche (acciaio o alluminio) che permettono la realizzazione di elementi prefabbricati o assemblati in cantiere con funzione di solo rivestimento o perfino di tamponamento.
I sistemi di rivestimento a secco in cotto, fanno solitamente uso di elementi sottoforma di lamelle, piastrelle e piastre con formato variabile dal 20 x 40 al 30 x 50 e con spessori altrettanto variabili tra i 2,5 cm e i 5 cm. Tali elementi possono essere ancorati allo strato di supporto secondo due modalità:
tramite sistemi di ancoraggio che fanno uso di sottostrutture metalliche (caso delle pareti ventilate);
come elementi di finitura esterna di pannelli prefabbricati o assemblati in cantiere che possono fungere da solo rivestimento o, associati ad altri strati funzionali, da parete di tamponamento.
Nel primo caso gli elementi in terracotta vengono ancorati attraverso la mediazione di una sottostruttura metallica costituita da montanti e piastre (o staffe) che permettono l'ancoraggio tramite inserimento dei lembi della piastra in apposite fresature praticate sulle coste orizzontali o sulla faccia interna dell'elemento in cotto. In questo caso le piastre devono essere sottoposte a lavorazioni complementari quali: fresature continue sulle coste orizzontali o inclinate sulla faccia interna della piastra stessa.
Nei sistemi prefabbricati, invece, gli elementi in terracotta vengono fissati attraverso sistemi differenti a telai metallici solitamente in alluminio che fungono da supporto o da cornice alle superfici portanti gli elementi in cotto realizzate in fibrocemento.
Un esempio del primo caso prevede l'ancoraggio dell'elemento in terracotta tramite barre nascoste fissate al telaio e per mezzo di dispositivi in materiale plastico infilati nelle aste che hanno la funzione di distanziare verticalmente  gli elementi in terracotta.
Un esempio del secondo caso, prevede per gli elementi in cotto, un aggancio ad un pannello in fibrocemento (GRC) incorniciato da un telaio metallico in alluminio. Gli elementi in cotto sono fissati attraverso un sistema a maschio e femmina. L'ancoraggio portante è posto superiormente e realizzato su ganci supportati dal pannello in GRC. Inferiormente, invece, i manufatti in cotto sono uniti sempre con giunto a maschio e femmina ma alla piastrella sottostante.
 
Prescrizioni tecniche
Rivestimenti esterni eseguiti con tecniche ad umido o a secco tramite manufatti in cotto o pannelli prefabbricati o assemblati in cantiere con finitura esterna in cotto.
- Posa ad umido
Elementi in forma di listelli, piastre, mattoni, ecc, con formati che vanno dal 5,5 x 25 x 2,5 cm  dei listelli ai 12 x 25 x 2,5 ' 3 cm delle piastrelle, e comunque ampiamente variabili secondo il produttore,  fissati tramite malte cementizie normali o bastarde o miscele a base di cemento e additivi plastici nello spessore di minimo 1,5 cm, oppure collanti solitamente additivati con lattice di gomma nello spessore di circa 4-5 mm.
Gli elementi prodotti per estrusione o pressatura in stampi si presentano con nervature nella parte posteriore di tipo normale o a coda di rondine per facilitarne l'ancoraggio al supporto. Per la posa con malta, si realizza uno strato di collegamento continuo dello spessore di circa 1,5 cm nel quale vengono affondati gli elementi in cotto.  I giunti, di circa 8-13 mm, vengono stilati con profili adatti e malta idonea ad assorbire eventuali dilatazioni o contrazioni. Nella posa con colla lo strato medesimo va posato su superficie perfettamente liscia e a piombo in quanto lo spessore ridotto del collante non realizza nessun tipo di regolarizzazione.
- Posa a secco
Posa realizzata con strato di rivestimento esterno in manufatti di cotto in forma di piastre, piastrelle, tavelle, ecc, prodotti per estrusione o pressatura in stampi e sottoposti a lavorazioni complementari costituite da fresature di tipo continuo sulle coste orizzontali o inclinate poste sulla faccia interna per predisporli all'ancoraggio. In alcuni casi i sistemi di ancoraggio fanno uso degli stessi fori prodotti longitudinalmente nei manufatti in seguito all'estrusione, per trattenere gli elementi del rivestimento (vedi tecniche prefabbricate).
Gli elementi in cotto dai formati ampiamente variabili secondo il produttore ma comunque che si aggirano fra il 20 x 40 fino al 30 x 50, sono posati tenendo conto di opportuni giunti di dilatazione di tipo aperto (min. 6 mm) per tenere conto delle dilatazioni termiche. I pannelli utilizzati possono essere semplici o essere associati in qualità di elementi di finitura esterna in pannelli prefabbricati o assemblati in cantiere con funzione, a volte, anche di tamponamento oltre che di rivestimento perimetrale.
Nel caso di isolamento termico esterno (cappotto), vanno predisposti i seguenti strati:
strato di rinzaffo e regolarizzazione di spessore fra 1,5 e 2 cm utilizzato solitamente per rendere più facile l'aderenza dello strato d'isolante nei casi di asperità o irregolarità della muratura (strato di supporto in muratura di mattoni, pietra, ecc).
Strato d'isolamento termico eseguito tramite materassini o pannelli rigidi di materiale sintetico (materie plastiche cellulari), vegetale o minerale in spessore variabile da 3 a 7 cm e fissato per mezzo di collanti o specifici tasselli di fissaggio con testa a disco in materiale plastico.
Strato di ancoraggio del rivestimento esterno in cotto eseguito con elementi lignei ma più spesso metallici resistenti alla corrosione come profili, staffe, piastre, ecc. in acciaio inox AISI 304 o 316 (o acciaio zincato meno affidabile) o lega d'alluminio e fissaggi al supporto eseguiti tramite tasselli chimici o meccanici (ad espansione).
Questo tipo di sistema viene solitamente accompagnato da uno strato di ventilazione (vedi pareti ventilate).
Nei sistemi prefabbricati gli elementi in terracotta vengono fissati attraverso sistemi differenti a telai metallici solitamente in alluminio che fungono da supporto o da cornice alle superfici portanti gli elementi in cotto, realizzate in fibrocemento.
 
Bibliografia:
Carlo Amerio, G. Canavesio, Tecniche ed elementi costruttivi, vol.4, in Strumenti per la tecnologia delle costruzioni e la progettazione edilizia, collana a cura di C. Amerio, Società Editrice Internazionale, Torino, 1996.
Carlo Amerio, G. Canavesio, Materiali per l'edilizia, vol.2, in Strumenti per la tecnologia delle costruzioni e la progettazione edilizia, collana a cura di C. Amerio, Società Editrice Internazionale, Torino, 1996.
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B. Fabbri, G.Latour, F. Micocci, La ceramica nell'edilizia ' Materiali, tecnologie, prodotti e impieghi, NIS, Roma, 1991.
Manuale di progettazione edilizia, materiali e prodotti, vol.5, Ulrico Hoepli editore, Milano, 1995
Angelo Lucchini (a cura di), Le pareti ventilate ' in, i manuali del saie, Edizioni Tipografia Nettuno, Bologna, 1999.
G. K. Koenig, B. Furiozzi, F. Brunetti, G. Ceccarelli, Tecnologia delle costruzioni Le Monnier, Firenze, 1994.
Peter Buchanan, Renzo Piano Building Workshop, opera completa, vol. I, Allemandi, Torino, 1993.
Peter Buchanan, Renzo Piano Building Workshop, opere complete, vol. II, Allemandi, Torino, 1993.
Alfonso Acocella, L'architettura dei luoghi, Edizioni Laterconsult, Roma, 1992.
Vittorio Galimberti, Le finiture esterne - in: Guida alla progettazione, supplemento a Modulo n° 151, BE-MA editrice, Milano, 1989.
Maria Chiara Torricelli e Luca Marzi, 'Costruire in laterizio' n° 71, sett./ott. 1999, p. 2, p. 36, Gruppo Editoriale Faenza Editrice, Faenza (RA).
 
Fonte disegno
Alfonso Acocella, L'architettura dei luoghi, Edizioni Laterconsult, Roma,1992.
 
Fonte foto
Peter Buchanan, Renzo Piano Building Workshop, opera completa ' vol. I, Torino, Allemandi, 1993.

Rivestimento esterno in cotto

Rivestimento esterno in cotto

Ampliamento dell'Istituto Ircam, veduta d'insieme, Parigi, R. Piano 1987-90

Ampliamento dell'Istituto Ircam, veduta d'insieme, Parigi, R. Piano 1987-90

Appartamenti in Rue De Meaux, particolare dei pannelli in cotto, Parigi, R. Piano 1987-91

Appartamenti in Rue De Meaux, particolare dei pannelli in cotto, Parigi, R. Piano 1987-91