Lo spazio occupato fino a trent’anni fa dallo stabilimento Alfa Romeo è situato a nord-ovest dell’area metropolitana milanese: diviso su quattro territori comunali (Arese, Lainate, Garbagnate e Rho), si trova in prossimità del polo espositivo di Fiera Milano e di Expo 2015, oltre che di nodi infrastrutturali importanti (l’autostrada Milano-Laghi, l’autostrada A4 Torino-Milano-Venezia, la tangenziale Ovest, la statale del Sempione e la Varesina). Lo stabilimento entrò in funzione nel 1963, andando ad alleggerire l’unità produttiva al Portello di Milano dove la prima fabbrica dell’Alfa (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) era nata nel 1910. L’ampliamento del complesso industriale, che alla fine occupò circa 2.000.000 mq, proseguì in più fasi fino ai primi anni Settanta, quando tutta la produzione venne spostata dal Portello e si innalzarono gli uffici direzionali. Di questo periodo è il centro tecnico, palazzo ideato dall’architetto Ignazio Gardella e tuttora esistente, che fungeva da varco per la portineria centrale sul lato sud del lotto: alle sue spalle si snodava la spina tecnica (contenente la mensa e altri servizi, oltre alla distribuzione, in copertura, della rete degli impianti) e, a est, il reparto “sperimentazione” rivestito su due lati da caratteristici elementi frangisole di calcestruzzo armato a vista. Tra gli anni Ottanta e i primi anni del Ventunesimo Secolo, il complesso non solo soffrì della crisi che stava investendo il settore industriale (colpendo altre grandi imprese nel bacino milanese quali la Falck, la Magneti Marelli, la Ansaldo e la Breda), ma fu anche oggetto di passaggi di proprietà e di ridimensionamenti aziendali che ne decretarono, in varie fasi, la chiusura.

La dismissione dell’attività produttiva Alfa Romeo portò, nel tempo, a una serie di demolizioni, alla costruzione di nuovi capannoni con funzione di polo logistico, alla modifica di fabbricati ancora presenti (come la spina dei servizi e il silos, al quale sono stati rimossi i tamponamenti per la bonifica dell’amianto), al collocamento di estesi parcheggi all’aperto, alla costruzione di edifici con alternative destinazioni d’uso. Una superficie di circa 120.000 mq è ora occupata dal centro commerciale Il Centro inaugurato nell’aprile 2016 e vincitore a novembre del Mapic Award 2016 come Best new shopping center, un riconoscimento internazionale rilasciato durante la più importante fiera del settore Retail e Real Estate. Lo shopping center ha una forma allungata che si snoda, con un andamento spezzato, lungo il fronte sud-ovest dell’area: il layout distributivo è contraddistinto da un sistema di piazze, ognuna con una propria identità e tutti luoghi di aggregazione. Dal punto di vista dei materiali utilizzati, il legno è molto presente sia all’interno, a copertura dell’ampia galleria commerciale, sia all’esterno, negli sporti di gronda, nelle pensiline e nelle persiane decorative di facciata. La leggerezza del legno e la tipologia delle sue connessioni hanno permesso di fare un notevole uso della prefabbricazione: si pensi, ad esempio, che le chiusure verticali hanno una struttura intelaiata di legno e sono state interamente prodotte in stabilimento (con moduli di circa 3,2x9 m), complete di isolante e rasatura esterna. Inoltre, la copertura della piazza esagonale (che ha una luce maggiore di 50 m) è stata preassemblata a terra in sei spicchi di ragguardevoli dimensioni: ogni spicchio, del peso di circa 40 quintali, è stato sollevato e posizionato in un solo giorno, riducendo drasticamente le ore di lavoro in quota degli operai, con un enorme vantaggio in termini di sicurezza. Nell’area ex Alfa Romeo restano ancora due realtà strettamente connesse (in modi diversi) al mondo delle automobili: la Pista, ovvero l’intervento composto da due edifici e da una pista automobilistica, e il Museo Storico Alfa Romeo, riportato in vita e riaperto nel 2015. Nei pressi della vecchia pista di collaudo dello stabilimento, nella fascia ovest a fianco del sito, ne è stata realizzata una nuova utilizzata per presentare automobili e per corsi di Guida Sicura. Ai bordi della pista sono stati costruiti due padiglioni con una forma che ricorda i ciottoli di fiume e denominati, appunto, i “Sassi”. I due blocchi, che si sviluppano su tre piani fuori terra, sono collegati da un ponte centrale, chiuso solo al primo piano, i cui impalcati creano un portico a piano terra e una copertura piana pedonabile al piano superiore. L’edificio più piccolo (a nord) è dedicato al mondo Guida Sicura e ospita, al piano terra, la sede e gli uffici di ACI Vallelunga e, al primo piano, quattro aule didattiche con pareti mobili. L’altro immobile, invece, ha una vocazione espositivo-museale: è un open space estremamente duttile e adattabile a qualsiasi esigenza. In copertura c’è una terrazza per eventi, raggiunta da un monta-auto idoneo a portare persino grandi Suv.

I due volumi si aprono a ventaglio su una piazza centrale di circa 2.000 mq, ideale per manifestazioni, esposizioni e accoglienza visitatori e lambita, su un lato, dal torrente Lura, che è stato oggetto di riqualificazione e rinaturalizzazione. La pista ha un tracciato di circa 1.600 m e propone quattro aree per esercizi dinamici di Guida Sicura: dosso, steering pad, aquaplanning ed evitamento dell’ostacolo improvviso. Sono state impiegate speciali resine che consentono una bassa velocità di esecuzione degli esercizi (circa 40 km/h), ma che simulano velocità tre volte superiori in modo da insegnare agli utenti a cavarsela nelle situazioni più spiacevoli a velocità di codice in autostrada. L’ultimo edificio costruito nello stabilimento Alfa Romeo fu il Centro Direzionale, completato nei primi anni Settanta. In adiacenza venne eretto il Museo Alfa Romeo che illustrava la storia dell’azienda: inaugurato nel 1976, rimase aperto alle visite su richiesta fino al 2011. Per riaprirlo è stato imprescindibile un approccio progettuale capace di rilanciare il marchio Alfa Romeo rispettando, nel contempo, i vincoli di tutela del Ministero dei Beni Culturali. Il nuovo programma nasceva secondo un principio funzionale molto diverso da quello del museo storico e richiedeva di ripensare la struttura degli ambienti e dei percorsi secondo necessità profondamente mutate: non si voleva più solo un museo (peraltro arricchito dalle ormai codificate attività collaterali come store, caffetteria e archivio), ma anche un brand center con showroom, delivery, spazio per eventi, pista di prova, classic center e officina. L’inderogabile confronto tra storia e contemporaneo è stato risolto lavorando sul principio dell’innesto: le funzioni/forme generate dai nuovi flussi sono visibilmente differenziate dall’architettura del passato ma a essa affiancata. L’aggiunta si identifica cromaticamente grazie all’uso del rosso Alfa e si manifesta nella sinuosità delle forme e attraverso l’uso di materiali “meccanici” quali vetroresina e acciaio. A oggi nell’area ex-Alfa Romeo c’è una superficie ancora in attesa del suo destino: la porzione a est che ricade sui territori di Arese e Garbagnate, sfruttata temporaneamente per i parcheggi Expo. Nella delibera regionale del 2 Agosto 2016 si parla di promuovere “attività di servizi di tipo produttivo, terziario avanzato e per la ricerca” e “attività della ricreazione di tipo sportivo e sociale, sviluppando le possibili sinergie con il territorio metropolitano, con particolare riguardo agli scenari post-Expo relativi alla riqualificazione delle aree del sito espositivo”. All’inizio di dicembre si è diffusa la notizia della possibile realizzazione di una grande arena per sport invernali. Non possiamo avere certezze in merito, ma ci auguriamo che sia possibile un positivo completamento delle trasformazioni dell’ex insediamento industriale e che si faccia sapientemente uso di tecnologie costruttive innovative in grado di garantire un’architettura sostenibile nel presente e nel futuro.

I SASSI: STRUTTURA PREFABBRICATA E MONTAGGIO VELOCE
La prefabbricazione ha consentito di raggiungere tempi di montaggio estremamente rapidi de i “Sassi”: all’inizio di gennaio 2015 venivano assemblati gli elementi strutturali di calcestruzzo armato e alla fine di aprile 2015 i lavori erano praticamente completati, sia all’interno che all’esterno. Lo scheletro portante è caratterizzato dall’accostamento di una struttura di elementi prefabbricati di calcestruzzo armato a una struttura con elementi di legno e legno misto a calcestruzzo sulle fasce perimetrali degli edifici. Più precisamente, nella zona centrale i pilastri sono di calcestruzzo armato vibrato a sezione circolare con mensole a capitello, anch’esse circolari, su cui poggiano gli impalcati del primo e del secondo livello (travi a T rovescio e tegoli TT di calcestruzzo armato prefabbricato). Le fasce laterali, invece, presentano pilastri a sezione rettangolare di legno lamellare disposti sul perimetro, scandendo il passo delle facciate, su cui poggiano le travi di bordo di legno del primo e del secondo livello, in parte rettilinee e in parte curve in pianta. L’orditura primaria dei due impalcati è costituita da travi di legno lamellare appoggiate, da un lato, ai già citati pilastri di legno e, dall’altro, alle travi o ai pilastri prefabbricati, così da disporsi con orientamento pressoché ortogonale al perimetro della facciata. Queste travi sostengono i solai a struttura mista di legno e calcestruzzo ottenuti preassemblando in stabilimento travetti di legno lamellare, assito a vista, strato di alleggerimento e cappa collaborante mediante connettori di calcestruzzo. Le coperture dei due padiglioni hanno orditure primaria e secondaria di legno lamellare sulle quali vanno in appoggio pannelli di legno massiccio tipo x-Lam a fibre incrociate. Lungo il perimetro dei padiglioni, la copertura è raccordata all’impalcato del secondo livello mediante archi di legno lamellare disposti fra la sommità dei pilastri di legno di facciata e la trave perimetrale della copertura, in modo da conferirle un aspetto di volta ribassata.

La facciata a scacchi ricorda la bandiera sventolata sui circuiti automobilistici

I SASSI: L’INVOLUCRO
Al piano terra, gli edifici sono chiusi perimetralmente da una vetrina alta circa 320 cm e sorretta da profili da facciata continua a montante e traverso, con passo pari a circa 1 m e vetrocamera isolante trasparente. Nella chiusura vetrata sono inserite le uscite di sicurezza a due battenti e un portone a libro per l’accesso degli autoveicoli in ognuno dei padiglioni. Ai piani superiori i tamponamenti sono costituiti da una facciata di alluminio appesa alle travi perimetrali, su cui sono installati, con disposizione a scacchiera, i serramenti fissi e apribili di alluminio con vetrocamera isolante. Gli altri rettangoli sono ciechi e sagomati con pannelli compositi di alluminio che sporgono verso l’esterno rispetto al filo dei serramenti generando un effetto di chiaro-scuro: questa pelle a riquadri simboleggia la bandiera che viene sventolata sui circuiti durante le gare automobilistiche e motociclistiche per segnalare la fine della competizione. Il tamponamento a scacchiera, che prosegue senza soluzione di continuità tra i due padiglioni, sale fino al secondo piano, divenendo parapetto per la terrazza. Il manto di copertura è in lastre di alluminio preverniciato connesse con giunti drenanti a tenuta completa e senza giunzioni trasversali (essendo di pari lunghezza della falda). Le lastre sono posate su listoni di legno, previa interposizione di una membrana bituminosa stesa sui pannelli x-Lam. Per quanto riguarda il solaio a terra, nello spazio libero fra le fondazioni è posizionato un vespaio con cupole in materiale plastico di altezza 50 cm, con aerazione pari all’1% della superficie in pianta, come previsto dal locale regolamento di igiene. La soletta armata soprastante ha funzione di sostegno del pavimento del piano terra e di collegamento orizzontale delle fondazioni isolate.

IL MUSEO ALFA ROMEO
L’idea forte del progetto architettonico, sovrapposto alla struttura esistente, è il “biscione” (guarda caso, stiamo parlando di Alfa Romeo) che attraversa tutto il complesso: un segno eclatante che traccia il percorso dal parcheggio all’edificio. L’arrivo è marcato da una pensilina rossa dalla linea dinamica che richiama una “genetica Alfa Romeo”: un elemento meccanico, sostenuto da un’esile struttura di acciaio e con un rivestimento curvilineo, lucido e accattivante di vetroresina. La pensilina entra poi nell’edificio e prosegue lungo l’itinerario interno del basemento. Attraversato il fabbricato, il nastro rosso esce all’aperto e genera il volume di entrata al Museo. Questo corpo tubolare, dal design automobilistico, è visibile dall’autostrada e si distingue dall’esistente nella forma, nel colore e nei materiali. In sommità, l’involucro di vetroresina si apre visivamente con una chiusura vetrata che, da un lato, consente l’ingresso di luce naturale, dall’altro, contribuisce ad attrarre attenzione, stimolando curiosità e interesse. Questo oggetto architettonico - che esternamente è rivestito da vetroresina, internamente è rifinito con pannellature di cartongesso smaltate rosse – contiene la scala mobile di salita alle sale espositive e avvolge il visitatore nella proiezione di filmati di auto in movimento. Oltre all’evidente innesto del nastro rosso che culmina nel flessuoso corpo di risalita, altre sono le modifiche effettuate: lo spostamento degli accessi sul lato nord del complesso; la valorizzazione del basemento come ingresso e pre-museo; l’inserimento di passaggi obbligati tra i piani; l’apertura di un livello nel vuoto centrale del museo; la riduzione del soppalco di ingresso a spazio scenografico; l’ampliamento degli spazi del piano interrato museale; il controsoffitto del museo come “macchina tecnologica”; la “colonizzazione” degli spazi del centro direzionale con le nuove funzioni.

Scheda progetto
IL CENTRO

Localizzazione: Arese, Italy
Progetto architettonico: Davide Padoa, chief architect (Design International) Michele De Lucchi (aMDL), Arnaldo Zappa (Sviluppo Arese)
Committente: Finiper
Progetto facciata: Michele De Lucchi
Progetto paesaggio: Arnaldo Zappa, Giorgia Borreli (DI)
Progetto d’interni: Arnaldo Zappa, Davide Padoa
Gruppo di progetto: D. Jones, E. Vazquez Talavera, G. Borrelli
Ingegneria strutturale: Costruzioni 2005, Simete
Progettazione strutture di legno: Giovanni Spatti (project phase), Giovanni Spatti, Francesco Zanetti (construction phase)
Progetto antincendio: S.T.Z.
Progetto illuminotecnico: Roberto Dell’Acqua (DI), iGuzzini, AGIE
Leasing: Studio Conte, Cushman & Wakefield
Project management: Francesco Ioppi (Finiper)
Imprese principali: Intinera, Agie, Moretti
Prefabbricazione e montaggio facciate, copertura piazza esagonale: Wood Beton
Piastrelle e rivestimenti bagni: Mirage
Ascensori e scale mobili: Schindler
Verde esterno e interno: Rattiflora, Green Project, Nuova Malegori, Idea Verde
Copertura: Dott. Gallina

I SASSI
Localizzazione: Lainate, Milano (Italia), area ex Alfa Romeo
Proprietà dell’area e committente: Tea (Gruppo Finiper)
Gestione impianto: Aci Vallelunga
Progetto architettonico e direzione artistica: Michele de Lucchi
Collaboratori di progetto: A. Micheli (chief architect), A. De Leonardis, S. Figini, A. Ghiringhelli
Project management, progetto municipale, direzione lavori e sicurezza: Store, Trm civil design
Progetto strutturale: Giovanni Spatti
Elaborazioni grafiche progetto costruttivo edifici: Progetto strutture
Consulenza progettuale pista e moduli guida sicura: Aci Vallelunga, Tecnovit
Progetto del verde: LAND group
Alta sorveglianza: Arco engineering
Supervisione impianti: Tekser
Periodo di progetto: September 2013 - March 2014
Realizzazione: December 2014 - April 2015
Impresa principale: Sviluppo Arese
Impresa costruttrice: Prefabbricati Camuna
Strutture di legno e legno cls: Wood Beton
Opere da impresa edile: Cantieri edili Bergamelli, E.T.Cam
Impianti elettrici, meccanici e speciali: Agie
Serramenti e facciate continue: Polito serramenti
Pavimenti di ceramica e pietra: Ri.Pa.
Copertura, lattonerie e impianto fotovoltaico: AT
Pali di fondazione: Visconti fondazioni profonde
Isolamenti e impermeabilizzazioni: Icofon di Gabrieli Giuseppe
Ascensori: Schindler
Montauto: Ideal park
Pareti manovrabili: Oddicini industrie
Opere da fabbro: Effe 2 di Felloni & C.

MUSEO
Localizzazione: Rho (MI)
Progetto architettonico: Benedetto Camerana
Committente: FCA, Fiat Partecipazioni
Gruppo di progetto: Marco Caretto, Giulia Mondino (chief architect); Marco Biondi, Marco Caprani, Mattia Greco, Ivan Rotella, Anna Truglio, Shinobu Hashimoto
Ingegneria: EP&S Scarl
Ingegneria strutture: Stefano Dalmasso
Impianti elettrici: Renzo Zorzi
Impianti meccanici: Massimo Rapetti
Progetto luci: Nico Bruno
Acustica: Piero Raucci
Periodo di costruzione: June 2014 - June 2015
Impresa principale: CGG
Allestimento: Nussli
Multimediale: CWS
Ceramiche: GranitiFiandre
Ascensori e collegamenti verticali: Schindler
Vetro resina: NRB
Carpenteria: Falcone
Illuminazione museale: DTS
Installazione DNA: iGuzzini
Photos: Museo Storico Alfa Romeo, Gruppo Finiper, Wood Beton, Maurizio Vezzoli, Sebastiano Pellion Di Persano, Mirage, Progetto Strutture, Tom Vack

Arketipo 108, Costruire a secco, gennaio/febbraio 2017