Un'architettura industriale di grandi dimensioni e dal carattere costruttivo ben precisato, un progetto ambizioso di recupero e nuove esigenze funzionali, convivono senza prevaricazioni nell'ex Fornace Morandi di Padova.
I muri laterizi possenti, la loro disposizione all'interno della pianta della fabbrica e le dotazioni tecniche specifiche della produzione, quale la ciminiera svettante al centro, costituiscono il vincolo e al contempo l'opportunità. Il vincolo impone la ricerca del layout più funzionale alle nuove distribuzioni e destinazioni d'uso, costrette entro gli spazi comunque generosi definiti dalle preesistenze; l'opportunità è quella di carpire le doti tecnico-prestazionali delle membrature esistenti e tradurle in benefici per i nuovi equilibri auspicati dal programma. Riguardo le nuove funzioni, l'ex fornace è stata ripensata per vari spazi di rappresentanza, per la ristorazione e per uffici. Esse si collocano lungo il perimetro del volume, per far propri gli accessi alle finestre, di cui godere aria e luce naturale, oltre alle vedute. Gli spazi centrali del parallelepipedo di base costituiscono il cuore dell'attività dell'ex Fornace, ne custodiscono la memoria nella conservazione del forno e della ciminiera e, contemporaneamente, conducono alle nuove destinazioni ai piani. Per la precipua capacità di collegare differenti livelli orizzontali, mediante rampe che guadagnano la terza dimensione dello spazio, l'altezza, la scala si presta a essere elemento dinamico, scardinatore della logica scatolare del volume in cui è racchiusa. Si compone di elementi metallici preassemblati, irregolari, ricondotti alla forma generatrice del triangolo: un origami di acciaio, alla cui leggerezza rimandano i tiranti metallici di sospensione delle rampe. L'uso del vetro, impiegato in forma strutturale quale parapetto, senza giunti fra le lastre e con fissaggi a scomparsa alla base, accresce il senso di leggerezza visiva per il fruitore.
Riguardo i benefici prestazionali, precedenza è dovuta alla ciminiera svettante sui tetti della città: essa è simbolo del passato, ma anche attuale camino di ventilazione, per convogliare in esterno le arie esauste degli spazi interni e centrali. Il laterizio in forte spessore risulta utile alleato per gli equilibri igrotermici dell'involucro esterno della fabbrica. Gli spazi inerbiti, anche pensili, contribuiscono al mantenimento di un microclima equilibrato. L'innovazione del progetto esce maggiormente allo scoperto, volutamente, in tre occasioni principali: la costruzione di un nuovo volume quale strategia di risarcimento dell'affaccio nord, molto lesionato prima dei lavori; l'inserimento di un suggestivo spazio dedicato ai collegamenti verticali; l'impiego di nuovi materiali rispetto a quelli tipici estesamente impiegati nella fabbrica storica. A un segno organico estraneo alle logiche razionali della produzione industriale originaria, sono abbinati metalli bruniti per ossidazione naturale, sostenuti dall'alto mediante esili tiranti alle più spesse masse cementizie armate.
scheda progetto
cliente: Brick&Tile Spa
progetto architettonico: Bruno Stocco Architetto
collaboratori: G. Rizzi with G. Stocco, V. Vedovato, D. Stocco, V. Cadamuro, A. Schievano, C. Borsato
progetto strutture: Mario Fiscon
impianto elettrico: Davide Mattivi - Kite Srl
fotografie: Paolo Mazzo - F38F
tempi di realizzazione: 2007 - 2010
superficie costruita mq: 2.800 mq
volume costruito mc: 55.000 mc fuori terra – 2.000 mc interrati
Collaudo statico: G. Pantuso Impianto termotecnico: Alessandro Nicoli - Studio Trevi Srl
scheda studio
Studio: Bruno Stocco Architetto
Indirizzo: via Beato Crescenzo, 5/3
Città: Camposampiero (PD)
Telefono: 049 5791280
Fax: 049 9316561
e-mail: bsa@brunostocco.com