approfondimento – In occasione del Salone della responsabilità sociale, a Milano un workshop ha portato a ripensare strategie e principi del settore del design in un'ottica di promozione della Responsabilità Sociale d'Impresa.

"Non c'è più tempo. Di fronte ad un pianeta che sta già esaurendo le sue risorse, che non è in grado di sopportare l'impatto di una gigantesca crescita demografica, ripensare in chiave eco-sostenibile l'intero ciclo di vita di prodotti e servizi è ormai una necessità inderogabile..." Le parole di Stefano Pogutz, direttore dell'Università Bocconi, intervenuto al workshop Cradle to Cradle e Sistema design: un'alleanza strategica per promuovere la RSI nelle imprese (tenutosi il 29 settembre 2010 in concomitanza con la sesta edizione del Salone milanese Dal dire al fare, a cura del Network regionale C2C e organizzato da Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo in collaborazione con Best Up-Circuito per la promozione dell'abitare sostenibile, Formaper e  Istituto Europeo di Design), possono riassumere il senso e gli obbiettivi del workshop stesso.

Il laboratorio tematico si è focalizzato sui principi del Cradle To Cradle (letteralmente, dalla culla alla culla), nuova concezione nella realizzazione di prodotti e di servizi che tiene conto sin dalle prime fasi progettuali delle modalità finali di riutilizzo e di recupero, al fine di individuarne le potenzialità in veste di futura materia prima pronta a ulteriori cicli produttivi o di rigenerazione ambientale. Una concezione perfettamente aderibile al sistema del disegno industriale italiano: "Più design consapevole significa meno impatto ambientale. La responsabilità sociale e ambientale del design sono i due binari dell'abitare sostenibile", ha infatti sostenuto Clara Mantica, giornalista e co-fondatrice di Best Up.

Grande rilievo è stato dato anche alla figura del progettista, chiamato, secondo Carlo Proserpio, docente del Politecnico di Milano, "ad un'azione pienamente responsabile, perché da lui partono le scelte che condizioneranno la produzione industriale e nel lungo periodo le scelte dei consumatori. Per questo è lui la figura chiave da sensibilizzare quando si parla di un approccio Cradle To Cradle; è lui la persona che può sperimentare, ricercare soluzioni realmente innovative e competitive. A lui compete pensare questi nuovi prodotti e servizi che non impattano sull'ambiente, che una volta esaurita la loro funzione primaria diventano materia prima di altri prodotti o servizi. Questa progettazione destinata ad una costante rinascita è una sfida complessa ma non impossibile".

La filosofia Cradle to Cradle nel nostro paese viene sostenuta e promossa da Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, capofila italiana di una rete internazionale voluta dalla Commissione Europea e tradotta nel Network regionale Cradle to Cradle (C2C). Network che impegna dieci partner di altrettante regioni europee a ripensare l'intero ciclo di produzione di manufatti e servizi per favorire uno sviluppo economico pienamente sostenibile. E che è particolarmente attivo nell'individuare e mettere in relazione conoscenze e esperienze pilota.

Obbiettivi e risultati più che auspicabili nel campo del disegno industriale ma anche in ogni altro settore del Made in Italy se, come ha sottolineato ancora Clara Mantica, "Cradle to Cradle parla di vitalità, offre visioni felici; parla di qualità verificabile nella vita di tutti i giorni; offre bellezza, la privilegia".

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