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Ristrutturazione ex
iutificio di Piazzola sul Brenta

Lo stabilimento per la filatura e la tessitura della juta è
costruito a partire dal 1890, quando viene costituita la società in accomandita
Scalfo Pavan e C. I fabbricati sono consegnati nel 1895. I lavori edilizi di
Piazzola tra il 1889 e il 1892 sono condotti per Paolo Camerini dall'ing. Giulio
Lupati, che dal 1894 è sostituito dall'ing. Francesco
Pasini.

 
 
Secondo il progetto
iniziale lo Jutificio dispone di due motori idraulici della forza complessiva di
165 cavalli e di una caldaia a vapore di 24 hp per oltre 1000 fusi e 40 telai e
dà lavoro a 120 operai. La juta arriva da Calcutta, collegata con linee
mercantili dirette al porto di Venezia.
Tra il 1911 e il 1926 i fusi della
filatura passano da 2430 a 5046 e i telai della tessitura da 144 a 300. La
produzione raddoppia, la forza complessiva dei motori impiegati raggiunge i 950
cavalli, mentre la manodopera occupata arriva a 1100 unità.


 
La crisi inizia già nel 1930
quando, per mancanza di smercio del prodotto, lo Jutificio lavora solo tre
giorni alla settimana. Dopo il tracollo finanziario, nel 1934 anche lo Jutificio
deve essere ceduto ai creditori, come molte altre imprese e proprietà di
Camerini. Dopo un breve periodo di chiusura, nel 1935 lo Jutificio "ex Camerini"
riprende la produzione ma con 250 operai in meno. Lo stabilimento di proprietà
della ditta Jutificio e Canapificio di Piazzola s/Brenta S.p.A. prosegue
l'attività fino al 1978.