Élancourt è uno dei distretti facenti parte di Saint-Quentin-en-Yvelines, una delle cinque originali villes nouvelles costruite attorno alla capitale francese negli anni ’70. Gli altissimi insediamenti della città sono caratterizzati in parte da architetture brutaliste, spesso descritte da una forte espressività formale e descritte da dettagli di cemento lasciato a vista. Qui lo studio di architettura OPUS 5 ha recentemente concluso il progetto di riqualificazione dell’Élancourt Music School. La scuola di musica nasce dalle ceneri dell’ex centro ecumenico del quartiere di Sept Mares, una struttura religiosa realizzata tra il 1974 e il 1977 dall’architetto francese Philippe Deslantes. L’architettura dell’edificio originale era espressa da una spiccata modularità dell’impianto strutturale e da un sottile bilancio tra le parti strutturali di cemento e il riempimento dei tamponamenti con mattoni a vista. Pensato per essere un luogo di preghiera, il centro ecumenico era semplice, privo di ornamenti e rivolto verso l’interno.

élancourt music school
L'edificio originale era realizzato con colonne a croce di cemento che formavano un quadrato di circa 7,20x2,25 m. Il riempimento del blocco di calcestruzzo era completamente rivestito con i classici mattoni da costruzione

OPUS 5 ha recuperato l’edificio ecclesiastico di Élancourt facendo uso della struttura esistente e riproponendo il rivestimento di facciata, reso vibrante da una cortina di mattoni che si muove dinamica come le note sul pentagramma musicale. All’aggregazione di volumi massicci e pesanti in parte presenti già negli anni ’70, gli architetti aggiungono l’uso del mattone per evidenziare il primordiale principio architettonico dell’edificio, contraddistinto da un carattere interiore e privato e da un rivestimento quasi completamente anonimo. Per contro, la nuova pelle è studiata per adattarsi all’attuale vocazione della scuola di musica, che vuole diventare un polo attrattore per la vita culturale del quartiere. Per la realizzazione delle facciate, il team di progettazione si è rivolto all’esperienza secolare del produttore austriaco di mattoni Wienerberger. I mattoni, che misurano approssimativamente 20 per 10 cm e sono alti 5, si contraddistinguono per la finitura grezza della loro superficie. Alla base delle facciate, i moduli di cotto sono posati sfalsati come a formare una facciata opaca, semplice, conservativa, dunque disposti alternativamente sul lato lungo e su quello corto. Spostandosi progressivamente verso l’alto, il movimento dei mattoni diventa sinusoidale, ondulato, creando con il solo mattone una texture che si apre completamente in corrispondenza delle finestre. Si passa dunque da una situazione di completa opacità a filtri semitrasparenti che modulano la radiazione solare e promuovono la privacy, una soluzione questa che strizza l’occhio al mashrabiya arabo, anch’esso costruito da una sequenza ritmata di pieni e di vuoti volti al miglioramento della ventilazione naturale, alla schermatura parziale della radiazione solare e, ancor di più, alla possibilità di scrutare ciò che c’è all’esterno senza essere visti.

Una volta trovata una regola per la disposizione dei mattoni in facciata, le tonalità di colore, che vanno dal grigio chiaro al carbone scuro intervallati da tocchi di color terra chiaro, e la loro finitura, talvolta opaca e altre volte lucida, sono stati combinati in maniera randomica per evidenziare ancor di più il dinamismo di questa pelle pressoché continua. Per assicurare la buona riuscita della tecnologia di facciata, OPUS 5 ha collaborato strettamente con il produttore per stabilire la tipologia di supporto della facciata, che considera l’uso di legno e di telai metallici a sbalzo sopra l’ingresso principale della scuola. Su ciascuna faccia dei volumi ogni mattone è mantenuto in posizione da tiranti e da un sottile strato di malta di circa 1 cm di profondità che fa sembrare i blocchi di cotto interposti senza uso di collanti. La quinta facciata, visibile dai piani più alti degli edifici che affacciano sulla piazza, è trattata idealmente come fosse un prato di colore blu intenso evocante la famosa blue note, nota strettamente connessa al senso di nostalgia e tristezza della musica afro-americana. Nel progetto il blu diventa però un mezzo di comunicazione che sottolinea anche dall’alto la natura aggregativa dei volumi che compongono l’edificio, in diretto contrasto con il trattamento della pavimentazione della piazza, dove l’urbanità della città incontra la funzione dell’edificio per mezzo di fasce bianche riconducibili a un campo sportivo e intervallate a un pentagramma di generose dimensioni completo di note musicali.

Il programma della scuola di musica di Élancourt è reso evidente dall’analisi dei volumi interni, che rispecchiano la funzione attuale pur conservando lo spirito originale dell’edificio. Alla composta dinamicità dei blocchi visti dall’esterno si contrappone una distribuzione spaziale interna caratterizzata da molteplici punti di scambio tra i volumi esterni, qui collegati attraverso un’intelligente distribuzione dei lucernari di copertura. L’organizzazione è garantita da un susseguirsi di spazi connessi tra loro per mezzo di pareti color bianco latte, rivestimenti di legno a mezz’altezza e sottili linee di luce lungo i percorsi. Ciascuna stanza è illuminata da pozzi di luce di dimensioni generose che irradiano di luce naturale le sale di musica durante tutto l’arco della giornata. Il legno, materiale che secondo gli architetti si accosta perfettamente ai mattoni, evoca l’essenza più comune di cui sono fatti gli strumenti musicali e promuove l’idea di un edificio ricco e seducente.

Élancourt
Gli interni della scuola perseguono i più alti standard relativi al consumo energetico, alla qualità acustica e al comfort illuminotecnico. Anche la normativa antincendio attuale e la risoluzione di barriere architettoniche hanno contribuito a modellare l'edificio così come lo vediamo oggi

Le pareti lignee a muro e i soffitti di legno verniciati di colore bianco sono realizzati su misura e secondo le più restringenti normative in termini di isolamento acustico, fonoassorbimento e riverbero, diventando nell’Élancourt Music School strumento espressivo e di design capace di rendere gli interni funzionali e a misura di persona. La fluidità spaziale, la qualità dei volumi, la luce e il mattone conferiscono all’Élancourt Music School l’aspetto di un edificio che punta tutto sul piacere e sulla soddisfazione dell’utente finale, senza preoccuparsi di emergere a tutti i costi ma, piuttosto, cercando di riguadagnare il suo posto originario al centro della città di Saint-Quentin-en-Yvelines e conferendogli di fatto una potenza espressiva capace di stimolare la curiosità delle persone, che una volta in piazza non possono fare a meno di entrare.

Scheda progetto
Localizzazione: Dalle des 7 Mares, place de la Foi, 78 990 Élan
court gross area: 900 m2
Costo: 2,000,000 euro excl. VAT
Periodo di costruzione
Design november 2015 - november 2016;
Construction: march 2017 - october 2018
Project Management: OPUS 5 Architectes, Hùng Tôn (project manager)
Strutture: Batiserf
Facciate: Wienerberger
Impianti: Louis Choulet
Acustica: Impédance
Analisi economiche: Cabinet Votruba
Photos: Luc Boegly

Aggregazioni, Arketipo 130, 2019