Settori – Ancora in perdita il bilancio 2009 per il secondo comparto industriale italiano. Secondo Piero Moscatelli, presidente di Confindustria Ceced, il Governo deve intervenire

Proseguendo la tendenza negativa inaugurata nel 2008, chiude ancora in rosso il bilancio 2009 per gli apparecchi domestici e professionali in Italia. Sono andati un po' meglio delle attese - assai negative - i grandi e piccoli elettrodomestici, i caminetti e le stufe. I primi due comparti registrano perdite rispettivamente del 4,6% e 5,6% per quanto riguarda i volumi. Caminetti e stufe sono rimasti stabili. Va notato che per i grandi e piccoli elettrodomestici, il calo in valore è stato inferiore a quello dei volumi venduti: significa che i produttori hanno aumentato la qualità e i prezzi medi e che i consumatori stanno imparando ad apprezzare i prodotti più ecologici ed efficienti. Hanno registrato risultati molto negativi i comparti più legati all'edilizia: camini e canne fumarie (-30%), cappe aspiranti (-25%), climatizzazione (-20%), scalda acqua elettrici (-8%).

I produttori hanno risentito pesantemente dell'effetto domino che si è propagato lungo l'intera filiera. Un discorso a parte richiede il comparto degli apparecchi professionali per catering e ospitalità, che aveva registrato risultati positivi ancora nel 2008: il forte orientamento all'esportazione (70% della produzione totale) ha scontato la crisi mondiale, con un calo dei flussi turistici e una discesa pari al 10% per ordini e fatturati nel 2009. La produzione industriale in Italia ha toccato il suo minimo nel 2009: -17,7% rispetto al 2008 per i grandi elettrodomestici, con 19,5 milioni di unità prodotte. Rispetto al massimo storico (30,2 milioni di pezzi nel 2002), il calo è del 36 per cento. L'indice della produzione industriale di tutto il settore, misurato da Confindustria Anie, è diminuito del 26% tra gennaio e settembre rispetto allo stesso periodo del 2008.

La situazione in Europa
In Europa, il mercato dei grandi elettrodomestici ha centrato un +3,8% in Germania, mantenendosi su risultati negativi in Francia (-3,7%), Gran Bretagna (-5,4%) e Spagna (-12%). Positivi anche i risultati di Svezia e Austria. Per quanto riguarda l'Italia, il calo delle vendite ai consumatori finali (sell out) corrisponde a -4%, come nel 2008, mentre le vendite ai distributori (sell in) sono calate del 5,8% (-8% nel 2008). In base ai dati Gfk, è degno di nota il settore lavaggio, grazie all'ultimo quadrimestre con segno più. Il comparto del freddo comincia a dare segni di ripresa con l'ultimo bimestre (+1,1%), grazie soprattutto ai prodotti di libera installazione. Di contro, la cottura, come tutto il segmento incasso, continua a soffrire.

Moscatelli: serve una politica industriale
Con circa 130mila addetti, il comparto degli elettrodomestici è il secondo settore industriale italiano dopo l'automobile, ma finora ha ricevuto scarsa attenzione e sostegno dal Governo. «Attendiamo risposta dal ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, al quale abbiamo chiesto un incontro urgente - ha dichiarato Piero Moscatelli, presidente Confindustria Ceced - Il futuro del nostro settore richiede interventi di politica industriale per mantenere posti di lavoro, risorse qualificate di ricerca e sviluppo, capacità produttiva in Italia. Occorre stimolare la domanda mediante incentivi all'acquisto dei prodotti più ecologici ed efficienti».

«Il settore - prosegue Moscatelli - viene da due anni di profonda crisi in cui ha ottimizzato le strutture e la gestione, continuando a investire nell'innovazione dei processi e dei prodotti. Non ha più margini per proseguire solo con i suoi mezzi: le prospettive di una nuova crescita sostenibile sono legate alle decisioni di politica industriale e d'incentivazione agli acquisti, senza le quali è in gioco la sopravvivenza della presenza industriale in Italia. Le aziende italiane del comparto hanno reagito alla crisi, ma il Sistema Paese non sostiene la nostra industria e, di fatto, azzera l'attrazione dell'Italia per i nuovi investimenti delle aziende».