Gare TGV de Monaco  

Progettista: Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Daniel Claris, Agence des gares-SNCF, AREP
Committente: Tate Modern
Destinazione d'uso: stazione ferroviaria

Aménagement, Recherche, Pôles d'Echanges (AREP) è lo studio di progettazione delle Ferrovie francesi che affianca dal 1997 l'Agence des gares-SNCF nella progettazione dello spazio pubblico urbano e dello spazio più propriamente legato al mondo del viaggio. Questa struttura, che tra l'altro si interessa di esportare all'estero l'avanzata tecnologia francese in materia di stazioni ferroviarie, ha da poco terminato i lavori dell'importante cantiere per la stazione dei TGV a Montecarlo.
Si tratta di una stazione ipogea, scavata nella roccia e posta al termine di un tunnel di due chilometri che da Cap d'Ail conduce nella parte ovest della città monegasca, in corrispondenza della bocca formata dal vallone di Sainte Dévote. Il progetto si è rivelato particolarmente complesso per l'imponenza delle opere di sbancamento e di consolidamento del terreno e il suo interesse risiede nelle soluzioni tipologiche e tecniche adottate per rendere accoglienti e luminosi l'insieme degli spazi ricavati nel sottosuolo. Collegata da un lato a un parcheggio sotterraneo distribuito su tredici livelli, la stazione si apre, dal lato opposto, sul mare e sulla città offrendo su quest'ultima un ampio scorcio panoramico. L'accesso principale è raggiungibile da una piazzetta pedonale che funge da terrazza, delimitata da spazi verdi e collegata ai percorsi urbani tramite una scalinata e una passerella. La facciata che si apre su questa piazza è definita da una superficie liscia in marmo e vetro in cui appare un'enorme finestra ad arco ribassato. Altri tre accessi, di cui due pedonali e uno per le auto, permettono di raggiungere da vari punti della città lo spazio di sosta dei treni. Il progetto di questa stazione, che accoglie un traffico di due milioni di viaggiatori all'anno, si iscrive in un vasto piano d'urbanizzazione; oltre all'ampliamento del porto e alla costruzione di un nuovo palazzo dei congressi e d'attività culturali, il piano prevede il riutilizzo del terreno occupato dalla vecchia stazione e la sua parziale trasformazione in verde pubblico urbano.
La stazione è composta da un tunnel della lunghezza di 466 metri, che accoglie i binari e i relativi marciapiedi, e dal fabbricato viaggiatori che si sviluppa perpendicolarmente a quest'ultimo e si inserisce nella spaccatura del vallone. Questi due elementi sono articolati tra loro dall'atrio d'ingresso e dalla passerella che sormonta i binari e conduce alla zona servizi e alle biglietterie. Il tema della luce e lo studio dei materiali sono gli elementi intorno ai quali ruota il progetto. L'atrio è inondato di luce naturale che filtra attraverso la vetrata protetta da un sistema di brise-soleil realizzati in vetro e marmo venato molto chiaro. La passerella di attraversamento dei binari forma una galleria aerea in aggetto sull'atrio d'ingresso. Realizzata in legno e acciaio, essa disegna una struttura leggera che permette una facile leggibilità dei percorsi e favorisce la penetrazione in profondità della luce naturale. Questa particolare galleria dei passeggeri confluisce nella zona delle biglietterie e delle sale d'attesa, caratterizzate da un pavimento in granito bianco e da pareti in cemento e legno, e termina nello spazio antistante le gabbie vetrate degli ascensori. La galleria dei treni è formata da una volta in cemento punteggiata da luci che ne alleggeriscono la massa ricordando la volta del cielo. Le pareti sono in parte ricoperte da pannelli di legno che rendono più caldo e accogliente l'ambiente e svolgono nello stesso tempo una funzione fonoassorbente. Il disegno degli elementi verticali di supporto dell'illuminazione artificiale e l'alternarsi dei percorsi di collegamento verticali e orizzontali ritmano e scandiscono lo spazio secondo una logica di apertura e di fluidità.
Tra le stazioni di nuova costruzione realizzate di recente in Europa, l'esempio di Montecarlo è l'espressione di una particolare forma tipologica che si avvale sia della tradizione relativa alle grandi stazioni ferroviarie di fine secolo sia della concezione delle attuali stazioni della metropolitana, tra cui i progetti legati alle nuove linee Jubilee a Londra e EOLE (RER E) a Parigi costituiscono un interessante riferimento. In tale esempio la razionalità dell'impianto definito dall'associazione dell'atrio e della galleria dei treni è combinata con il disegno elegante e ricco di materiali che riflettono la luce degli ampi percorsi sotterranei.

Estratto da: STAZIONI - architetture 1990-2010

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