Testo di Stefano Bernuzzi

FRANK GEHRY, CREATORE DI SOGNI
   Testo di Stefano Bernuzzi

"Quello che Frank vuole, Frank ottiene", così afferma uno dei collaboratori
di Frank O. Gehry, l'architetto più famoso del mondo, secondo la rivista Time, e
se Frank vuole Pollack, allora ottiene Pollack. Il regista Sydney Pollack,
autore di film che hanno cambiato la Hollywood degli anni Settanta, si è così
fatto convincere dal suo amico Gehry a girare un documentario, lui che di
documentari non ne aveva mai fatti e non sapeva nulla nemmeno di architettura.
Da questo incontro è scaturito il film "Frank Gehry, creatore di sogni" dopo una
lavorazione durata cinque anni, con un budget irrisorio e un'attrezzatura da
homevideo.
Il titolo rende probabilmente più gloria del necessario al suo
protagonista mentre l'originale "Sketches of Gehry" rende più giustizia al
processo ideativo e produttivo dell'architetto canadese più che al suo essere
"personaggio". La pellicola procede a frammenti, senza un filo narrativo, ma
saltando da argomenti a personaggi contrastanti, seguendo il filo logico del
raccontare la personalità dell'archistar per eccellenza e i suoi edifici.
Pollack alterna interviste, riprese in studio e immagini delle opere quasi come
se fossero tre distinti momenti del processo dialettico: tesi antitesi e
sintesi. Usa le interviste per farsi raccontare l'uomo-Gehry e per mettere in
luce la sua genialità di fondo, le riprese in studio e gli incontri coi
collaboratori per capire il metodo di lavoro e la creazione dell'opera, infine
gli edifici diventano il momento in cui tutte gli elementi combaciano, si
fondono e prendono vita le forme immaginifiche à la Gehry.
Lo sguardo di
Pollack dà una nuova immagine alle architetture-icone di Bilbao, Los Angeles,
Praga e Berlino, uno sguardo "comune" e quindi sincero e meravigliato come
quello di chiunque davanti ai giochi del sole e dell'acqua sulle specchianti
superfici del Guggenheim o della Disney Concert Hall. Così come resta
meravigliato il pubblico alle provocatorie risposte di Gehry sulle sue fonti di
ispirazioni, dalle tele di Bosch a un cestino della carta straccia, come già
raccontato in un episodio del cartoon dei Simpson.
Per gli specialisti del
settore il momento più interessante resta quello delle visite in studio, capire
come funzioni il metodo Gehry, come nascano quelle forme, da dove vengano quei
materiali: dai cartoncini colorati e dalle forbici ma anche da complessi
programmi in 3D, da artigiani e da numerosi tecnici che traducono su carta le
sue immagini mentali. Le parole degli intervistati - Philip Johnson, Bob
Geldolf, Dennis Hopper, Julian Schnabel e Charles Jenks tra gli altri -
trasmettono  un'immagine di Gehry articolata, in bilico tra (sospetta)
genialità, improvvisazione, passione. Il ritratto che ne esce è vario, come le
mille sfaccettature delle sue architetture, ma allo stesso tempo semplice come
il suo metodo di lavoro. Quella genialità che Pollack vuole trasmettere risiede
nella capacità di Gehry di costruire architetture basate sul caso e di
trasformarle in prodotti, di convincerci che ci piacciono e che le cose
funzionino realmente così.

Frank Gehry, creatore di sogni
Regia di Sydney Pollack
USA
2005
durata: 82'
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