In Italia, molte delle attuali strutture sportive presentano diverse problematiche, che non riguardano soltanto l’aspetto architettonico-strutturale. Si fa riferimento a quelle strutture che sono state pensate e costruite in periodi in cui, a differenza di oggi, si dava meno peso all’aspetto gestionale, economico, sostenibile e soprattutto multifunzionale.
Rispetto a tante realtà già avanti sotto molti aspetti, l’Italia al momento si trova in una posizione di “svantaggio” dal punto di vista strutturale, impiantistico e di sicurezza e inoltre, da non sottovalutare, dal punto di vista organizzativo e strategico.
Nel nostro Paese, lo stadio o l’impianto sportivo in generale sta diventando un luogo sempre meno frequentato dai cittadini e dai tifosi.

La maggior parte delle strutture sportive italiane ha un’età media di 64 anni per la serie A e di 68 per la Serie B. Una netta differenza con la situazione europea che invece vanta molte strutture nuove e ben progettate. Dai mondiali degli anni ‘90 gli investimenti per gli impianti sportivi si sono fermati o sono nettamente diminuiti. Un importante esempio di grandi strutture “lasciate a loro stesse” è il San Nicola di Bari, un’importante struttura chiamata addirittura “astronave” per le sue caratteristiche (specialmente per gli anni 90) progettata da Renzo Piano. Lo stadio presentava una capienza di circa 60.000 posti, che ad oggi è ovviamente sproporzionata alla quantità di spettatori presenti alle attuali partite. In molti casi, purtroppo, non conviene nemmeno investire su strutture esistenti ma rimane più facile costruire nuovi impianti già predisposti alle nuove normative ed esigenze della comunità.
Purtroppo molte delle strutture in Italia, (anche in grandi comuni), non soltanto si trovano in uno stato di degrado e di scarsa manutenzione, ma sono in completo abbandono. Secondo molti, anche Il mondiale di Italia 90 influì sulla scelta di costruire grandi strutture volte ad ospitare un grandissimo numero di spettatori. Esempi come lo stadio Flaminio di Roma, il Dorico di Ancona, il sant’Elia e l’impianto Is Arenas di Quartu Sant’Elena in Sardegna, e molti altri.

Gli stadi sono quasi tutti di decenni fa, sono dentro il cuore della città, portano intasamento e smog. Dobbiamo fare dei cambiamenti, pensando di poter fare lavorare tanta gente intorno a questi investimenti, liberando i centri storici. Non si può rimanere sempre fermi per paura delle conseguenze”. (Parere espresso dall’On. Enrico Letta nel discorso al Senato del 29 aprile 2013 - fonte: sportindustry.com, articolo: Quale futuro attende gli stadi italiani?- 27-09-2013).

Faraone ha realizzato il manuale "Vetro & impianti sportivi. Norme e tendenze per le architetture trasparenti", dedicato alle strutture sportive, con un'analisi sulla situazione e sui nuovi progetti proposti e in fase di realizzazione.

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