Progetti – Una pelle di tessuto arancione avvolge il cuore cementizio del nuovo edificio a Strasburgo: un’architettura dinamica e sensibile alla luce

Con i suoi 10mila posti a sedere, il nuovo Zenith di Strasburgo, inaugurato a gennaio di quest'anno, conquista il primato di sala da concerti più grande d'Europa.
Situato in una zona pianeggiante nel comune di Eckbolsheim, alle porte della città, lo Zenith rivela immediatamente l'intento progettuale degli architetti Massimiliano e Doriana Fuksas: creare una scultura nel paesaggio, carica di dinamicità grazie alla sua forma ellittica e capace di magnifici effetti di luce arancione, grazie alla traslucenza dell'involucro tessile.

La filosofia Zenith
Si tratta del 18esimo Zenith realizzato in Francia da quando, alla fine degli anni Settanta, il ministero della Cultura ha promosso la qualificazione degli spazi dedicati agli show dal vivo, consultando i professionisti dello spettacolo e redigendo insieme a loro una serie di requisiti essenziali per la progettazione di nuovi spazi per la musica. L'obiettivo è conciliare le esigenze di grande afflusso di persone per gli spettacoli rock e pop, con quelle di performance acustiche e comfort visuale richieste per altri tipi di concerto (orchestrali, jazz, danza).

Le scelte architettoniche, così come quelle costruttive, sono tutte orientate a fornire un insieme efficiente e congruente con il marchio “Zenith”: ampi spazi per il pubblico, adeguati locali per gli artisti, acustica perfetta e buone visuali per la sala. Infine, la predisposizione, tipica di tutti gli Zenith, di luoghi d'accesso diretto allo spazio scenico da parte dei camion, per consentire il collegamento degli impianti audio-video delle singole produzioni e facilitare l'allestimento del palco.

Un involucro tessile sul guscio cementizio
La sala è concepita come nucleo scuro, protetto da un guscio duro, plasmato su linee di differenti raggi di curvatura, studiate per ottimizzare il rapporto tra massima capienza e migliore visuale. Il guscio è costruito di calcestruzzo armato per controllare al meglio le performance acustiche.
L'involucro, invece, è leggero, colorato, traslucente, tessile: con questa scelta, Fuksas sembra voler riallacciare un legame con la materialità dei due primi Zenith realizzati dagli architetti Chaix e Morel a Parigi nel 1984 e a Montpellier nel 1986, entrambi con struttura metallica e rivestimento di membrana.

Tramite questa seconda pelle sottile, di colore arancione, sensibile alla luce diurna e capace di accendersi nel paesaggio notturno, Fuksas ricrea a Strasburgo la magica atmosfera degli spettacoli viaggianti e l'effimera sensazione che, da sempre, si prova sotto i loro caratteristici tendoni; al tempo stesso, riesce a offrire le migliori qualità acustiche e visuali, optando per una costruzione dal carattere permanente di calcestruzzo armato per la sala interna.
La forma plastica e statica del guscio cementizio è avvolta da cinque anelli di acciaio dalla forma ellittica, articolati in altezza con eccentricità sempre differenti. Il tessuto arancione, collegato come un nastro agli anelli d'acciaio e a più sottili cavi di tensionamento, avvolge la grande sala avvicinandosi e allontanandosi dal guscio di calcestruzzo e creando così uno spazio intermedio carico di dinamicità.

Uno skyline dinamico
Questo vorticoso avviluppo tessile è governato da 22 antenne di acciaio, che sembrano quasi essere spinte fuori dal guscio di calcestruzzo dai bracci ancorati al guscio stesso, e caratterizzati da diverse lunghezze; altrettanto differenziate risultano, pertanto, le inclinazioni delle antenne della tensostruttura rispetto al perimetro esterno. La novità sta nell'aver superato completamente lo skyline tipico delle tensostrutture, una concezione statica “resistente per forma”: qui non c'è più traccia del contrappunto tra pali alti (le antenne) e punti di ancoraggio in basso.

In questo caso, le antenne inclinate rappresentano un originale raccordo tra calcestruzzo e tessuto, dettando le regole di configurazione di uno spazio architettonico che accoglie gli spettatori e li stupisce con visuali a tutta altezza e di molteplici profondità.
Gli andamenti sinusoidali necessari a soddisfare i vincoli statici della tensostruttura a membrana sono, quindi, completamente reinterpretati: ci appaiono come netti cambi di direzione del tessuto, esternamente percepibile come un'unica superficie arancione scolpita da rientranze e sporgenze sempre curve sull'orizzontale, quanto spigolose sulla verticale.