Indagini – È l'ambiente più amato della casa, anche se il più faticoso da pulire; spazio e design nei desideri dei nostri connazionali rilevati da Swg

È indiscutibile il ruolo fondamentale della cucina rispetto alla socialità della casa, riconosciuto dalla maggior parte del campione d'italiani intervistato da Swg (rappresentativo della popolazione tra i 25 e i 64 anni, distribuita su tutto il territorio, secondo le quote di macroarea Nielsen) per la ricerca commissionata da Ambiente Cucina. Tre italiani su quattro, specialmente nell'Italia del Sud, si trovano d'accordo sul fatto che in cucina si sta insieme e avvengono le interazioni verbali più frequenti. Lo sostengono in particolare le donne e le famiglie in cui sono presenti figli. I dati presentano una coerenza di buon senso: la vita familiare, soprattutto se i pasti sono consumati all'interno della cucina, svolge i suoi riti comunicativi in particolare nell'ambiente in cui ci sono meno “distrazioni”.

Convivialità e impegno
Sebbene in cucina siano sempre più presenti radio, televisori, telefoni e in qualche caso anche il collegamento a internet, la preparazione dei pasti e il loro consumo stimolano l'interazione tra i soggetti che sono in casa. In tal senso vanno letti anche gli altri atteggiamenti che sono stati misurati rispetto alla percezione della cucina: è l'ambiente della casa in cui si sta più volentieri (64% di risposte), così come è la stanza più allegra e vivace della casa (58%). L'aspetto “faticoso” della cucina - in particolare quello della pulizia - emerge come una criticità diffusa per sei italiani su dieci, condivisa in modo trasversale da tutto il campione. Maschi e femmine, giovani e anziani, residenti al Nord e al Centro Sud, single e nuclei familiari, concordano sul fatto che la cucina sia l'ambiente più faticoso da curare dell'intera casa.

I voti degli italiani
Dovendo dare un voto alla propria cucina, gli italiani assegnano un'ampia sufficienza: il voto medio è 7,4 (su una scala da uno a dieci). Osservando le percentuali di risposta, si nota che il 76% degli intervistati esprime un giudizio compreso tra sei e dieci. Analizzando i target, si evidenziano le seguenti differenze: le donne (7,5) sono più soddisfatte della loro cucina rispetto agli uomini (7,3). Cresce il grado di soddisfazione al crescere dell'età (7,2 tra i 25-34enni fino a 7,6 tra i 55-64enni) e con l'elevarsi del titolo di studio. La soddisfazione è maggiore tra chi possiede la propria casa (7,5) rispetto a chi abita in affitto (6,9).

In sintesi, è evidente che la cucina è apprezzata di più in funzione della “classe” dell'ambiente, cioè a redditi più elevati corrispondono arredi maggiormente attrezzati e personalizzati, selezionati secondo criteri di design e non solo di funzionalità. In questo senso, appare chiaro il dato di chi vive in affitto: spesso si tratta di soluzioni già trovate in casa, in cui l'investimento per l'allestimento è stato più contenuto. Al crescere della dimensione familiare e dell'età, avvengono acquisti più impegnativi, che spesso rappresentano il traguardo di un percorso che incorona la cucina come il luogo di riunione e condivisione.

L'isola dei desideri
Sollecitati a esprimere un desiderio per la propria cucina, indipendente dai costi e dalla possibilità di realizzarlo, gli italiani, in maggioranza relativa, ambiscono a una dimensione maggiore della cucina. Lo spazio rappresenta nell'immaginario collettivo un elemento molto importante: a quest'esigenza è spesso accostato nelle risposte anche un concetto “americano” dell'ambiente, con un'isola al centro della stanza. Un modello visto nei film e nella fiction statunitense degli ultimi anni, ma rilanciato e rinnovato dalle proposte più recenti di molti produttori italiani.
In seconda battuta, sono i mobili e la loro disposizione che gli italiani vorrebbero cambiare. Anche in questo caso, si percepisce una voglia di cambiamento che ammicca a soluzioni più ariose e meno sacrificate. Analizzando le altre risposte (raccolte con produzione spontanea e poi riclassificate), si nota il desiderio di rinnovare alcuni elettrodomestici e solo marginalmente il design o altri elementi strutturali, come pavimenti e impianti d'illuminazione. Da segnalare, infine, che più del 7% del target femminile cambierebbe proprio tutto (solo il 4% tra gli uomini) e che un intervistato su dieci dichiara di non voler cambiare la propria cucina.