Filarmonica di Berlino  
Progettista: Hans Scharoun
Collaboratori: E. Wisniewski, W. Weber, L. Cremer
Progetto architettonico: Hans Scharoun
Assetto paesaggistico: W. Weber
Consulenza acustica: L. Cremer
Località: Tiegarten, Berlino
Datazione del progetto: 1956-59
Datazione realizzazione: 19 settembre 1960-15 ottobre 1963
Struttura portante: calcestruzzo armato
Finiture interne: calcare giurassico ricoperto di pino dell'Oregon
Finiture esterne: calcestruzzo (dal 1980 sono stati aggiunti pannelli di poliestere su alluminio anodizzato color oro)
Posti a sedere: 2218 (1330 centrali, 300 laterali, 270 alle spalle dell'orchestra)
mc complessivi: 108.000 mc

"Mettere la musica in un punto centrale. Questo è stato subito il principio generatore della composizione." E' quanto afferma Hans Scharoun all'inaugurazione della Filarmonica di Berlino, il 15 ottobre 1963. Nata in occasione di un concorso ad inviti bandito nel 1956, la nuova sede dell'orchestra filarmonica di Berlino doveva sostituire l'edificio distrutto nel corso della guerra su Bernuburgerstrasse; la decisione, nel 1959-60, di cambiare la localizzazione dell'intervento (dalla Bundesallee alla Kemperplatzm di Tiergarten) non modifica il progetto iniziale, provocando soltanto alcuni ampliamenti. Nella nuova area, dove già esiste la chiesa di San Matteo, sorgeranno altri edifici sia di Scharoun (perlopiù attrezzature per la Filarmonica), sia di altri importanti architetti, come la Galleria Nazionale di Ludwing Mies van Der Rohe (inaugurata nel 1968).
La nuova Filarmonica di Berlino viene ideata dal berlinese Hans Scharoun come una sorta di paesaggio naturale: la sala è paragonata ad una vallata, con i declivi scoscesi che individuano i posti a sedere ed una copertura plastica a forma di grande tendone che l'avvolge interamente; tutto ciò corrisponde perfettamente a quanto realizzato.
Se osserviamo gli spazi interni si vede come il fulcro di tutto sia lo spazio dell'orchestra, il luogo dal quale si diffonderà la musica; essendo questa la zona più bassa della sala, Scharoun configura la copertura ad andamento convesso per far si che la musica si diffonda uniformemente dappertutto, come se provenisse dall'alto. Inoltre, grazie all'uso di piastre che si protendono verso lo spazio dell'orchestra, si rompe la classica divisione tra l'orchestra stessa ed il pubblico, venendo l'uno a compenetrare nell'altro. Vista in pianta la sala è simmetrica, con i posti a sedere che circondano interamente lo spazio dedicato alla musica; se però si osserva da una delle postazioni laterali, il grande auditorium tutto sembra fuor che simmetrico, mettendo in evidenza il proprio dinamismo e la propria varietà spaziale. La zona dell'orchestra poi non è fissa, ma può abbassarsi o restringersi a seconda delle esigenze.
La forma della sala determina anche lo spazio del foyer a piano terra, dove una serie di rampe e pianerottoli a differenti livelli si proiettano verso l'alto, accompagnati nel loro gioco da pilastri e setti inclinati. Tutti questi elementi, che rendono lo spazio a pian terreno vario ed affascinante, invitano lo spettatore a salire verso la sala principale, magari soffermandosi sui numerosi pianerottoli intermedi, ognuno differente dall'altro.

Bibliografia:
A.F. Marcianò, Hans Scharoun 1893-1972, Roma 1992, pp. 97-108
AA. VV., Topocronologia dell'architettura europea, Bologna 1999, p. 805

A cura di Simone Scortecci

Esterno Foyer a piano terra Interno della sala Planimetria generale Pianta(+19,68)
Sez. longitudinale