Katowice è una città polacca nella regione della Slesia e proprio in questa città ha sede l’università della Slesia, importante centro accademico del Paese. L’amministrazione della città ha intrapreso nell’ultimo decennio una serie importante di interventi, al fine di rivitalizzare molti dei suoi quartieri. La città infatti porta ancora pesanti segni dell’edilizia popolare sovietica; d’altro canto, molti di questi edifici sono stati abbattuti lasciando grandi vuoti urbani, degradati o dequalificati a parcheggi.
Nel 2011, la città ha donato all’Università della Slesia un lotto nel quartiere tra Pawła, Wodna e Górnicza. Nello stesso periodo, il Dipartimento di Radio e Televisione Krzysztof Kieślowski ha venduti i suoi vecchi locali situati in un’area periferica. Approfittando del lotto offerto dal comune, l’università ha bandito un concorso per la costruzione del nuovo dipartimento. Tra i quasi quaranta partecipanti al concorso, vince un team composto da Baas Arquitectura, studio catalano condotto da Jordi Badia dal 1993, e due studi di architettura locali, Grupa 5 Architekci e Małeccy Biuro Projektowe.


Il lotto di intervento (2.200 mq) era parzialmente occupato dai ruderi di una vecchia fabbrica di lampadine, caratterizzata da una facciata in mattoni a vista, tipici dell’architettura ottocentesca della città. Questo edificio era destinato alla demolizione nelle intenzioni del cliente. La proposta del team prevedeva però di conservare tale facciata, e di garantire anzi una continuità tra edifici esistenti e nuova costruzione. Il rispetto per il contesto, tema cardine della proposta di BAAS molto apprezzato dai cittadini, si è concretizzato anche nella scelta di assecondare le diverse altezze dei palazzi delimitanti senza mai superarne le quote massime. Infatti, l’intervento si configura come un edificio a corte, articolato in quattro piani fuori terra sul fronte principale, e due piani fuori terra nei blocchi sulla corte, così da garantirne la massima luminosità, e ospita tutte le funzioni del Dipartimento di Radio e Televisione. L’ex fabbrica esistente è stata conservata e convertita nella biblioteca del Dipartimento.


L’elemento unificante di tutto l’intervento è il materiale scelto per le facciate; l’edificio è infatti rivestito di elementi in clinker di piccole dimensioni, che ricalcano i materiali usati per la facciata del vecchio edificio e in genere delle case tradizionali dei minatori della Slesia. Questi elementi sono posizionati a creare una sorta di “rete” e filtrano la luce all’interno dell’edificio; si tratta di una scelta fortemente legata alla tradizione iberica dell’uso di schermature solari. Qui, sulla facciata su strada, la scelta del clinker manifesta la continuità con gli edifici preesistenti, senza però divenire una mimesi precisa, ma un richiamo astratto dato dalla scansione a rete. Lo stesso materiale è utilizzato anche per i fronti interni alla corte, crea effetti di luce e ombra molto suggestivi, sia all’interno delle aule e degli spazi del Dipartimento, sia proiettate sugli edifici vicini.
L’accesso principale all’edificio è segnalato da un arretramento scavato al piano terra, interamente vetrato, che dà sull’atrio e distribuisce a tutte le funzioni del complesso e alla corte interna. La corte è stata pensata in continuità con la strada esterna, e funge quindi da spazio di socializzazione e ideale prolungamento del quartiere nell’edificio. Questa sensazione è amplificata dall’intorno: infatti, dalla corte è possibile percepire con chiarezza la preesistenza industriale, che ora ospita la biblioteca, e la presenza degli altri edifici circostanti, manifestati in facciate cieche. Il prospetto interno dell’edificio principale è molto trasparente: grandi vetrate illuminano la scala che distribuisce su tutti i piani.
La presenza della ceramica non è limitata all’esterno dell’edificio, ma prosegue anche all’interno. Infatti, anche i pavimenti e le pareti interne sono rivestiti in clinker, con diverse sfumature dovute alle diverse cotture della ceramica. Gli spazi interni sono protetti dalla rete ceramica esterna, e risultano silenziosi ed adatti alla concentrazione e allo studio. Allo stesso modo, l’illuminazione è delicata e modulata dal rivestimento ceramico. Al piano terra, dall’atrio, si accede alla biblioteca, ad alcuni laboratori, allo spazio cinema e relativi servizi, e agli studi di registrazione. Il piano primo ospita invece aule e sale studio dedicate, presenti anche al piano terzo e quarto dell’edificio su strada.

Anche lo sviluppo in sezione è particolarmente interessante, perché rispecchia le caratteristiche dei sottotetti degli edifici tipici di quest’area della Polonia. La copertura è infatti inclinata, e la luce proviene da una serie di lucernari che consentono un’illuminazione quasi zenitale uniforme. L’edificio ha una struttura a telaio in calcestruzzo armato, lasciato a vista in alcune parti dell’edificio. Il calcestruzzo è contrastato all’interno da alcuni rivestimenti in legno grezzo chiaro, che risaltano rispetto al colore scuro dei pavimenti in laterizio. Queste scelte conferiscono agli spazi interni un forte connessione con i prospetti esterni, ma allo stesso tempo garantiscono ambienti confortevoli e rassicuranti, adatti allo studio e alla ricerca.
Le facciate esterne sono costituite da singoli blocchi prefabbricati in clinker e da una cornice metallica. si tratta di elementi in ceramica da 4 cm per 4 cm, giuntati tra loro con malta. Questi blocchi sono fissati a un doppio profilo metallico a L, saldato a un tubolare a sua volta fissato alla piastra in calcestruzzo dei solai.
Il sistema in clinker funge anche da schermatura, consentendo una buona efficienza energetica dell’edificio insieme all’isolamento a cappotto e al sistema di riscaldamento a pavimento.
Soprattutto, conferisce all’edificio un forte carattere trasformando in un landmark inusuale, capace di fondersi con il contesto e di nobilitarlo senza però perdere la propria iconicità. Il rapporto con l’intorno e con la preesistenza dimostra grande sensibilità progettuale e rispetto per l’architettura tradizionale, la città e la memoria del luogo.

Scheda e crediti

Competition and concept design: BAAS arquitectura
Project: BAAS arquitectura + Grupa 5 Architekci + Maleccy Biuro Projektowe
Project leader: Alba Azuara + Jordi Framis
Team: Mireia Monràs, Daniel Guerra, Raül Avilla, Joan Ramon Pastor, Cristina Luis, Mariona Guàrdia, Rafael Berengena, Xavier Gracia, Enric Navarro, Gonzalo Heredia, Carla Llaudó, Eva Olavarria
Client: WRiTV
Project: 2011-2014
Construction period: 2014-2017
Total built area: 5,390 mq

Photo: Adrià Goula