I due nuclei indipendenti che compongono il progetto Forest Glamp, firmato da Bourgeois / Lechasseur architects, si trovano a Massif Petite-Rivière-Saint-François, nel Québec, più in dettaglio in una delle aree paesaggistiche e turistiche più note della regione. Proprio qui gli architetti hanno sviluppato un progetto di glamping – termine nato dalla fusione fra glamour e camping – per offrire un'alternativa all'ospitalità più diffusa in quest'area canadese, basata soprattutto sulla vicinanza alle aree sciistiche e sulla relazione diretta con gli intensi panorami montani. Per Forest Glamp, invece, l'obiettivo era diverso: avvicinare i visitatori anche alle parti meno conosciute della regione, permettergli di entrare in punta di piedi proprio nelle aree nascoste del Québec, magari rinunciando alla vista sulle vette, ma a favore di una relazione più stretta con la natura, per dare il via a un rapporto più intimo.

Chiave del progetto, quindi, era creare nuclei residenziali che scomparissero fra gli alberi, tanto per rispettare il territorio, quanto per permettere ai turisti di aprire questo stretto dialogo con il paesaggio. Per arrivare all'area di progetto si percorre una strada sterrata, collegata ai sentieri escursionistici locali; qui sono state posizionate le due cabin che compongono il Forest Glamp, a 50 metri di distanza l'una dall'altra, la prima rivolta a est e la seconda a ovest, perché ciascuna potesse usufruire di una propria autonomia. "La loro caratteristica più sorprendente è la facciata totalmente vetrata che guarda alla foresta come sfondo. Doghe in legno oscurato rivestono le altre tre facciate, rafforzando il senso di immersione tra gli alberi vicini", raccontano i progettisti di Bourgeois / Lechasseur architects.
A interrompere la facciata, solo la traccia della porta di ingresso, pensata per 'sfumare' la differenza fra interni ed esterni, 'marchio' dei progettisti e presente anche nel loro precedente progetto per le cupole Charlevoix.

I progettisti di Forest Glamp hanno scelto la prefabbricazione come sistema costruttivo: ciascuna delle due unità 'gemelle' è così composta da due moduli, prefabbricati prima di essere inviati sul sito di progetto per essere poi assemblati. Sul posto sono dunque state necessari solo due interventi: il getto della soletta in calcestruzzo e l'installazione delle lunghe pareti in vetro riflettente. Ma, come raccontano i progettisti, "anche se il processo doveva essere relativamente semplice, ha portato a sfide inaspettate, tra cui una varietà di connessioni meccaniche tra i moduli; durante l'assemblaggio finale è stato così necessario un meticoloso coordinamento del sito". Alla richiesta su perché la scelta sul sistema costruttivo ha prediletto la prefabbricazione, Olivier Bourgeois risponde così: "il progetto è stato inizialmente orientato a un metodo di costruzione standard, ma per motivi di costo si è passati al prefabbricato. Ci interessava anche la qualità della costruzione che poteva offrire il prefabbricato indoor e l'intero processo è durato circa 2 mesi".
Particolari e impegnative anche le operazioni relative alle facciate in vetro, per la cui scelta è stato necessario un intenso percorso di ricerca, per far sì che le superfici specchiate non diventassero pericolose per le numerose specie di uccelli che abitano la zona. "La ricerca guidata dal cliente – Réflexion, Maisons miroirs – ha portato a un prodotto approvato dalla riconosciuta Audubon Society, così come da molte altre associazioni di tutela degli uccelli. Quasi invisibili all'occhio umano, i marcatori per finestre anti-uccelli sono stati accuratamente installati all'esterno dei vetri che rivestono la zona giorno”, specificano gli architetti.

Lo studio per gli spazi interni ha privilegiato l'uso del legno scuro scelto anche per l'involucro esterno: dalla porta d'ingresso, infatti, la stessa essenza 'entra' in casa, rivestendo tutto il lato lungo della zona giorno; scelta simile è stata messa in pratica per il pino chiaro che riveste, invece, il soffitto e che emerge anche all'esterno, nella rivestimento interno della copertura. Ne parla direttamente Olivier Bourgeois: "abbiamo cercato un'atmosfera buia da un lato, qualcosa che quasi scompare lasciando che tutto il posto sia visibile con la facciata in vetro. Abbiamo scelto di portare lo stesso rivestimento nero all'interno: in questo modo sentiamo una vera connessione tra l'interno e l'esterno. Il pino bianco che ricopre il soffitto offusca anche il limite e porta un caldo conforto all'interno...".
Progettata per accogliere al massimo sei persone, ciascuna unità comprende un soggiorno con sala da pranzo e camino, due camere da letto indipendenti e un bagno di grande dimensioni.
Come spazi comuni, in condivisione fra le due cabine, una spa all'aperto.
L'atmosfera che i committenti hanno voluto garantire ai propri ospiti risponde alla registrata richiesta da parte dei turisti canadesi di mantenere intatto il loro rapporto con la natura, ma di privilegiare – al posto delle vecchie capanne rustiche nascoste nei boschi – strutture più evolute e dove l'architettura sia vettore di comodità e comfort.

Scheda progetto
Location: Petite-Rivière-Saint-François, Charlevoix, Québec
Cliente: Réflexion – Maisons miroirs
Design Team: Olivier Bourgeois, Régis Lechasseur, Alexandre Côte, Valérie Gauthier
Area sito: 8300 mq
Area singole unità: 80 mq
General Contractor: Charlevoix Acoustique
Foto: Adrien Williams + Maxime Brouillet