Rilevazioni – Nei primi cinque mesi del 2009 le vendite sono diminuite del 5% a valore e del 7% a volume

Confindustria Ceced Italia, l'associazione che riunisce cento tra i maggiori produttori di apparecchi domestici e professionali in Italia, ha recentemente presentato i risultati preliminari del settore nella prima parte del 2009. Nonostante i dati più recenti lascino intravede qualche segnale di rallentamento della negatività, in particolare nel lavaggio, nel piccolo elettrodomestico, nei caminetti e nelle stufe, i risultati di sintesi non sono diversi da quelli di fine 2008, quando lo scenario industriale e di mercato aveva subito una caduta drammatica. In base a quanto rilevato da Gfk, nei primi cinque mesi del 2009 le vendite sono diminuite del 5% a valore e del 7% a volume, raggiungendo il peggior risultato dell'ultimo decennio. Il sell-in, cioè le vendite dei produttori alla distribuzione, ha registrato -10%, con la conseguenza che, nelle fabbriche italiane, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni ordinaria è più che raddoppiato.

Le aziende continuano a investire
L'indice della produzione industriale, da gennaio a maggio 2009, ha segnato una riduzione pari a -29,5%. Nel mese di maggio si è però registrato un rallentamento della caduta: -25% rispetto al -33% di aprile e al -31% di marzo. Come ha sottolineato Piero Moscatelli, presidente Confindustria Ceced Italia, i produttori italiani dispongono al loro interno di risorse e capacità per una nuova crescita sostenibile e non possono limitarsi ad avanzare alle istituzioni richieste di incentivi e misure straordinarie (che restano comunque disattese) pur insistendo per ottenere leggi calate nella realtà dell'industria e del mercato e perché siano applicate quelle esistenti, in particolare per il controllo del mercato, la sicurezza dei consumatori, lo smaltimento e riciclo dei prodotti a fine vita (Raee). Pur con le difficoltà attuali, le aziende continuano a investire, nonostante la stretta del credito e l'attesa di un quadro chiaro delle defiscalizzazioni per l'innovazione, come dimostra una ricerca tra gli associati, in cui si evidenzia come tutti abbiano aumentato nel 2009 il numero di novità rispetto all'anno precedente, con un deciso miglioramento qualitativo dei valori ecologici e la focalizzazione sull'alto di gamma, posizionamento vitale per il sistema Italia. La forza del settore degli apparecchi domestici e professionali si manifesta nel riallineamento dei costi operativi delle aziende senza intaccare gli investimenti in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti.

Leggi che non aiutano
In particolare risulta dannoso per la nostra industria il Dpef che vieta, a partire dal 2010, la vendita dei prodotti di classe di efficienza energetica inferiori ad A, disposizione per altro contro i principi fondanti della Ue, dal momento che esistono molte categorie di elettrodomestici che non hanno l'etichetta energetica e parecchi altri, come le asciugatrici, che non raggiungono la classe A per limitazioni tecnologiche intrinseche ai prodotti stessi. La loro eliminazione subitanea dal mercato negherebbe ai consumatori la libertà di utilizzare strumenti da loro ritenuti necessari, oltre a essere in contrasto con il principio fondante della Ue sulla libera circolazione delle merci. In mancanza delle indispensabili modifiche, è attesa l'apertura della procedura di infrazione contro l'Italia da parte della Commissione Europea. Fra i temi “caldi” in sospeso, figura il nuovo sistema di etichettatura energetica, sul quale vige attualmente una profonda confusione a livello europeo. 

Grandi elettrodomestici, gli incentivi non bastano
Continua, per i grandi elettrodomestici, il trend negativo degli ultimi mesi, come confermano i dati di sell-out dei primi cinque mesi del 2009, pari a -4% in valore e -6,5% in volumi. Il sell-in nella prima parte del 2009 si attesta sul -10% del 2008. Per ora, non si vedono segni di inversione di tendenza nell'indice della produzione industriale (misurato da Anie-Confindustria Ceced Italia) che, nei primi 5 mesi 2009, si è fermato attorno a -30%. I volumi produttivi sono passati da oltre 30 milioni di unità prodotte in Italia nel 2002 a 23,7 milioni nel 2008 (-13,5%), con una ulteriore previsione di calo dei volumi. Gli incentivi concessi nel 2007 e 2008 (e ancora validi per quest'anno) a frigoriferi e congelatori hanno funzionato, spostando gli acquisti verso gli apparecchi di più alta efficienza energetica (classi A+ e A++) passati dal 12% nel 2006 a circa il 50% nel 2008. Il miglioramento del mix ha però fortemente risentito della contrazione dei volumi complessivi, così che la trasformazione del mercato rimane ancora lontana.

Male il freddo e l'incasso
Proprio il gruppo merceologico del freddo ha registrato nella prima parte del 2009 il risultato peggiore (-7,2% a valore; -7,9% in volumi. Dai produttori di cucine dipende circa il 40% del fatturato dei produttori di elettrodomestici in Italia: i prodotti per l'incasso rappresentano circa un terzo del valore complessivo di una cucina. Serve una spinta, anche incentivata, all'acquisto di elettrodomestici più performanti e con impatto ambientale ulteriormente ridotto grazie all'elevata efficienza energetica. Il miglioramento del mix nel built-in è stato, finora, inferiore a quello registrato nella libera installazione. Sono in particolare preoccupanti i dati GfK circa la vendita dei piani cottura e dei forni da incasso, che hanno registrato, rispettivamente, a volume -9% e -9,1% e a valore -7,7 e -8,1%.