Intervista – Il gruppo britannico Baumatic, di proprietà dell'italiano Enzo Balestrazzi, ha anche avviato strette cooperazioni con il mondo degli chef

Fondata nel 1992 in Gran Bretagna, Baumatic oggi è un'azienda che vanta 12 filiali nel mondo e la distribuzione della propria collezione di elettrodomestici in 65 paesi. Dal 2004 è operativa la filiale italiana che ha avuto il merito di promuovere il marchio Baumatic anche nel settore dell'incasso. A Enzo Balestrazzi, presidente e proprietario dell'azienda, chiediamo di spiegare quali siano i punti di forza di una realtà che ha conosciuto una notevole crescita in tutto il mondo e quali siano i prossimi obiettivi.

In un mercato competitivo e dominato da multinazionali, quali sono stati i valori su cui Baumatic ha fondato il proprio successo?
Ritengo sia molto difficile identificare gli elementi specifici che hanno contribuito alla nostra crescita. Certamente la serietà d'intenti e la dedizione del nostro team, l'attenzione al dettaglio e al livello qualitativo, la velocità di reazione e il tempo breve tra un'idea e la sua realizzazione sono stati, e rimangono, le fondamenta su cui è stato costruito il nostro edificio.

Quali sono i mercati oggi più importanti per Baumatic e quali quelli su cui puntate per il prossimo futuro?
Siamo in un momento di transizione: abbiamo i nostri capisaldi e i nostri punti di riferimento ma già vediamo, come dire, i “bambini” che crescono e che sono destinati a superare i livelli presenti. Per rispondere più concretamente alla domanda, oggi i nostri mercati più importanti restano in Europa - Regno Unito in testa - e, dall'altra parte del mondo, l'Australia. Ma l'Asia e la Russia portano promesse di grandi aspettative. Siamo attivi in Cina con la “Baumatic China” e a Hong Kong con la “Baumatic Asia”. A Taiwan, in Malesia, in Vietnam e nelle Filippine siamo presenti con distributori. Il tutto ancora relativamente piccolo ma in forte crescita.

Che quota rappresenta il mercato italiano, e in particolare il settore dell'incasso, per l'azienda? Come pensate di accrescere questa quota?
Tradizionalmente quello italiano è un mercato difficile, che però ci ha mostrato una varietà di “zone d'accoglienza” che ci hanno permesso di asserire una nostra presenza particolarmente interessante nell'incasso. Come rafforzarci? Stiamo lavorando sodo per portare a conclusione una serie di cambiamenti suggeritici dalla nostra sia pur breve esperienza. Tra questi, il ritocco della gamma con i particolari a cui il mercato italiano dà peso, con un aggiornamento della politica commerciale e della rete distributiva.

L'Italia sta progressivamente perdendo importanza come produttore di elettrodomestici a favore di paesi a più basso costo del lavoro. Quale potrebbe essere lo scenario dei prossimi anni?
E' vero, ma si può dire che l'Europa in generale sta vivendo questa fase di aggiustamento. Non mi pare ci sia niente di drammatico in tutto ciò. La ruota dell'industrializzazione continua nel suo giro tanto naturale quanto inevitabile. Penso che tutti ricordino - almeno quelli delle generazioni vicino alla mia - il fenomeno Giappone. Si era sparso il convincimento che non sarebbe rimasto neppure uno spazio di sopravvivenza. Nulla di tutto ciò accadde. Anzi! Il futuro? L' Italia, come il resto d'Europa, dovrà fare ciò che le è più consono: sviluppare le sue capacità nella tecnologia e nel design. Un compito non troppo arduo visto che queste competenze sono ben radicate nel nostro Dna. Lasciare che le produzioni di più basso livello siano fatte da chi può e vuole farle. Mantenere anche qui il controllo dei contenuti e della qualità per garantire gli standard necessari ai marchi grandi e piccoli.

Nella vostra collezione e nel vostro catalogo si punta molto su colore, fashion e alleanza con chef famosi. Quali di questi aspetti è il più importante per differenziarvi dalla concorrenza e per creare valore ai vostri prodotti?
Parlavamo pocanzi delle componenti che ci hanno permesso di crescere in un ambiente altamente competitivo e, a volte, anche ostile. Ecco, in un mare esteso di acciaio inox, il nostro inox nero. Una novità assoluta. Ecco alcuni materiali alternativi da abbinare all'acciaio. Ecco i rossi accesi, tanto graditi nel nord d'Europa. Ma non basta, bisogna aggiungere le molte innovazioni tecnologiche che abbiamo applicato e stiamo per applicare. Ma, in ultima analisi, il forno deve fare il suo lavoro. E deve farlo bene. Da qui si possono intravedere le ragioni dei nostri investimenti in strette cooperazioni con gli chef più quotati, con le accademie culinarie Baumatic che stanno spuntando, in alcune parti d'Europa, nei ricettari di alto contenuto. Tutto ciò perché gli sforzi di carattere tecnologico e di design non restino solamente degli esercizi sterili.

Quali saranno le prossime novità per il settore incasso e per il mercato italiano?
Preannunciare novità ai mercati non è certamente una prassi molto usata. Alcune indiscrezioni mi sono già sfuggite. Ci saranno novità imminenti che riguardano l'uso di materiali alternativi, nuove soluzioni di carattere tecnico-estetico riferite particolarmente alla porta forno. Insomma, cosa posso dire: tenete d'occhio i nuovi cataloghi e i nostri siti nei prossimi sei mesi!