Intervista – Un modo di progettare unico, caratterizzato da un gusto raffinato: il designer piemontese spiega la sua concezione della creatività italiana

Giorgetto Giugiaro, presidente di Italdesign: un nome che racconta di un universo progettuale che spazia dalle auto (oltre 200 modelli, tra cui vari bestseller come Fiat Panda e la Punto) all'Industrial Design, per cui ha creato nel 1974 una divisione apposita che lavora su progetti per l'universo domestico (da Merloni, con la rivoluzionaria lavatrice Moon di Indesit, a Scavolini con la cucina Flux), alla linea di pentole Ladyplus per TVS, con incursioni nei settori più insoliti: dal design di treni, aerei e imbarcazioni, al food design, all'high tech. Una riconoscibilità internazionale a tutto tondo. Casastile, il bimestrale del mondo dell'arredo del Sole 24 Ore Business Media, ha parlato con il designer a proposito dell'importanza del made in Italy in un'economia ormai caratterizzata dalla globalizzazione.

Quale può essere a suo parere una modalità di pensare, progettare e produrre tipicamente italiana e come tale percepita in tutto il mondo?
E' una domanda molto impegnativa. Perché “pensare italiano” significa attingere a una cultura che è dentro di noi, nei difetti, nella sua originalità e nella sua storia. Pensare italiano significa anche tutta una serie di atteggiamenti molto diversi tra loro: come si mangia, come ci si comporta, un insieme di esperienze che costituiscono il modo di vivere e di relazionarsi. Certo, è un modo di vedere molto singolare, non percepibile in termini di massa: non si tratta di un comune pensare, ma una qualità distintiva, quasi egoista. Il nostro è un modo di vedere molto personale, sintesi di un dna che viene da lontano e che fa sì che quello che si produce sia caratterizzato da una connotazione particolare. Il prodotto italiano si apprezza per l'approfondimento che reca in sé, come espressione di un gusto raffinato, sia che si tratti di cibo, di abbigliamento oppure di arredamento. La voglia far bene, la voglia di andare a fondo al di là delle necessità, di trovare una connotazione un po' unica. Ecco che cosa rappresenta per me il modo di lavorare e pensare all'italiana.

Come può essere declinato questo modo così singolare in ambiti diversi come quelli per cui lei stesso progetta che spaziano dal car design alla casa?
Il metodo di pensare e progettare è identico, non importa quale sia l'oggetto, quanto sia grande oppure piccolo. Una volta elaborate le doti di funzionalità e originalità, il voler rendere il prodotto diverso è l'aspetto importante. Nell'automobile o nell'arredo, come nella progettazione di singoli elementi (per esempio una maniglia), l'approccio è animato dallo stesso spirito: riuscire a realizzare qualcosa di unico e mai visto. Forse l'essenza del progettare italiano si può definire come un modo incontentabile di fare le cose.

Come può diventare valore di una riconoscibilità tutta italiana?
Il valore è quello dell'applicazione di un metodo che parte dell'analisi approfondita dell'elemento che viene progettato, con la voglia che esso sia ben fatto e producibile, al di là della semplice funzionalità. Ma con l'aggiunta di qualcosa di creativo, innovativo. Che può essere per esempio anche la scelta di adottare forme che stupiscono, tali da poter conquistare non solo chi usa l'oggetto, ma anche chi lo osserva.

Quali prevede possano essere le prospettive future di progetto prettamente "made in Italy" rispetto a quelli degli altri paesi?
La tensione verso la qualità: data dal buon gusto, dal non trascurare nemmeno un dettaglio, confrontandosi con una grande messe di prodotti che vengono realizzati in tutto il mondo con il vanto di poter essere unici, particolari. Alla stregua di chi compone una musica, inventa una nuova espressione grafica o pittorica. Importante è essere il più originali possibile, ma con qualità e contenuti.

Che cosa significa per Giugiaro Design sentirsi testimonial del "made in Italy” nel mondo?
E' sempre imbarazzante pensare di essere testimonial del Made in Italy, perché non ci sente mai abbastanza bravi. Posso dire che abbiamo un'artigianalità insita nei nostri progetti e una storia di far bene che si intrecciano con una dedizione assoluta. E la volontà di mantenere, soprattutto, questa voglia di far bene.




















































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