Il complesso monumentale denominato “Gare Maritime” che sorge sul sito “Tour&Taxis” a Bruxelles è stato riconvertito in un nuovo quartiere cittadino dallo studio Neutelings Riedijk Architects in collaborazione con Bureau Bouwtechniek che hanno ingegnerizzato il progetto, su incarico della società immobiliare Extensa. Un tempo la “Gare Maritime” rappresentava il più grande scalo merci ferroviario d’Europa, e oggi è stata trasformata in un luogo rinnovato, un hub multifunzionale di ispirazione per le aziende, dalle startup a quelle ormai radicate sul territorio. Storicamente, infatti, si trattava di un’area aperta a nord della città, presso il porto di Bruxelles, dove per secoli avevano pascolato i cavalli della compagnia di corriere della famiglia “Tour&Taxis”, da cui il nome all’area. Lo scalo merci rimase attivo fino all’unificazione dei mercati europei, in breve tempo poi si svuotò diventando un luogo abbandonato e degradato. L’imponente edificio risale all’inizio del Novecento, tra il 1902 e il 1907, e fu realizzato sul progetto dell’ingegnere Frédéric Bruneel. Esso conteneva molti elementi innovativi dell’Art Nouveau: pilastri, travi e capriate con archi a tre cerniere, in ferro e ghisa, murature in mattoni e ampie vetrate con decori caratterizzati da linee sinuose tipiche dello stile Liberty. Geometricamente si trattava di un complesso di dimensioni imponenti che occupava un’area di 280x140 metri, formato da sette padiglioni, tutti interconnessi tra loro, per una superficie complessiva di circa 39.000 metri quadrati.

I 7 padiglioni caratterizzati da coperture a falde con capriate a tre cerniere, un tempo accoglievano tre corridoi ferroviari principali con una luce di 26 metri e altri 4 corridoi per le banchine; questi erano volumi più bassi con luci interne variabili tra i 12/16 metri. Nella sua complessità, la struttura portante metallica si è mantenuta in buone condizioni e nella sua configurazione originaria, senza aggiunte o manomissioni. Dal punto di vista architettonico e costruttivo, questo edificio rappresentava, anche per la maestosità e le dimensioni, uno straordinario esempio di architettura industriale del periodo. Il complesso de la “Gare Maritime” si trova al centro di uno sviluppo urbano basato sul masterplan redatto nel 2008 dagli urbanisti Bas Smet e Michel Desvigne per l’intero quartiere “Tour&Taxis”. Il programma di trasformazione che ha interessato questo quartiere, ha previsto l’insediamento di un mix funzionale tra uffici, residenze, piazze e parchi da realizzarsi in diverse fasi. Negli ultimi 10 anni il sito ha già visto la costruzione di alcuni edifici ex novo, come le sedi dell’agenzia per l’energia della Regione di Bruxelles (Cepezed/Samyn and Partners, 2014) e del governo fiammingo (ad opera sempre dello studio Neutelings Riedijk Architects, 2017). Il progetto di rigenerazione si è posto dunque l’obiettivo di trasformare un’importante area coperta e abbandonata di Bruxelles, in un nuovo quartiere rinnovato, ovvero come affermato dagli stessi progettisti “un nuovo pezzo di città dove non piove mai”. L’intervento di rifunzionalizzazione ha infatti previsto al di sotto dei padiglioni esistenti, la realizzazione di dodici nuovi volumi a tre livelli, in grado di ospitare tutte le destinazioni incluse nel nuovo programma funzionale per una superficie complessiva di 45.000 metri quadrati. Questi nuovi volumi sono stati distribuiti planimetricamente con l’obiettivo di realizzare un sistema di viali e strade, spazi giardini e piazze coperte, rispettando la geometria della struttura esistente in modo naturale, come una vera città.

Lo spazio centrale nel cuore dell’edificio è stato mantenuto volutamente aperto, libero da costruzioni, al fine di poter accogliere eventi pubblici ed essere così un luogo flessibile e adattabile alle diverse esigenze. Ispirandosi alle ramblas spagnole, su entrambi i lati dello spazio per eventi è stato creato un viale pedonale intervallato da spazi verdi e ampie aree di calma. I camminamenti laterali, di larghezza pari a 16 metri, offrono infatti uno spazio sufficiente a realizzare un’alternanza di oasi verdi (per un totale di dieci giardini tematici) e ampie zone di sosta. Queste ultime sono pensate come delle piazze minori dove l’artista visivo Henri Jacobs ha progettato otto mosaici ispirandosi a motivi floreali. I giardini (con la piantumazione di circa un centinaio di grandi alberi) sono stati progettati dagli architetti paesaggisti OMGEVING e si basano su quattro tematismi differenti con essenze e alberature proprie per ciascun habitat: il giardino del bosco, il giardino dei fiori, il giardino dell’erba e il giardino dei profumi. Dal punto di vista tecnologico, i progettisti si sono posti l’importante obiettivo di valutare il ciclo di vita dell’edificio (LCA) realizzando un intervento sostenibile, reversibile e rispettoso dell’ambiente e per questo motivo hanno indirizzato le loro scelte costruttive, sull’impiego di un sistema basato sul legno, riducendo fortemente le quantità di cemento impiegate. La scelta è dunque ricaduta sul sistema in pannelli prefabbricati Cross Laminated Timber (con finiture di facciata in rovere certificato FSC), che per dimensioni, ha reso questo intervento il più grande progetto in CLT in Europa. La scelta del legno ha avuto un effetto positivo anche sul processo costruttivo: grazie alla prefabbricazione e al metodo di costruzione a secco, infatti, i tempi di realizzazione sono stati notevolmente ridotti rispetto ai metodi di costruzione tradizionali. Inoltre, la progettazione di apposite connessioni e di elementi costruttivi modulari in legno, ha permesso la realizzazione di architetture disassemblabili e reversibili. I progettisti hanno puntato alla realizzazione di un edificio che potesse essere completamente neutrale dal punto di vista energetico senza impiego di combustibili fossili. Per tale motivo, studiando la conformazione dell’edificio e la sua localizzazione, hanno progettato le facciate in vetro su Picardstraat con vetrate dotate di celle fotovoltaiche, mentre sulle coperture sono stati istallati 10.000 pannelli fotovoltaici. In aggiunta hanno previsto l’impiego di energia geotermica e il riutilizzo dell’acqua piovana per l’irrigazione dei giardini. Per quanto riguarda il sistema d’illuminazione l’intero complesso è stato suddiviso in 12 zone per un controllo ottimizzato e programmato. In generale, tutta l’illuminazione (ad eccezione dei corpi illuminati a terra) è dimmerabile e dotata di sensori di presenza per un’ottimizzazione dei consumi.

UN INVOLUCRO STORICO “RINNOVATO”
Il complesso progetto di rinnovamento per la “Gare Maritime” ha visto lo sviluppo di differenti fasi. Tra le prime vi è stato il delicato processo di recupero delle parti esistenti, curato da Jan de Moffarts Architects, in collaborazione con Bureau Bouwtechniek, Ney & Partners e Boydens, con eliminazioni delle superfetazioni e la riqualificazione di quelle meritevoli di tutela e conservazione. Questo processo di restauro si è basato sulle ricerche e sulle analisi dei documenti storici, permettendo di recuperare in tal modo tutte le informazioni necessarie sui materiali e sui particolari costruttivi del tempo. Tutte le parti in muratura sono state ripulite e ripristinate, riportandole all’immagine originaria, anche con il recupero delle stesse materie. La struttura portante costituita da travi reticolari rivettate e dalle caratteristiche capriate a tre cerniere, è stata rinnovata in modo sostenibile e rinforzata dove necessario. Alle azioni di pulizia e di rinforzo/consolidamento, sono seguiti trattamenti ignifughi per tutte le parti in ferro. Localmente sono state operate delle azioni di rinforzo delle fondazioni di tutte le colonne, mediante apposite cerchiature. Un’analisi approfondita ha portato al rinnovo sostenibile della “pelle” originale con il recupero delle facciate vetrate, riportando quelle tamponate allo stato originario, con riqualificazione e riverniciatura di tutti i montanti esistenti. Per il fronte in affaccio su Picardstraat a sud, sono state installate vetrate fotovoltaiche, permettendo allo stesso tempo, un controllo della radiazione solare diretta verso gli spazi interni del fabbricato. In altre parti dell’involucro, per la necessità di illuminare gli spazi sottostanti l’immensa copertura, sono state realizzate facciate vetrate continue con vetri elettrocromici in grado di avere un controllo dinamico dell’illuminazione all’interno di tutto il complesso. Il rivestimento ligneo interno della copertura è stato conservato e recuperato, e laddove necessario sostituito localmente. La copertura opaca è stata riqualificata con la realizzazione di un nuovo sistema di isolamento e un rivestimento esterno in metallo. Come per le facciate, anche in copertura sono stati installati serramenti motorizzati apribili, oltre a pannelli fotovoltaici per una superficie complessiva di 17.000 metri quadrati. I lucernari oltre a permettere un’illuminazione naturale di tipo zenitale, consentono un’adeguata areazione naturale con il mantenimento di un adeguato microclima interno.

I NUOVI VOLUMI
I nuovi padiglioni sono realizzati con sistema in CLT (Cross Laminated Timber), a eccezione della soletta in calcestruzzo del piano terra e si sviluppano per tre livelli fuori terra, adattandosi in altezza alla sezione dei padiglioni più grandi, incastonandosi al di sotto delle capriate in ferro (punto più alto 26 metri, punto più basso 12 metri). La scelta di questo sistema costruttivo permette di evidenziare visivamente e costruttivamente la struttura esistente e i nuovi volumi, valorizzando la relazione tra il sistema nuovo e quello vecchio, anche nei punti in cui la struttura esistente viene inglobata nei nuovi volumi. Grazie al sistema modulare e flessibile con cui sono stati progettati questi volumi, è possibile ospitare facilmente diverse funzioni, come uffici, laboratori, negozi e showroom. Dal punto di vista distributivo, i grandi volumi presentano pianta pressochè quadrata di lato pari a 36 metri e sono composti da un piano terra, un primo piano e un “attico creativo”, ovvero un duplex con mezzanino sotto la parte di copertura più alta. Un nucleo centrale ospita una generosa scala, l’ascensore, i servizi igienici e i pozzi. Una serie di scale scultoree e massicce in rovere sui prospetti laterali, all’esterno del nuovo volume, consente l’uscita di sicurezza e la circolazione secondaria. I diversi volumi sono collegati tra loro al primo piano con passerelle sovrastanti i camminamenti trasversali. I volumi presentano due tipi di facciate. I due livelli inferiori sono racchiusi da una facciata continua in legno di rovere con ampie vetrate in affaccio verso la navata centrale; al piano terra, grandi scatole sporgenti e rientranti animano i viali verdi e permettono di collocare al piano terra tutti gli accessi e le vetrine necessarie alle diverse funzioni. I due livelli superiori invece sono racchiusi da una facciata continua leggera con montanti in acciaio e vetrate trasparenti, per la giustapposizione contro la struttura di copertura esistente. Queste facciate sono caratterizzate da una scansione dei montanti verticali con passo 1,20 metri su tutti i prospetti.

Scheda progetto
Location: Picardstraat, Tour&Taxis, Brussel, BE
Dates: design 2017 opening 2020
Client: Extensa Group
Total area: 45,000 mq
Architect: Neutelings Riedijk Architects, Rotterdam i.c.w. Bureau Bouwtechniek, Antwerpen
Architectural design: Neutelings Riedijk Architects
Architectural design team: Michiel Riedijk, Willem Jan Neutelings, Dieter de Vos, Kenny Tang, Alejandro Mosquera Garcia, Alexey Boev, Anselmo Nižić, Frank Venhorst, Pietro Manara
Architectural engineering: Bureau Bouwtechniek
Renovation: Ney & Partners BXL
New pavillions: Ney & Partners WOW
MEP: Boydens engineering, Brugge
Building physics: Boydens engineering, Brugge
Landscape architect: OMGEVING, Antwerpen
Restoration architect: Jan de Moffarts I.C.W. Bureau Bouwtechniek
Interior designer: Neutelings Riedijk Architects (public spaces)
Artist: Henri Jacobs
Acoustics: Venac, Brussel
Main contractor: MBG
Wood contractor: Züblin
Installations contractor: Cegelec, VMA, NTSA, Van Hoey, IFTech
Project coordination, safety manager: Bopro BREEAM assessor
Photos: Filip Dujardin, Sarah Blee, Tim Fisher

Arketipo 169, Urban Regeneration, Novembre 2023