Galerie der Gegenwart - Kunsthalle  

Progettista: Oswald Mathias Ungers
Committente: Freie und Hansestadt Hamburg
Destinazione d'uso: museo

All'interno di un parco lineare, ricavato sul sedime delle demolite fortificazioni e a cavallo dei laghi interni dell'Aussenalster e del Binnenalster, la Kunsthalle, costruita nel 1863-69 da Hermann von der Hude e Georg Theodor Schirrmacher, si elevava all'epoca immersa nel verde con il suo volume cubico e le sue severe facciate Rundbogenstil decorate in cotto.
La Kunsthalle ha col tempo perso questa sua prerogativa, vedendo l'ambiente naturale che la circondava eroso dall'espansione esterna della città e dagli impianti ferroviari della non distante stazione Centrale. La nuova ala, costruita nel 1909-21 da Albert Erbe e Fritz Schumacher, ne ha modificato l'originale status di padiglione isolato, creando una più marcata aderenza e continuità con il tessuto urbano limitrofo, mentre
le distruzioni belliche e le successive ricostruzioni e infrastrutturazioni di questa parte di Amburgo hanno portato a ulteriori decisive trasformazioni del luogo. L'ampliamento di Oswald Mathias Ungers (frutto di un concorso tenutosi nel 1986) parte dall'assunzione dell'odierno stato di fatto, che vede questo museo circondato da strade di scorrimento veloce e binari ferroviari, cioè di un isolamento che non è più quello sereno e bucolico delle origini ma è altrettanto marcato dalle condizioni della metropoli attuale.
L'idea dell'"isola", o del "fortilizio", ha perciò guidato le scelte urbane di ricomposizione dell'area che sottendono all'ampliamento. Il basamento in granito rosso, su cui poggia la nuova ala, unifica tutto l'intervento dando, con la sua inclinazione, l'idea di un bastione (memore delle antiche mura) ma anche, dal lato verso l'acqua, di una robusta massicciata da quai su cui si forma quella che è già stata denominata la "Kunstinsel Hamburg", con espliciti riferimenti alla più nota isola museale di Berlino. Il volume cubico della Galerie der Gegenwart, posato su questo podio e rivestito in calcare di colore chiaro, modulato su una pianta quadrata di 40 metri di lato, che duplica quella dell'edificio originario, chiude il margine ovest allineandosi con le facciate delle case ottocentesche lungo la Alsterdamm. Di queste conferma l'immagine di margine urbano e da queste è ripreso l'uso della pietra e del bianco degli intonaci che contrastano con il cotto della vecchia Kunsthalle che si rifà invece alla tradizione ottocentesca degli edifici in mattoni della Speicherstadt. Tra il vecchio e il nuovo edificio si crea una piazza sopraelevata delle stesse dimensioni della nuova Kunsthalle, sotto cui si trovano spazi espositivi, oltre a servizi, laboratori e uffici che fungono da connessione tra tutti gli elementi del complesso.
La Kunsthalle di Ungers recupera, grazie al suo volume isolato e la sua doppia simmetria, che deriva dalla pianta centrale quadrata e che genera quattro facciate uguali, le forme dell'edificio di Schirrmacher, con un'accentuazione del rigore compositivo basato, come si conviene per le opere dell'architetto tedesco, sul modulo quadrato, generatore delle geometrie di tutti gli elementi architettonici d'insieme ma anche di dettaglio, e una depurazione di ogni notazione stilistica verso un'astrazione formale che il rivestimento in pietra bianca tende ad accentuare. Al pari della vecchia Kunsthalle il nuovo museo contiene al centro uno spazio vetrato a tutta altezza su cui si organizzano i sistemi distributivi verticali. Attorno a questo nucleo si trovano le sale espositive, ma mentre nell'edificio preesistente questo spazio era occupato dallo scalone monumentale, qui esso si presenta nella sua essenza, un grande vuoto verticale dal cui soffitto-lucernario trasparente è possibile vedere il cielo, un luogo di alto valore simbolico che recupera il senso delle prime rotonde museali.
Attorno a questo vuoto due anelli: il primo contenente un doppio sistema di scale, il secondo contenente ascensori e servizi. Un ultimo più ampio anello organizza le sale espositive, la cui partizione segue il concetto di doppia simmetria che informa tutto l'edificio. In questi spazi è destinata la collezione di arte contemporanea e, anche in previsione di questa particolare destinazione, il progetto si è espresso in scelte precise, come per esempio quella di definire un'illuminazione diffusa al neon e i pavimenti di tipo industriale in lastre di asfalto sostituibili, oppure di fare scomparire in apposite nicchie tutti gli elementi di informazione, i dispositivi antincendio, gli interruttori, perché, come ha tenuto a dire lo stesso Ungers, "all'interno di un museo di arte contemporanea non si è mai certi se un estintore fissato a una parete sia un'opera d'arte o uno strumento di salvaguardia dell'edificio".

Estratto da: MUSEI - architetture 1990-2000

									pianta del basamento prospetto laterale
sezione longitudinale