Crown Plaza Hotel  

Località la Voie de Moens 26-28, 1218 Grand-Saconnex, Ginevra, Svizzera
Cliente Strader S.A.
Progetto Groupe-h
Collaboratori S. Vergne, D. Ganter, J. Meneghetti, C. Favre, P. Gavin, J. Scholer
Destinazione d'uso: albergo
Strutture Thomas Jundt / Claude Deperraz & Philippe Kunz
Impianti Edmond Sauthier
Ingegnieri civili Thomas Jundt; Claude Déperraz e Philippe Kunz con la collaborazione di Construction Perret SA
Architetti d'interni Groupe H con la collaborazione di Prati et Lepori Architectes
Architetti paesaggisti Groupe H con la collaborazione di Jacquet Jardins, Genève
Realizzazione Maggio 2002 / Ottobre 2002
Superficie coperta 13.364 m2
Superficie totale 18.500 m2
Volume 92.000 m3
Costo totale Euro 32.440.000

Esattamente trent'anni fa Georges Perec, pubblicava alcuni appunti intorno al progetto di trascorrere un mese intero all'interno di un aeroporto internazionale, senza mai uscirne, se non per prendere un volo che lo conducesse all'interno di un altro aeroporto del tutto analogo al precedente. L'interesse per una simile impresa, di fatto semplicemente realizzabile, sarebbe risieduto soprattutto nel suo esotismo: uno spostamento, più apparente che reale, delle abitudini e dei ritmi... un aeroporto non è nient'altro che una specie di galleria commerciale: un simulacro di quartiere; e offre circa le stesse prestazioni di un albergo. Il lavoro sviluppato dallo studio Groupe-h sul Crowne Plaza Hotel di Ginevra dà forma, tre decenni dopo, a quelle intuizioni, legando in unico sistema sovraterritoriale, un aeroporto, un centro congressi e il più grande hotel svizzero. Il progetto non è semplicemente l'estensione del vecchio albergo, costruito negli anni Ottanta, per aumentare il numero di camere da 300 a 500, dotando il nuovo complesso di adeguati servizi e sale congressi, ma è la traduzione in termini architettonici, di una strategia commerciale e gestionale che travalica la scala urbana per coinvolgere in una complessa rete diverse zone di influenza extra-nazionali.
Il Crowne Plaza sorge al margine della città, in prossimità dell'aeroporto di Cointrin e del centro fieristico Palexpò, interconnesso con le principali reti infrastrutturali della regione. La scelta di ampliare il complesso alberghiero, nata dall'esigenza di assorbire la sempre crescente richiesta di spazi congressuali, innesta una serie di reazioni che implicano un preciso salto di scala in tutto il sistema, fondendo in un unico macroedificio l'albergo, l'aeroporto e il Palexpò.
Il ruolo dell'architettura risiede nella costruzione di un nuovo paesaggio, o di una serie di paesaggi, all'interno di un organismo che dialoga con l'esterno attraverso strumenti che negano concetti spaziali e scalari tradizionali, come l'aereo o internet. L'hotel, l'aeroporto, il palazzo fieristico, non acquisiscono valore ed identità come edifici autonomi, tipologicamente riconoscibili, ma come luogo collocato in uno spazio e in un tempo autonomi, all'interno del quale migliaia di persone si incontrano, viaggiano, riposano, lavorano.
Tutte queste azioni, dalle più semplici alle più complesse, trovano ambientazione in articolati paesaggi che si intrecciano gli uni agli altri dando vita ad una narrazione ricchissima, fatta di spazi di incontro, ristoranti, bar, zone attrezzate per il relax o per il fitness, ognuno connotato fortemente attraverso combinazioni di materiali di rivestimento, arredi, illuminazioni ogni volta differenziati.
Nel momento in cui i rapporti di scala diventano incontrollabili verso l'esterno, poiché non esiste disegno urbano in cui inserirsi, tantomeno un problema di "visibilità di facciata" dell'edificio rispetto ad altri manufatti o alla strada, ma il complesso lavora all'interno di una rete di connessioni sovraterritoriali, il progetto degli spazi interni all'albergo, dai luoghi collettivi alle singole stanze deve necessariamente fornire al cliente punti di riferimento a scale precise, offrendo una sensazione domestica e rassicurante.
Il Groupe-h risolve con grande mestiere tale esigenza, lavorando sugli spazi di rappresentanza liberandoli dagli stretti vincoli funzionalisti che si risolvono solitamente nella scontata sequenza reception-scala-corridoio-stanza, per disegnare ambienti molto più flessibili ed allo stesso tempo capaci di offrirsi a differenti usi ed interpretazioni, e contestualmente consolidando nel disegno e nelle dotazioni delle camere lo slogan della catena home from home, a testimoniare quanto sia importante trasmettere agli ospiti una certa idea di domesticità.
L'impianto della nuova ala dell'albergo si allinea con un corpo lungo 50 metri parallelo all'edificio preesistente ed è collegata a questo attraverso un elemento basso ortogonale, che ospita la reception. Il disegno ad U del complesso accoglie una elegante corte-giardino che collega l'albergo al Palexpò tramite un percorso pedonale. La facciata interna molto trasparente suggerisce un interessante rapporto tra spazi collettivi chiusi e corte all'aperto, amplificando gli ambienti verso l'esterno e intercettando prospettive sempre differenti del giardino. Una volta attraversata la reception ci si trova in un ambiente a tripla altezza che distribuisce tutti gli spazi dell'hotel, risolvendo tali rapporti attraverso una ricchezza spaziale di alta qualità. Questo grande vuoto è dimensionato anche in funzione della dotazione di spazi congressuali di dimensioni significative, caratteristica specifica nel progetto. Sviluppata su una superficie di 1.040 m2 la sala congressi principale è divisibile in due parti, accessibile veicolarmente e dotata di un sistema di illuminazione artificiale capace di adattarsi alle differenti esigenze d'uso dello spazio.
Completano l'impianto ben 23 sale congressi di dimensioni inferiori, un centro fitness da 1500 m2, frequentato anche da clienti non ospitati nell'albergo, una piscina coperta, un salone di bellezza, un night club, tre ristoranti-bar, ognuno caratterizzato da esotiche ambientazioni ed arredi a tema, ancora una volta a ricreare suggestioni di paesaggi e di viaggi più apparenti che reali, all'interno di un sistema in cui i rapporti tra le persone, il loro muoversi tra luoghi alternativi si articolano attraverso strumenti e abitudini sempre più omologati benché personalizzati.

Informazioni
Lastre in grès porcellanato GranitiFiandre
Ponteggi TPH
Opere murarie, cemento armato e prefabbricati in calcestruzzo Construction Perret
Strutture Dasta Charpente
Facciate Serrurerie 2000
Sistema antincendio Isolfeu
Impianti di riscaldamento, ventilazione, elettrico e idro-sanitario Alvazzi Technic
Massetto Balzan & Immer
Pavimentazione e ceramiche Jean Lanoir
Ascensori Otis
Cucine Restorex
Distribuzione camere MMC Möbel
Controsoffitti e tinteggiature Paul Piretti
Copertura Multitoit
Sistemi d'illuminazione Zumbtobel Staff
Carpenteria Gabella
Gesso e tinture Megevet & Cie

Testo di Massimiliano Giberti
Estratto da Materia n. 44

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Prospetti
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