Fabbrica Olivetti  
Progettista: Luigi Cosenza
Collaboratori: P. Porcinai, M. Nizzoli, G. Mucchi
Strutture in c.a. e muratura: P. Ciaravolo, A. Galli
Direzione lavori: Roberto Guiducci
Località: Pozzuoli (Na)
Datazione del progetto: 1951 - 1954
Datazione realizzazione: 1951 - 1954, ampliamenti fino al 1970
Tamponature: laterizi
Coperture: giardino pensile (edificio di ingresso), lastre di alluminio, terrazze impermeabilizzate con pasta bituminosa e asfalto
Finiture: prodotti a base di resine poliviniliche lavabili
Infissi: metallo
Pavimenti interni: grés rosso (piano officine), grés bianco (piano montaggio), marmettoni 40x40 a mosaico di marmo verde di Verona (direzione)
mq lotto: mq60.000
mq superficie complessiva: mq24.000
mc complessivi: mc115.000

"Dall'alto del castello spagnolo di Baia, guardando verso l'arco dolcissimo del golfo, si nota appena, nel verde, un vasto articolato edificio disteso ai piedi del Monte Campiglione. Una sottile trama di candide linee è contesto al paesaggio flegreo: ma questo (...) proprio in quel punto mantiene più intatto il suo pristino volto: anzi appare quasi rianimato ed acceso dal singolare innesto di architetture" (MUSATTI R., Complesso industriale Olivetti a Pozzuoli, "L'architettura", n. 2, 1955, p. 176).

Lo stabilimento Olivetti sorge sulla via Domitiana, a due chilometri dal centro di Pozzuoli e a poco più di quindici da quello di Napoli, ed è il risultato di successi interventi ed ampliamenti susseguitisi nel tempo. Il progetto affidato da Adriano Olivetti a Luigi Cosenza prevedeva la realizzazione di una fabbrica a ciclo integrale per la produzione di macchine da calcolo, i relativi servizi tecnici e amministrativi e una completa attrezzatura sociale. Cosenza colloca lungo la statale una bassa fascia di padiglioni e di pensiline, ove sono collocati i due ingressi, carraio e pedonale, le portinerie, una sala di esposizione e i parcheggi. All'estremità nord-occidentale la fascia si salda con una serie di edifici funzionalmente distinti, ma costruttivamente legati: l'infermeria, la biblioteca, la mensa. Lungo di essi un percorso coperto, dilatato in atri ed in portici, segna il percorso verso le officine. A queste si accede normalmente dall'estremo occidente del braccio-croce. Lo schema a croce è la chiave del sistema planimetrico dell'intero complesso. La croce propone un'esigenza distributiva per le centinaia di macchine richieste da una produzione industriale in questo avanzatissimo stadio tecnico, una possibilità di espansione graduale o improvvisa, un'equidistanza dei singoli luoghi di lavoro dagli obbligati passaggi di controllo e di smistamento; propone e risolve soprattutto un tema fondamentale nel suo valore umano: quello di una corsia d'officina aperta da ambo i lati alla luce, al paesaggio, alla natura. Il controllo dell'insolazione, in un sito meridionale così aperto e irradiato, è stato uno dei problemi preliminari, risolto con paziente analisi e con varietà di modi: con soluzioni architettoniche (pensiline, pergole, sbalzi...), con attrezzature meccaniche (condizionatori d'aria, vasistas a comando elettrico unificato), infine e soprattutto con l'orientamento generale degli edifici e con la ricca distribuzione del verde. Il braccio nord-sud della croce si sviluppa in duplice piano: sopra, un unico grande salone ospita il montaggio e i magazzini delle parti finite, il collaudo e il controllo. Lo studio della sezione delle officine ha portato alla scelta di far inclinare verso il centro le coperture, per consentire una maggiore illuminazione agli ambienti; lo smaltimento delle acque meteoriche viene risolto nel disegno del pilastro, per evitare pluviali a vista. Allo stesso tempo le sporgenze della copertura e gli ulteriori frangisole proteggono quelle zone che risultano eccessivamente riscaldate dai raggi solari. Cosenza ha attentamente esaminato la posizione dell'operaio al lavoro, con le sue esigenze di concentrazione e protezione durante il lavoro e di svago durante le pause. All'estremità meridionale, il braccio si salda con il breve corpo degli uffici che protende verso il mare un immenso terrazzo sostenuto dai pilastrini del porticato d'ingresso. La sala di rappresentanza prospiciente il terrazzo è decorata con raffinati affreschi di Marcello Nizzoli. Ad est della croce, un edificio separato accoglie la centrale elettrica e la centrale termica. Gli ampliamenti si sono susseguiti secondo le previsioni del primitivo progetto, aggiungendo un ulteriore braccio trasversale alle spine del montaggio e realizzando la prima parte di collegamento con la centrale termica nel 1959 fino al 1961. L'anno successivo è incominciato lo studio di un ampliamento molto più esteso, del quale però è stato realizzato nel 1965 solo il prolungamento dell'officina con un corpo completamente diverso dagli altri perché vennero imposti a Cosenza l'eliminazione del pilastro centrale e l'aumento della larghezza. Nel 1968 Guiducci, già direttore dei lavori dei precedenti interventi ora passato alla Tekne, e Taglialatela elaborano una nuova unità del complesso, che comprende spogliatoi, mense ed uffici, alla quale collabora anche Cosenza. L'ultimo ampliamento, realizzato nel 1970, riguarda un'altra serie di officine sviluppata secondo la prima previsione d'ampliamento. Nonostante le continue modifiche del ciclo produttivo e la complessa vicenda edilizia, la Fabbrica Olivetti resta un'opera figurativamente unitaria e tra le meglio conservate di Luigi Cosenza.

Tratto da MUSATTI R., Complesso industriale Olivetti a Pozzuoli, "L'architettura", n. 2, 1955, pp. 176-189 e da COSENZA G., MOCCIA F.D., (a cura di), Luigi Cosenza, l'opera completa, Napoli, Electa, 1987, pp. 157-162

L'incrocio tra le officine I servizi sociali visti dal laghetto Patio degli uffici Schizzo preliminare di progetto Planimetria generale
Sezione del braccio ovest dell'officina Sezione del braccio est dell'officina