Dokk1 è oggi la più grande biblioteca della Scandinavia, centro focale di un’ampia riqualificazione urbana delle aree portuali dismesse, che ha anche ridisegnato un tratto importante del lungomare riconnettendolo con il centro storico. L’edificio è caratterizzato da un elemento superiore di forma eptagonale irregolare, rivestito da una scocca scultorea metallica, che contiene gli uffici della biblioteca e altri spazi polifunzionali da affittare. Il volume superiore appare sospeso e aggettante sopra un parallelepipedo interamente vetrato, che accoglie le varie sezioni della biblioteca, che compongono un variegato paesaggio interno articolato su vari livelli open-space. Alla fluidità e flessibilità degli spazi interni fa da contrappunto il rigore ortogonale della maglia strutturale, organizzata intorno ai nove blocchi in cemento armato contenenti scale e ascensori. Sei grandi cavedi rettangolari, sovrastati da lucernari, attraversano il volume superiore, portando in profondità la luce naturale. L’edificio, aperto a 360° verso la città e verso il mare, si erge su un vasto podio accessibile dalla piazza mediante ampie scalinate e rampe digradanti. Il sistema di piazze, gradinate e spazi pubblici attrezzati per il gioco all’aperto, progettato da SHL assieme all’architetto danese Kristine Jensen, richiama la forma dei banchi di ghiaccio flottanti nel mare, mentre i piani interrati ospitano parcheggi pubblici automatizzati (1.000 posti auto). Il principio sotteso al progetto è stato quello di realizzare una “piazza del Sapere”, uno spazio urbano coperto (inizialmente aveva il nome di “Urban Mediaspace”) di 18mila mq, articolato su due livelli, con spazi destinati a funzioni ricreative, di studio, di ricerca, di aggregazione sociale, dove poter fruire di risorse e documenti su qualsiasi supporto. Il Dokk1 è assai lontano dallo stereotipo della biblioteca con le pareti tappezzate di libri. Nel Dokk1 si susseguono senza soluzione di continuità aree per la lettura e il relax; scaffali bassi per esposizione di libri e altri media; spazi per lo studio individuale e di gruppo; piccole sale corsi; due ampie sale polifunzionali, la più grande delle quali apribile verso la caffetteria; una lunga rampa gradonata in cemento lisciato, che collega i due livelli principali e funge da spazio di lettura e socializzazione, in grado di ospitare oltre 200 persone per conferenze o rappresentazioni. Al livello superiore, un’altra gradonata in legno serve per spettacoli e performance. In adiacenza vi è l’Area Famiglie, Bambini e Ragazzi, dove vi sono anche laboratori, spazi di gioco (con giochi sia “analogici” sia digitali), una stanza per l’allattamento e una grande sala polifunzionale insonorizzata dove è possibile svolgere attività manuali e di movimento. In tutta la biblioteca ci sono isole con proposte di lettura; screen-wall e touch-screen informativi; laboratori ludico-didattici, tra cui “maker space” con stampanti 3D, “repair cafè” e “haker space”. I pubblici sono mescolati tra loro il più possibile, ma con soluzioni distributive tese ad evitare che diano fastidio gli uni agli altri.

Quando la visitai, nell’estate del 2016, Rolf Hapel, allora direttore dei Servizi al Cittadino e delle Biblioteche di Århus, mi disse che il programma funzionale e il progetto architettonico di Dokk1 nascevano da una domanda: “To which problems in society is the library the answer?”. Questa, a suo dire, è la prima domanda che architetti e bibliotecari dovrebbero porsi nell’ottica di ripensare spazi e servizi di una biblioteca pubblica, e di rilanciarne il ruolo nella società contemporanea. La risposta che la Danimarca si è data, esplicitata anche nelle Linee Guida redatte nel 2010 dal Committee on Public Libraries in the Knowledge Society del Ministero della Cultura, è che la biblioteca debba concorrere a sostenere il welfare e il progresso della società, lavorando sui temi della coesione sociale, dell’istruzione e della formazione permanente. Questi obiettivi hanno ispirato il Model Program for Public Libraries, elaborato nel 2012 dalla Danish Agency for Culture and Palace, con la consulenza di architetti e designer (Signal Architects) e della Royal School of Library and Information Science, che ha portato alla definizione del Modello biblioteconomico chiamato “Four-spaces Model”. I quattro “spazi”, che vanno intesi come aree concettuali e che possono trovare riscontro in termini sia di ambienti fisici, sia di servizi, attività e risorse documentari, sono: Inspiration space; Learning space; Meeting space; Performative space. Il progetto di Dokk1 declina al meglio il “Four-spaces Model”, con un radicale ripensamento dei contenuti dal punto di vista biblioteconomico, funzionale e architettonico, dell’organizzazione di spazi e servizi, collocando nella biblioteca anche contenuti apparentemente distanti da quelli tradizionali, quali i Servizi al Cittadino, attività ludico-didattiche ed eventi di ogni genere. Questo ha portato a instaurare 80 partnership con enti, associazioni locali, privati, etc. che organizzano il 60% degli oltre 100 eventi che avvengono mensilmente. Ha spinto a dare al gioco e all’esperienza del “fare” la stessa importanza della lettura. Ha indotto a coinvolgere i cittadini nel processo di progettazione. Ha portato a rendere l’utente quanto più autonomo possibile, anche mediante l’uso delle nuove tecnologie; e a rendere la biblioteca accessibile a tutti, in senso sia fisico (con spazi accessibili per tutti) sia semantico (l’architettura della biblioteca parla un linguaggio comprensibile a tutti), mischiando i pubblici, eliminando i divieti, creando spazi riservati per gli studenti per evitare che invadessero tutta la biblioteca, portando in biblioteca attività, corsi, progetti, occasioni, incontri, performance, etc.

La domanda che alcuni, affezionati a un modello ormai obsoleto incentrato solo sul libro e sulla lettura, potrebbero porre è se Dokk1 possa essere considerata effettivamente una biblioteca. Sono i fatti a rispondere: Dokk1 contiene circa 300mila volumi in gran parte a scaffale aperto e in parte a deposito (con sistemi automatizzati di prestito e restituzione, mediante un avanzato software di gestione in grado di smistare automaticamente il patrimonio sia in sede sia nelle filiali), e fa circa 45.000 prestiti librari al mese. Ma, soprattutto, ha circa 4.000 utenti al giorno e 1,3 milioni di visitatori annui; con uno staff di 80 persone (incluso lo staff tecnico), di cui 30 bibliotecari.

PROCESSO PARTECIPATO E DESIGN THINKING FOR LIBRARIES
Uno degli aspetti essenziali del lungo processo di gestazione, progettazione e costruzione di Dokk1 (durato quasi 15 anni) è stato l’applicazione di metodologie di progettazione partecipata, mediante centinaia di laboratori, focus group ed elaborazione di prototipi, che hanno consentito il coinvolgimento diretto di cittadini, stakholders (portatori di interesse), partner, politici, istituzioni educative, aziende, etc. Per la realizzazione di Dokk1 è stato infatti deciso di adottare una forma molto più diretta di coinvolgimento degli utenti di quanto normalmente avviene nei processi partecipati. Così, durante lo sviluppo del progetto, numerosi gruppi diversi di utenti hanno vagliato le proposte riguardanti spazi, funzioni e servizi, contribuendo a fornire un feedback a bibliotecari e progettisti, mediante workshop e focus group, lavorando su problemi specifici posti di volta in volta. Gli architetti hanno recepito e lavorato sulle indicazioni ricevute, presentando via via soluzioni successive. Questa metodologia ha avuto un notevole impatto sul lavoro dei progettisti, non solo per quanto riguarda il progetto nel suo complesso, ma anche - a detta degli architetti stessi - sul loro sviluppo professionale. Pur mantenendo il concept iniziale, infatti, al fine soddisfare le esigenze espresse dagli utenti il progetto ha visto molte modifiche e cambiamenti, soprattutto nella distribuzione funzionale. La principale metodologia di progettazione partecipata utilizzata nel processo è quella nota come Design Thinking for Libraries. Tale procedura si è affermata una ventina d’anni fa per lo sviluppo partecipato di prodotti innovativi in ambito commerciale ed educativo, ma da alcuni anni ha trovato applicazione anche nel mondo delle biblioteche e dei musei (ad esempio nella Chicago Public Library, in altre esperienza danesi e più di recente anche in Italia). Questa esperienza ha portato nel 2015 alla pubblicazione di un manuale, il Design Thinking for Libraries Toolkit, e disponibile on-line. Le attività di Design Thinking sono state mantenute nel Dokk1 anche dopo il suo completamento, nel cosiddetto Transformation Lab: un’area vuota, flessibile e attrezzata, dove è possibile discutere, progettare, sperimentare, illustrare nuove idee su quello che la biblioteca potrebbe diventare, creare dei prototipi di nuove tecnologie e artefatti analogici e digitali. Questa modalità, pur allungando i tempi di progettazione e richiedendo uno sforzo aggiuntivo non indifferente da parte di tutti gli attori coinvolti, ha consentito di realizzare un edificio di grande qualità architettonica, ben radicato nella comunità locale e che risponde pienamente alle esigenze di chi lo utilizza, in grado anche di evolvere nel tempo, senza stravolgimenti.

LE FACCIATE E I MATERIALI
Il rivestimento della facciata è in lamiera stirata di alluminio, di colore naturale, che avvolge interamente la porzione superiore dell’edificio, conferendo omogeneità alla forma scultorea che si libra spigolosa e affilata sul volume vetrato sottostante. La finitura metallica è cangiante con il mutare del cielo e il passare delle stagioni, riverberando la luce e il brillio dell’acqua del porto. Il numero dei materiali utilizzati è volutamente ridotto. Il calcestruzzo prevale visivamente, realizzando non solo la struttura ma anche la finitura dei pavimenti interni ed esterni, conferendo fluidità agli spazi che si susseguono senza soluzione di continuità. La lamiera stirata metallica caratterizza non solo la scocca esterna, ma anche ampie parti delle pareti interne e i controsoffitti e, ad alto potere fonoassorbente, punteggiati da faretti e illuminazione a incasso. La trasparenza del vetro consente un’apertura a 360° sul panorama circostante della città, consentendo agli utenti di orientarsi all’interno dei grandi spazi interni. Il legno fa da contrappunto agli altri materiali, caratterizzando alcuni spazi specifici (le sale conferenza, parte dell’area bambini) e una parte degli arredi. Dokk1 è un edificio a basso consumo energetico, secondo lo standard “Classe 2015”. La sostenibilità è stata un punto focale, sia dal punto di vista architettonico (nel progetto della volumetria e delle aperture, per il controllo della luce nelle varie stagioni), sia da quello tecnico e tecnologico (nella scelta dei materiali, delle soluzioni costruttive, delle finiture, degli impianti di illuminazione), e ha portato alla realizzazione di un sistema fotovoltaico di 2.430 m2 sulla copertura dell’edificio, e l’uso dell’acqua marina per i sistemi di raffreddamento.

 

Scheda progetto
Progettisti: Schmidt Hammer Lassen architects
Committente: Realdania og Århus Kommune
Functional program: 1998-2008
Competition: 2009
Design: 2009-15
Periodo di costruzione: 2011-2014
Superficie totale: 30.000 m2 above ground level (18.000 m2 for Library and Citizen Services)
Costo: 228 million € excl. VAT
Architetti: Schmidt Hammer Lassen Architects
Progetto: Kim Holst Jensen
Project Director: Klaus Petersen
Project Associate: Trine Berthold
Project Architect: Philip Brinch Sørensen
Design Team: Elif Tinaztepe, Rasmus Kierkegaard, David Fink
Management: Schmidt Hammer Lassen Architects (Lead Consultant)
Architetti del paesaggio: Kristine Jensen
Ingegneri: Alectia Consulting Engineers
Interior design: Schmidt Hammer Lassen Architects
Arredi: Bosch & Fjord Interior Design & Art
Programma per la biblioteca: The Danish School of Librarians (Henrik Jochumsen, Casper Hvenegaard Rasmussen)
Main contractor: NCC Denmark
Realizzazione facciate: Kai Andersen
Realizzazione parcheggio: Lödige Industries
Ascensori: Kone A/S
Premi: 2017, IDA Design Awards 2017, European Union Prize for Contemporary Architecture – Mies van der Rohe Award Nomination; 2015, Commendation, Architectural Review MIPIM Future Projects Awards; 2015, City of Aarhus Architecture Prize; 2016, A+ Popular Choice Award; 2016, Public Library of the Year Award; 2012, Best Collaboration
Photos: Adam Mørk

Arketipo 125, Futuro, Dicembre 2018