Elettrodomestici – L'impegno contro l'effetto-serra, avviato dieci anni fa dall'industria del vecchio continente, oggi è arrivato alle frontiere della sostenibilità ecologica e sociale

Dal Ces (Consumer Electronics Show) di Las Vegas all'Ifa (Internationale Funkausstellung) di Berlino, sino alla Conferenza internazionale di GFK sui rapporti tra elettronica di consumo e ambiente, arriva un'unica conferma: l'ecologia e le nuove tecnologie non sono più in contrasto. L'eco-compatibilità e le preoccupazioni per le crescenti emissioni di Co2 entrano con il loro carico di urgenze anche nel mondo dell'hi-tech.

È vero che il 90% degli apparecchi d'elettronica di consumo, comprese le console dei videogiochi che vanno in mano ai bambini, contengono ancora sostanze tossiche ad alto rischio e hanno consumi elettrici elevati, ma si sta assistendo a un cambiamento di strategie e di scelte persino negli Usa e in Cina, anche se poche aziende e pochi personaggi s'impegnano in questa direzione. Una è la Whirlpool - soprattutto la divisione europea - e uno è Gary Shapiro, Ceo del Ces e della potentissima Consumer Electronics Association, che già per l'edizione 2006 aveva deciso di promuovere la raccolta differenziata, il risparmio energetico e l'utilizzo di materiali riciclabili.

Il ritardo americano nell'efficienza energetica
Era solo un avvio, rimasto peraltro poco ascoltato, ma dall'edizione 2008 il cambiamento è stato importante, con inviti-ultimatum a espositori, organizzatori e visitatori per ridurre le emissioni di Co2. E poiché per lo svolgimento della gigantesca kermesse le emissioni sono enormi (circa 20mila tonnellate di carbonio), in cambio Shapiro ha promosso un investimento corrispondente in riforestazioni, energie rinnovabili certificate ed efficienza energetica. Un metodo pragmatico tipicamente americano ma intanto - si lamentano le associazioni dei consumatori, le catene della distribuzione e alcuni produttori - le emissioni di Co2 dagli Usa nell'atmosfera aumentano in modo esponenziale.

Per questo motivo, singoli stati come la California hanno da tempo deciso una rigida politica anti-inquinamento, che il governo Bush ha ostacolato con una serie di barriere legislative. Un programma mai varato perché le lobby dei petrolieri e il 90% dell'industria americana hanno impedito di firmare l'accordo di Kyoto con i conseguenti provvedimenti. Per questo motivo, l'industria del bianco Usa manifesta un'evidente arretratezza tecnologica nei processi e nell'efficienza energetica: l'unico programma che si avvicina a quelli del labeling europeo, Energie Star, è volontario e nel suo livello più alto a malapena tocca i parametri della europea classe B. La messa sul mercato della divisione dei grandi elettrodomestici General Electric ha, infatti, due motivazioni: la necessità di fare ingenti investimenti per la riorganizzazione di fabbriche obsolete e prodotti con consumi molto alti, e il crollo del mercato americano per effetto della crisi immobiliare.

Ecologia e mobili
Una bassa propensione all'eco-compatibilità dei processi e dei prodotti caratterizza ancora alcuni comparti come quello dei mobili e dei casalinghi, sia per la modesta taglia delle aziende sia per la centralità esclusiva del fattore estetico. Solo pochi produttori, come Valcucine per esempio, fanno eccezione. «Entro fine anno abbiamo
intenzione - ha dichiarato Valter Scavolini, presidente della omonima società - di arrivare alla completa sostituzione della formaldeide ancora consentita per i collanti impiegati nei mobili». Solitaria dichiarazione a fronte di una generale indifferenza tra i produttori per l'inquinamento indoor provocato, com'è noto, da una miriade di sostanze e allergeni provenienti dagli arredi.

Diverso, invece, il settore del bianco. Indesit Company ha creato una grande visibilità per i marchi dell'incasso (Scholtès e Hotpoint Ariston) con innesti di tecnologie dell'automazione ma contemporaneamente può vantare, come ha rilevato Nicola Boari, Product Marketing Director, «un catalogo con una presenza maggioritaria di apparecchi dalla classe A in su. In Indesit Company il 95% del lavaggio e il 73% del freddo è in classe A e nella classe superiore. Per quanto riguarda i forni, è in classe A circa il 50%».

Manager sempre più eco-responsabili
Una nuova generazione di Ceo sta avanzando nelle aziende europee, molto motivata sull'impegno eco-responsabile dell'azienda, come Marc Bitzer, presidente europeo di Whirlpool: «Abbiamo avviato da tempo un ambizioso business-plan, che riflette una nuova etica d'impresa in grado di coniugare innovazione e sviluppo sostenibile». Bitzer afferma che l'azienda si è impegnata a ridurre le emissioni di gas-serra nel 2008 del 3% ed entro il 2012 del 6-7%. Luca De Biase, direttore di Nòva - Il Sole 24 Ore, raccomanda: «I media hanno il compito di raccontare l'innovazione e le sue conseguenze, per rendere consapevole la comunità sui contenuti e sui cambiamenti. L'innovazione considerata a sé è uno spreco d'idee e persone, se le aziende rimangono chiuse al mondo esterno e non considerano sin dall'inizio gli effetti che possono derivarne per l'uomo e l'ambiente».

Dove si trova un ideale collegamento tra tecnologia e sostenibilità ecologica e sociale? «Sulla rete, nei blog e negli altri strumenti che costituiscono il più diffuso social-network del pianeta», continua De Biase. A settembre, per la prima volta, l'IFA di Berlino aprirà le porte ai grandi elettrodomestici, perché nella sfera casalinga convergono sempre di più le tecnologie tradizionali e quelle più recenti. Contrariamente a quanto si crede, a presentare i parametri più avanzati di progresso umano sono gli elettrodomestici: il mondo lo salvano le lavatrici intelligenti che consumano sempre meno, non certamente le megatv e le console dei videogiochi.