Il tema del padiglione della Germania, Campus, è stato il principio conduttore del progetto firmato da LAVA (Laboratory for Visionary Architecture); anziché, infatti, presentarsi come un edificio compatto, il padiglione – parte del Sustainability District – è definito dalla successione di volumi in verticale circondati da un elemento di collegamento, tanto quanto i corpi di un campus sono circondati dal verde. "Questa successione di strutture rappresenta il sistema federale tedesco e la diversità della sua industria e dei vari settori di ricerca”, ha affermato il professor Tobias Wallisser, partner di LAVA, descrivendo il leitmotiv architettonico caratteristico del concept per il padiglione. "Volumi impilati uno sopra l'altro per creare un effetto arioso si combinano con vuoti racchiusi in un gioco che si traduce in un'affascinante alternanza tra spazi interni ed esterni e tante emozionanti e sorprendenti prospettive”, ha aggiunto Christian Tschersich, Project Manager di LAVA.

 

Nello specifico, quindi, il progetto di LAVA ha previsto la successione di un insieme di cubi sospesi su una foresta composta da pali di acciaio, coperti da un tetto galleggiante. Cuore del progetto è stata anche la sostenibilità, resa concreta, ad esempio, attraverso l'applicazione dei sistemi Design for Disassembly (DfD), Mine the Scrap e 'Gray Energy': tutti i materiali da costruzione sono sostenibili e riutilizzabili e il 95% del padiglione sarà riciclato a fine vita.

Il campus verticale è composto da tre cubi principali a sbalzo che generano un ampio atrio centrale pensato per gli eventi e che, contemporaneamente, rappresenta un riferimento alla tradizionale casa a corte mediorientale. L'atrio centrale, dal punto di vista compositivo, è stato pensato per creare diverse relazioni visive, creare connessioni fra i visitatori, comporre una logistica razionale e coordinare la vista di un alto numero di ospiti. Dal punto di vista del contenimento dei consumi energetici, invece, il posizionamento studiato dei cubi riduce l'impatto della luce solare diretta a favore dell'ombreggiamento naturale, mentre diminuisce il carico termico e ottimizza il clima interno.
I prospetti sono caratterizzati da una facciata ibrida e movimentatile: in funzione delle diverse condizioni atmosferiche che coinvolgeranno Expo nei suoi sei mesi, potrà essere posizionata nella composizione più utile per contenere i consumi. La copertura, inoltre, è stata studiata in modo da favorire il passaggio della luce e l'illuminazione naturale durante il giorno mentre, nelle ore di buio, l'illuminazione è garantita da un sistema a Led.

Andreas Horbelt, direttore creativo del Germany Pavilion, spiega così le scelte relative all'esposizione: "il nostro obiettivo a Dubai è quello di dimostrare che, anziché avere solo un impatto distruttivo sul nostro pianeta, l'umanità ha la capacità - grazie alla sua intelligenza e creatività - per riportare indietro lo sviluppo globale su un corso positivo se, come suggerisce il tema di Expo, tutti uniamo le forze”.
Gli spazi interni sono stati divisi in tre laboratori: Energy Lab, Future City Lab e Biodiversity Lab: attraversandoli il visitatore potrà conoscere più da vicino l'interpretazione del padiglione sul tema della sostenibilità, anche attraverso l'assistenza di IAMU, un sistema di assistenza intelligente che accompagnerà gli ospiti attraverso il percorso.

Scheda progetto
Client: ARGE facts and fiction with ADUNIC
Partners: facts and fiction; NUSSLI; Schlaich Bergermann Partner; Transsolar; Certain Measures; energytec; Steinlehner; Kardorff Ingenieure
Size: 4,500mq
Foto: Taufik Kenan; Roland Halbe