El Ninot, storico mercato alimentare situato nel cuore della città di Barcellona, è stato interamente ristrutturato mediante una trasformazione della spazialità interna e riqualificazione dei sistemi di facciata. Il disegno del nuovo spazio coperto rimodella il vecchio edificio, mantenendo la memoria storica della struttura esistente senza modificare l’impianto volumetrico. Quattro sono gli elementi caratterizzanti l’intervento: conservazione della struttura metallica esistente, miglioramento degli accessi, ridisegno di facciate e copertura, sfruttamento del sottosuolo. Prefiggendosi questi obiettivi Mateo Arquitectura si è aggiudicato nel 2008 la vittoria del concorso pubblico per la ristrutturazione dello spazio commerciale, situato in una posizione centrale e strategica per la rete di distribuzione alimentare. I lavori, intrapresi nel 2010, si sono conclusi nel 2015.
L’edificio originale, progettato dagli architetti Antoni de Falguera e Joaquim Vilaseca, è stato costruito nel 1894 per volere del governo spagnolo, con le caratteristiche di mercato all’aperto: il grande spazio pubblico era incastonato nel perfetto reticolo a isolati del quartiere Eixample, creato da Ildefonso Cerdà a metà dell’Ottocento. Si dice che debba il suo nome, il “mercato della bambola”, alla statua di legno di una bambola che ornava la facciata di una taverna del mercato. Divenuto ben presto un punto di riferimento per la spesa quotidiana, nel 1933 il mercato fu coperto da una struttura metallica, preservata dal recente intervento di riqualificazione.

Il traliccio strutturale metallico, conservato come tale e opportunamente riqualificato, avvolge tre corpi di fabbrica, due laterali più bassi e uno centrale di maggior altezza, per favorire la ventilazione e l’illuminazione diurna. L’interno è così disposto su tre navate e due assi ortogonali che determinano la disposizione degli stand gastronomici. Il perimetro murario in mattoni e vetro è stato inoltre consolidato e migliorato nei sistemi di chiusura. Per poter conservare la struttura originaria del tetto e soddisfare le esigenze contemporanee degli spazi interni sono stati creati due nuovi piani sottoterra per i servizi: logistica, 105 posti auto, installazioni, un supermercato e locali di magazzino. Inoltre, è stata aggiunta una facciata vetrata per separare lo spazio reale del mercato dall’area vestibolo. L’accesso principale dei visitatori, da Carrer de Mallorca, si concentra in un foyer, che offre una vista panoramica dell’intero mercato e consente l’accesso al piano inferiore. Gli ingressi sono stati riorganizzati, in modo da concentrare il sistema dei collegamenti verticali ai diversi livelli nello spazio unificato del foyer principale. Dall’ingresso unificato su Calle de Mallorca si accede, così, alla hall su due livelli, che mostra con immediatezza l’organizzazione spaziale del mercato: da questo punto si può scendere al piano inferiore oppure proseguire al piano mezzanino, dove lo spazio prevede una circolazione ad anello intorno a un primo blocco di chioschi su cui altri si affacciano. All’interno lo spazio è stato progettato come una città romana: due assi ortogonali (N-S ed E-O) organizzano i percorsi intorno agli stand, ciascuno con la sua individualità e specificità.

All’esterno, le pelli con cui è stata rivestita la struttura esistente si aprono verso lo spazio esterno per offrire i prodotti: “il mercato si relaziona con la città comunicando il suo uso; le strade e le piazze così conquistate sono luoghi di scambio e non solo di passaggio”, dichiara Josep Lluís Mateo. Una serie di stand esterni, affacciati sulle strade laterali, è integrata nel sistema di facciata per liberare lo spazio del marciapiede. Il rivestimento metallico infatti, quando incontra il terreno si trasforma in una persiana che si apre e si chiude meccanicamente a seconda delle esigenze di vendita. Quando è aperta fornisce un’ulteriore protezione solare diventando una tettoia, quando è chiusa si camuffa invece nel sistema di facciata. Lo studio di un nuovo rivestimento delle superfici esterne ha inoltre cambiato il rapporto prossemico con la città, ripensando l’incidenza della luce sugli spazi interni, la relazione visiva tra interno ed esterno nelle ore notturne e diurne e infine l’impatto volumetrico dell’edificio sul territorio. Le facciate del Mercat del Ninot sperimentano nuovi filtri urbani progettati per permettere l’ingresso di luce naturale dall’esterno evitando però l’irraggiamento solare diretto che può danneggiare gli alimenti: l’interno è ora immerso in una luce lattiginosa. Un sistema di lamelle, costituito da fogli in acciaio inox piegati e perforati, riveste le pareti vetrate del mercato. La rete di fori presenta una densità variabile e per questo i pannelli risultano più opachi verso il basso e più aperti verso l’alto; la piegatura evidenzia invece la loro rigidità e gioca con i riflessi di luce.
A seconda dell’incidenza del sole, cambia la percezione dei frangisole: durante il giorno, quando l’edificio appare opaco, molta luce invade l’interno; di notte la struttura mostra la sua leggerezza e trasparenza, essendo illuminata da luce artificiale appositamente studiata per valorizzare il luogo urbano. Il nuovo mercato entra, dunque, in completa simbiosi con la città circostante, la compenetra determinando luoghi di scambio e di passaggio.

IL RIVESTIMENTO
Il rivestimento delle superfici esterne, sperimentato nel progetto di Mateo Arquitectura, offre una riflessione sul tema della sperimentazione dei materiali in architettura, utilizzati soprattutto come filtri urbani in grado di ripensare il concetto di superficie e rivestimento. La definizione di “Urban Filters”, messa a punto dallo studio spagnolo, considera la superficie dell’edificio sia come limite ultimo dello spazio che come elemento di transizione tra interno ed esterno, proprio come un filtro che consente cambiamenti controllati attraverso diaframmi o superfici compatte. Si tratta di una riflessione sul sistema del frangisole, sperimentato sia in veste di filtro solare che in veste di filtro di mediazione che assume diversi significati. Il luogo rappresenta un riferimento a cui il progetto si deve ancorare e lo spazio si costruisce attraverso il vuoto, il limite e la luce. Il risultato è espressione di un atto costruttivo e pertanto la sua importanza risiede nell’identità, come se fosse sempre appartenuto a quel luogo. La sperimentazione della materia è condotta con grande controllo poiché segue la logica del progetto ed è studiata nella profondità della sua superficie. Nasce, così, l’idea di pareti di confine realizzate in fogli di acciaio inox molto sottili, piegati e forati per ottenere maggiore resistenza e leggerezza al contempo, a formare una texture che da certe angolazioni ottiene quasi la completa trasparenza del materiale. Le superfici laterali sono tamponate e lo spazio interno è protetto dall’irraggiamento solare diretto e dagli agenti climatici. Tuttavia, le evoluzioni del tempo continuano a farsi percepire da chi è dentro il mercato del Ninot, grazie al tenue ingresso della luce e alla percezione del suo variare durante il giorno. Le lame metalliche e la sottostruttura in acciaio inox è stata attentamente progettata e calcolata, ipotizzando una discretizzazione delle geometrie in elementi triangolari a superficie piena. Mediante applicazione di carichi di vento pari a 90 kgf/mq e fattori di correzione è stata determinata una percentuale approssimativa di superficie aperta pari a 20%, per poter eseguire le verifiche statiche dei singoli elementi, oltre a definire i valori massimi di foratura. La sottostruttura è stata, infine, appositamente progettata nel disegno e dimensionamento dei montanti verticali, delle ali piatte di ancoraggio e dei profili orizzontali a sezione angolare che alloggiano le pieghe delle lastre. Il rivestimento in fogli d’acciaio funge anche da sistema di chiusura e di sicurezza per i piccoli chioschi inglobati nel perimetro del complesso. Salendo di quota, i pannelli aumentano la loro trasparenza fino a scomparire del tutto sotto la copertura, dove restano solo le vetrate: si tratta di un effetto visivo appositamente voluto per smaterializzare il volume globale, riducendo il suo impatto verso il tetto. Si aggiunge a questo l’effetto notturno, in cui il rivestimento così strutturato ha il potere di accendere l’edificio nelle sue quote più alte, trasformandolo in un faro cittadino.

AMPLIAMENTO VERTICALE E SCAVO FONDAZIONI
El Ninot è un interessante esempio di ampliamento verticale eseguito per soddisfare nuove esigenze funzionali, senza tuttavia comportare l’aumento della volumetria originale. È stata utilizzata la tecnica dell’inserimento: l’introduzione di nuove strutture ed elementi strutturali all’interno delle volumetrie esistenti, aggiungendo piani intermedi e soppalchi volti ad aumentare la superficie utile senza modificare il volume disponibile. In particolare è stata aggiunta una serie di strutture portanti atte ad accogliere aree espositive speciali, visitabili a diversi livelli, mediante scalinate e ascensori. Una serie di verifiche, necessarie a rilevare i valori di resistenza delle strutture esistenti, oltre allo studio della documentazione storica a riguardo, hanno suggerito la tipologia di intervento più adeguata. In particolare, dovendo inserire elementi in acciaio nuovo su elementi in acciaio meno recente si è reso necessario prestare particolare attenzione allo stato di conservazione di questi ultimi. Non è stato possibile, dunque, ricorrere alla saldatura a causa delle impurità contenute nel materiale preesistente, preferendo la soluzione di giunzioni bullonate. I lavori hanno previsto una fase di calcolo per valutare la perdita iniziale di resistenza da parte dell’elemento originale durante la fase di trapanatura dei fori di fissaggio dei bulloni, una condizione temporanea che avrebbe potuto rivelarsi critica. Successivamente sono state rafforzate le strutture di sostegno della copertura mediante l’inserimento di travi IPN, del tipo a flange inclinate, in continuità con il linguaggio architettonico originario. Particolarmente impegnativo è stato, poi, lo svuotamento del volume interno, mediante lo scavo al piano delle fondazioni. La struttura metallica originaria dei tralicci è stata sospesa su una struttura temporanea di sostegno, per consentire lo svolgimento degli scavi dei due livelli sotterranei, adibiti a parcheggio, logistica e i servizi di stoccaggio. Le fasi principali delle lavorazioni hanno previsto l’installazione dei martinetti in corrispondenza di ogni pilastro, per riprendere il carico dalla struttura sovrastante. Successivamente sono state rinforzate le estremità inferiori dei pilastri e aumentata la superficie di appoggio con elementi tridimensionali di acciaio, opportunamente imbullonati.
È stato poi approntato l’allestimento dei rinforzi e delle opere per la realizzazione degli scavi lungo il perimetro dell’impianto planimetrico, in modo da operare lo sbancamento e svuotamento del volume interno, fino a raggiungere la nuova quota di progetto. A seguito degli opportuni controlli delle deviazioni dimensionali, sono state smontate le strutture temporanee di supporto e, quindi, realizzati i solai del mezzanino e dei piani interrati, calcolati e dimensionati in base alle nuove destinazioni d’uso degli spazi.

Sezione e dettaglio rivestimenti - ©Stefano Ravasio

Scheda progetto
Progetto architettonico: Mateo Arquitectura, Josep Lluís Mateo
Committente: IMMB-Institut Municipal de Mercats de Barcelona
Data: 2008-2015
Dimensioni: 16,184 mq
Località: Barcelona, Spain
Progetto e concorso pubblico: 2008
Costruzione: 2010-2015
Ingegneria strutturale: BOMA
Ingegneria, budget control, sicurezza e norme sanitarie: Mur Garganté
Realizzazione di Curtain wall, Sistemi mobili di chiusura dinamica degli stand, Pannelli perforati in facciata, Lavorazioni metalliche interne (minori) a cura di: Garcia Faura
Photos: Adrià Goula

 Arketipo123, Recupero, ottobre 2018