Su un lotto di circa 300 metri quadri, a Eboli in provincia di Salerno, Domus OMA è stata realizzata in un contesto caratterizzato da residenze mono e bi-familiari di massimo tre piani, dalla scarsa qualità architettonica. Il progetto, a opera di Luca Bruno di Bruno Architettura, deriva da un piano di ristrutturazione e ampliamento di un fabbricato esistente. Da qui la necessità di mantenere in pianta la sagoma della vecchia costruzione pur demolendola completamente. Per la parte ampliata c’era la necessità di estendersi con il fabbricato sottraendo meno terreno possibile al lotto. Per questo motivo è nata l’idea di ampliare la struttura al piano superiore, costruendo “un ponte” sotto il quale vivere uno spazio aperto, ma al contempo coperto.

Inoltre, grazie al “ponte” si è creata, quasi naturalmente, un’ampia finestra esterna a piano terra grazie alla quale si può osservare la campagna a Est e, di conseguenza, le origini agricole del territorio. Più volte in questo progetto è presente il legame con le origini. Anche le pietre che pavimentano il percorso nel giardino sono recuperate in loco: si tratta in particolare di pietre eburine, calcaree, assimilabili al travertino bianco, che venivano realizzate a Eboli quando dalle cave locali era ancora possibile estrarre materiale.

La costruzione vuole sottrarre meno spazio possibile al giardino, anche idealmente; infatti, osservando il disegno della pavimentazione al piano terra, si può notare che tende a integrarsi con il disegno del ballatoio esterno, creando così un continuum tra interno ed esterno. La casa, a eccezione delle zona notte, non ha mai un perimetro chiuso ben definito. Essa è costituita da quinte murarie che “scorrono” su un asse immaginario, andando a interporre tra loro pannelli di vetro, grazie ai quali è possibile mantenere un rapporto costante con l’esterno.

Il piano superiore, traslato verso Est per mantenere le distanze legali dal fabbricato situato a Ovest, è un volume interamente chiuso, contrariamente al resto: un blocco ponte in cui un solo “taglio”, ottenuto con una finestra a nastro molto lunga, comunica che all’interno la luce è dosata, filtrata, generatrice di un’atmosfera riposante. In quel blocco, infatti, sono situate le camere da letto.


L’opera trasmette sempre delle sensazioni a chi osserva - racconta l’architetto Luca Bruno - come l’illusione del galleggiamento, della sospensione, della leggerezza, dello scivolamento senza radicamento, che nasce guardando lo stacco della costruzione rispetto al terreno. In realtà tutto ciò è nato dalla volontà di arginare il problema della caratteristica del terreno sottostante, molto argilloso e poco pendente, che causa, se le piogge sono abbondanti, allagamenti delle abitazioni circostanti, causati dalla difficoltà dell’acqua di defluire e drenare”.


Domus OMA “scivola” sull’acqua come fosse una barca e l’acqua piovana, grazie a questo sistema, ha tutto il tempo di defluire ed essere assorbita dal terreno. Il fulcro della casa è costituito dal volume centrale a doppia altezza, originato da due “contrafforti” in calcestruzzo armato legati in fondazione e all’estremità superiore. Questo, contrariamente al resto, vuole radicarsi a terra come la radice di un albero e, come il fulcro di un paio di forbici, regola la direzione dei piani ruotati. Il blocco delle camere da letto, infatti, è ottenuto da due rotazioni differenti: una che rappresenta il proseguimento della strada a Nord, l’altra la parallela del confine a Ovest.


Il fulcro della casa, poi, idealmente mantiene i solai staccati da terra, ed è “bucato” solo sulla sommità, dove trova posto un lucernario filtrato da lamelle in calcestruzzo armato intonacate di bianco. Il lucernario, anche con l’aiuto del colore bianco sulle pareti che riflette luce in ogni direzione della casa, rende luminosi i diversi livelli, fino al piano terra, nelle ore in cui la cucina viene utilizzata. Interessanti sono anche i giochi di luce azzurrati e cangianti che si ottengono e si diffondono in casa a seconda del colore del cielo.


Scheda progetto
Luogo: Eboli (Salerno)
Superficie lotto: 300 mq
SLP: 176 mq
Progetto Architettonico e Impianti: Bruno Architettura (Luca Bruno)
Progetto Strutturale: Bruno Architettura (Luca Bruno, Rosaria Grippa)
Fotografie: Moreno Maggi
Anno di realizzazione: 2015-2017