Estaçâo do Oriente  

Progettista: Santiago Calatrava
Committente: Gare Intermodal de Lisboa S.A.
Destinazione d'uso: stazione ferroviaria

L'Esposizione Universale è organizzata a Lisbona nel 1998 con lo scopo di commemorare il cinquecentenario della scoperta delle Indie da parte di Vasco de Gama, evento che aveva significato per la città l'inizio di un grande sviluppo urbano e di un'indipendenza sempre più marcata all'interno della penisola iberica e dello stesso continente europeo.
La fine dell'impero coloniale nel 1974 e l'annessione nell'Unione Europea nel 1986 stabiliscono per Lisbona il ritorno di un forte legame politico e commerciale con il continente. La costruzione della stazione ferroviaria dell'Oriente, nell'area portuaria a est della città, si iscrive in questo nuovo orientamento e ha il duplice obiettivo di costituire una porta d'accesso all'Esposizione per i viaggiatori provenienti da ogni parte d'Europa e un elemento centrale della riqualificazione dell'intero territorio adiacente.
In questa zona d'espansione urbana rimasta fino all'inizio degli anni Novanta fortemente degradata, il nuovo nodo di traffico delle linee ferroviarie a lunga distanza, della metropolitana e degli autobus, gli edifici costruiti per l'Esposizione, i parchi e i giardini formano infatti il centro per lo sviluppo di un nuovo quartiere altamente qualificato e ricco d'infrastrutture e di spazi pubblici. Situata a qualche chilometro dal centro storico, la stazione costituisce per la città un punto di collegamento delle zone centrali con le vaste passeggiate create lungo l'estuario del Tago e fornisce nello stesso tempo l'occasione di rompere l'isolamento dei vicini quartieri di case popolari.
Nonostante l'assenza di un vero e proprio edificio amministrativo e la presenza di sole quattro banchine riservate al traffico ferroviario, la stazione dell'Oriente rappresenta il primo e il più importante nodo di percorsi di tutto il Portogallo. Essa raggruppa più funzioni legate al mondo del viaggio: un parcheggio sotterraneo per automobili, un terminal per taxi, una stazione delle autocorriere, uno spazio per il transito e lo stazionamento dei treni regionali e metropolitani che mettono in relazione la periferia urbana con il centro della capitale e l'aeroporto. Tali funzioni si organizzano su tre livelli diversi: sottosuolo, piano della circolazione viaria e piano sopraelevato delle linee ferroviarie. Quest'ultimo forma un ponte della lunghezza di 240 metri. Una galleria pedonale sotterranea, posta nella parte centrale sotto la piattaforma dei treni, funge da atrio degli arrivi e delle partenze e costituisce il punto di smistamento di tutti i percorsi. In questa galleria pedonale la navata centrale corrisponde a uno spazio a tripla altezza, illuminato dall'alto da particolari feritoie. Ai lati della navata, i balconi e le passerelle, collegati tra loro da scale mobili, disegnano più piani intermedi che contengono i servizi per i viaggiatori e delimitano una vasta zona commerciale. Dal punto di vista tipologico, la stazione si presenta infine come la somma di tre spazi autonomi fortemente caratterizzati: la galleria-atrio delimitata da terrazze a gradoni e attraversata da più piani orizzontali; lo spazio di sosta dei treni coperto da un'originale tettoia in ferro e vetro; la stazione delle autocorriere con il succedersi di pensiline dalla forma oblunga e collegate tra loro da un percorso pedonale in quota.
La struttura portante dell'edificio, in cui le diverse forze in atto sono messe in evidenza e sottolineate fino all'esasperazione, costituisce l'elemento di continuità tra i tre differenti ambiti menzionati. Dal sottosuolo e fino al punto più elevato, gli elementi strutturali creano un movimento continuo e controllato in ogni minima parte e rimandano a un disegno estremamente organico in cui ogni dettaglio e nervatura si riallaccia alle forme e alla composizione dell'insieme. La base dell'edificio è massiccia: archi ribassati, pile, capriate, solai e passerelle in cemento armato formano lo scheletro della galleria sotterranea, attraversato da fasci di luce naturale che ne sottolineano la plasticità delle forme. Tale struttura prosegue all'esterno del fabbricato, nelle lunghe pensiline della stazione delle autocorriere realizzate in acciaio e vetro e sostenute da capriate in cemento. Infine, la parte superiore, destinata alla sosta dei treni, appare come la più leggera e suggerisce l'immagine di un fitto bosco che appoggia senza gravità sulla piattaforma orizzontale. In questa particolare galleria dei treni, esili colonne di ferro si diramano a ventaglio e creano un sostegno per la copertura vetrata sottolineando la voluta trasparenza del disegno d'insieme.
L'approccio artistico nel concepire l'edificio prevale sia negli spazi di collegamento sotterranei, dalle forme scultoree fortemente espressionistiche, sia negli elementi esterni che rimandano all'idea astratta della creazione di un bosco in metallo e vetro. La composizione del fabbricato esprime una forte monumentalizzazione delle tre parti che formano l'insieme: la galleria-atrio, la tettoia di copertura dei treni e le pensiline esterne. La stazione, comunque, non appare come un monumento isolato, ma come un edificio che si riallaccia al tessuto circostante e permette d'introdurre una nuova dimensione urbana in una zona ancora in parte degradata, occupata da depositi, vecchi edifici industriali e case di pescatori.

Estratto da: STAZIONI - architetture 1990-2010

			Planimetria generale			Pianta della stazione						Schizzo di progetto			Sezione trasversale