(© Delfino Sisto Legani)

Ha aperto le sue porte a Matera la nuova Enoteca dai Tosi, progettata dallo studio belga Architecten De Vylder Vinck Taillieu. La sua realizzazione, all’interno di uno storico sasso di Matera, è il risultato del concorso di architettura “Enoteca dai Tosi - Design Contest”, indetto da Gian Paolo Buziol nel 2016, cui hanno partecipato gli studi di Francesco Librizzi, Andrea Caputo, Muller van Severen, StudioErrante Architetture e Architecten De Vylder Vinck Taillieu. Il team belga ha sviluppato un’enoteca sviluppata sui tre livelli di cui si compone il sasso, dando vita a un luogo perfettamente inserito nella storia e nel tempo della città, che sarà Capitale europea della Cultura nel 2019.

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Come descritto dall’architetto Jan De Vylder, la sfida principale era quella di ideare qualcosa a partire da un patrimonio storico e culturale già esistente: sfruttando la matericità del luogo, osservando la città e le costruzioni che nei secoli sono nate e cambiate all’interno dei sassi, lo studio ha deciso di interpretare la città e le sue forme; ha dialogato con il luogo, per riuscire ad interpretarlo e restituire così un ambiente che potesse essere una sintesi architettonica e culturale. Matera è visibile negli stessi elementi progettuali, come le scale in tufo, le piastrelle in cotto e il corrimano a torciglione, nei colori, il verde delle porte e il beige dei sassi, e nei materiali, la pietra delle case e il legno dei tetti: enfatizzando, l’Enoteca dai Tosi è un elogio e un tributo alla città di Matera.

(© Delfino Sisto Legani)

Il progetto innalza tutti gli elementi della città, a partire dal tufo come materiale e dalle scale come forma. Sono questi i due elementi che più caratterizzano l’Enoteca dai Tosi: entrando si è circondati immediatamente da uno scrigno di pietra, in cui le volte dei soffitti continuano lungo tutte le pareti trasformandosi in blocchi di scale che accolgono i visitatori e diventano allo stesso modo elementi espositivi.

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La prima esperienza nell’Enoteca dai Tosi avviene varcando l’ingresso del patio, la prima stanza del progetto, a cielo aperto. Questo illustra al visitatore tutti gli elementi che troverà all’interno del sasso, a cominciare dall’incipit della scala circolare che lo avvolge; la pavimentazione è tipicamente materana, a listelli e realizzata in cotto; continua in pietra all’interno per terminare infine con l’apertura di un antico pozzo, grazie alla quale prende vita una stanza sottostante, da scoprire.
Dalla porta verde del patio, si accede alle stanze interne del sasso: una grande scala accompagna i visitatori per i tre livelli, avvolgendo ciascun ambiente grazie all’andatura circolare della sua struttura. Il bancone del bar è realizzato in struttura diamantina, con i tipici infissi in acciaio verde delle porte della città, e con un elemento espositore di bicchieri e bottiglie nella parte retrostante. Le luci sono realizzate in vetro soffiato verde da un artigiano veneto in tre forme differenti, a ricordare dei calici di vino, e sono disposte all’interno delle varie stanze in modo che un gioco di luci e ombre illumini delicatamente i diversi spazi. Un terzo elemento guida il visitatore nella sua discesa dell’enoteca: il corrimano, realizzato in metallo anch’esso verde, prende la forma del torciglione, tipico della città, e si sviluppa dall’alto in basso sui tre livelli.

Proseguendo la visita, un’apertura laterale interrompe il corso della scala: si tratta delle due cisterne dell’acqua, e dei rispettivi pozzi, divenuti ambienti dell’enoteca che accolgono anch’essi lo svilupparsi della scala come sedute e i cui soffitti, voltati, riprendono in maniera speculare il suo disegno. Le sedute sono l’elemento modulare a partire dal quale vengono realizzati tutti gli altri mobili. Sviluppate come sovrapposizione di pannelli in legno truciolare, sono state dipinti con un colore verde a olio. Ai tavoli sono state aggiunte viti laccate di rosso distribuite in modo circolare, che contribuiscono anch’esse al disegno del legno. Dall’unione di più tavoli, intervallati da grandi piani di legno, prendono forma i cosiddetti “gioielli” dell’enoteca: un po’ tavoli e un po’ teche, si collocano al centro delle stanze e presentano le referenze vinicole dell’enoteca così come i bicchieri che le accoglieranno, stagliandosi nella superficie della roccia.

(© Delfino Sisto Legani)

Un tunnel voltato accompagna il visitatore fino all’ultima stanza, uno spazio circolare, in cui il soffitto a volta rispecchia il disegno della scala che prosegue lungo tutti i lati. Divisa a metà da una parete di vetro, la stanza si sviluppa anche come cantina: oltre il vetro e contenute da invisibili intagli, le bottiglie dell’enoteca sono disposte in questo spazio come una grande carta dei vini.