Fukui City Museum of Art  

Progettista: Kisho Kurokawa Architect and Associates
Committente: Città di Fukui
Progetto: 1993-1996
Area edificata: 3,147.75m2
Superficie calpestabile totale: 5,262.84m2
Destinazione d'uso: museo

Il museo si trova in una zona periferica della città di Fukui, a circa due chilometri e mezzo dalla stazione, e si colloca ai margini di un parco di quattro ettari che è parte di un massiccio progetto di riqualificazione di una vasto comparto urbano comprendente residenze, uffici e servizi all'industria.
All'interno del museo si trova una piccola esposizione permanente dedicata allo scultore Hiroatsu Takada, cittadino di Fukui, oltre a diversi spazi per esposizioni temporanee, atelier d'arte aperti all'uso del pubblico, e funzionanti anch'essi come spazi per mostre, che rendono il museo uno spazio di attività, confronto e comunicazione oltre che di esposizione. In questo senso è anche prevista la futura realizzazione nel lotto adiacente di un Performing Arts Centre, con un settore dedicato al cinema e al teatro, una biblioteca con documenti sull'attore Shigeyoshi Uno (anch'egli nato a Fukui)
e un auditorium di mille posti che avrà in comune con il museo la hall d'ingresso e le aree pubbliche di ristoro, rendendo il complesso l'effettivo centro culturale dell'intero quartiere.
L'edificio realizzato consiste di una parte principale a forma allungata, con pareti curvilinee e pianta irregolare, che contiene la parte espositiva, i laboratori e i servizi annessi, e di un blocco emergente, il cui volume è un conoide rovesciato a pianta ellittica, dove si trovano l'ingresso con l'atrio e i servizi a piano terra, la caffetteria al primo piano e una sala per conferenze all'ultimo, oltre alla rampa pedonale che serve tutti i livelli del museo. Le pareti esterne, completamente rivestite di vetro per valorizzare al massimo il rapporto visivo fra le gallerie espositive e la natura circostante, hanno un'inclinazione di circa quindici gradi verso l'esterno così da attenuare l'incidenza dei raggi del sole durante l'estate, evitando in tal modo il surriscaldamento degli ambienti, e conferiscono all'edificio un particolare effetto di "instabilità" che lo rende più simile a una grande tenda mossa dal vento che a una vera e propria costruzione architettonica. In più l'ondulazione delle superfici vetrate crea fenomeni di riflessione che sottolineano il senso di continuità dell'edificio con il paesaggio naturale e il profilo delle montagne di Okuetsu, che segnano l'orizzonte di Fukui.
Secondo Kurokawa, la particolare forma organica dell'edificio "tende a combinare la libertà di astrazione della geometria frattale con le ondulazioni del sito", quasi a proporre un nuovo livello di comprensione della tradizionale dicotomia natura-architettura.
In effetti in questo progetto ritroviamo gli elementi della ricerca condotta per lungo tempo dall'architetto giapponese sull'uso simbolico delle forme e maturata nell'ambito del Movimento Metabolista fondato negli anni Sessanta da Kiyonori Kikutake e a cui aderirono, oltre a Kurokawa, Fumiko Maki, Masato Ohtaka e Noboru Kawazoe. Una ricerca che, partendo della combinazione di forme geometriche semplici e dei volumi puri, si è allargata a una visione organica e meno geometricamente definita della forma architettonica, portando a compimento quel percorso che Kurokawa stesso, tempo fa, definì "dall'epoca del principio della macchina all'epoca del principio della vita", intendendo con ciò il superamento della tradizione di razionalità occidentale espressa dall'idealismo formale platonico, per approdare all'esperienza tipicamente orientale della pluralità dei concetti di spazio e dell'indeterminatezza di quello di limite. Nel progetto del museo di Fukui questo percorso trova una verifica particolare proprio per l'affermarsi di una forma composta da curve complesse e "instabili", espressione concretizzata di un concetto di metamorfosi delle strutture vitali (cellule, DNA, forme naturali, ma anche della geometria frattale teorizzata da Mandelbrot) che diventa in tal modo generatore, secondo le parole dello stesso Kurokawa, di un'architettura "basata sui principi basilari della vita: la crescita e il mutamento".

Estratto da: MUSEI - architetture 1990-2000

																		assonometria pianta generale
pianta del primo piano