"Golden Box è un’architettura collocata all’interno di un’altra architettura, solo di poco più grande, ed è concepita avendo in mente i dispositivi abitativi sperimentali di alcuni maestri della modernità": così Alessandra Rampazzo e Marcello Galiotto dello studio AMAA presentano il più recente progetto di Arzignano.
Si tratta di un parallelepipedo a base quadrata di cinque metri di lato e che occupa la quasi totalità della superficie di un piccolo appartamento, liberato dalle sue partizioni interne. L’involucro è interamente realizzato con pannelli in ottone che fanno spazio a nuclei indipendenti rivestiti di lastre di marmo verde imperiale.
"L’inserimento di Golden Box all’interno della scatola muraria evidenzia una irregolarità: il suo posizionamento non rispetta gli allineamenti con le pareti perimetrali o con gli apparati decorativi presenti sul soffitto, ma dà luogo a una serie di disassamenti e di occasioni che generano, negli spazi intermedi, un gioco di dilatazioni spaziali e momenti di sorpresa", raccontano i progettisti. Una simile organizzazione in pianta spinge quindi a girare attorno al volume e a ricercare il momento di quiete nel lato dove si realizza una condizione di parallelismo, cioè in corrispondenza della cucina dove si aprono due finestre che, attraverso un balcone, affacciano sul corso di Arzignano.
La realizzazione della Golden Box ha richiesto tre anni di studio e "l’innesto nasce dalla riflessione intorno al tema dell’abitare con la volontà di abolire il corridoio, quale spazio connettivo – dispersivo e di poca qualità emotiva – tipico delle abitazioni tradizionali realizzate tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Il processo progettuale nasce dalle esperienze passate di Jean Prouvé, Le Corbusier e Charlotte Perriand e i loro piccoli dispositivi abitativi. Preziosi episodi interamente studiati in modo attento e raffinato".
Il nuovo volume si allinea al corso Giuseppe Mazzini, che attraversa
la città, mentre l’unica finestra che si apre sulla facciata a est inquadra l’adiacente parco interno della corte del Mattarello. Semplice nella geometria, risultato di un accurato percorso di ricerca, la preziosità del dispositivo risiede nella ricerca che AMAA compie sui materiali, in particolare l’ottone.
Grazie alla collaborazione con De Castelli è stato possibile mettere a punto un apposito metodo di acidatura e di fissaggio della superficie delle lastre, che riprende l’esito già presente sulla faccia posteriore delle lastre lavorate dall’azienda. Un unico materiale pregiato avvolge dunque il volume, celando e rivelando quando opportuno gli spazi interni: tutto accade nelle viscere dello scrigno.
Un unico altro colore, il verde, scelto come riferimento alla cromia della copertura ramata della chiesa del Michelucci a Arzignano, viene qui declinato in alcune varianti materiche: marmo verde imperiale in bagno e in cucina, pittura materica, tessuto e velluto.
Scheda progetto
Designer: AMAA Collaborative Architecture Office For Research And Development
Team di progettazione: partner: Marcello Galiotto, Alessandra Rampazzo
collaboratori: Francesca Fasiol, Costanza Favero, Serena Bolzan
Progetto: dicembre 2019 - marzo 2024
Realizzazione: 2021 - marzo 2024
Foto: Simone Bossi, Mikael Olsson