Il nuovo ingresso al Tokyo Institute of Technology (Tokyo Tech) di Ookayama è un inno alla natura e all’internazionalizzazione voluto dalla comunità per accogliere la diversità e condividere le scoperte scientifiche a livello globale. Caratterizzata una copertura-scultura che degrada dolcemente verso il terreno fino a diventarne parte, l’Hisao & Hiroko Taki Plaza - pensato come luogo adatto a favorire lo scambio tra studenti giapponesi e internazionali - è uno spazio dai contorni imprecisi che rispecchia il paesaggio del campus e, contemporaneamente, rende chiare le intenzioni del nuovo centro polifunzionale. Chiamato anche Taki Plaza, l’edificio multilivello si inserisce perfettamente nel contesto ricco di filari di ciliegi e ginkgo intervallati da ponti artificiali e con verdi rampicanti che avvolgono le preesistenze adiacenti. Kengo Kuma riutilizza la tecnica del volume in sezione - l’Asakusa Culture Tourist Information Centre di Tokyo ne è un chiaro esempio - per creare una collina artificiale disegnata da un tetto giardino che vede gradoni incastonati tra loro susseguirsi come fossero stecche di un grande ventaglio piegato dal vento. La caratterizzazione naturale del sito ha portato gli architetti a vedere la silhouette del centro come il delta di un fiume che si riversa esponendo la struttura contorta a supporto della copertura, utilizzata architettonicamente per regalare fluidità al paesaggio architettonico interno e mettendola in relazione con la grande espressività dell’esterno.

L’armonia risonante tra interno ed esterno si espande oltre i confini del costruito incastonandosi nel terreno circostante per ridurne l’impatto verticale. Infatti, un requisito del nuovo volume ha visto la torre dell’orologio dell’edificio principale diventare un vincolo storico-architettonico da preservare in termini visivi. Con un’altezza di 127,4 metri, la torre e il complesso su cui si imposta sono stati sottoposti a vincolo nel 2013, oggi definiti proprietà culturale tangibile e registrati all’Agenzia per gli affari culturali del Giappone. Per questo motivo, il Taki Plaza è parzialmente seminterrato per ovviare al problema prospettico che si sarebbe creato altrimenti. La copertura, che dal fronte sembra raccontare le curve di livello di un promontorio parzialmente verde, genera una nuova topografia antropica che mescola le necessità spaziali del centro per l’internazionalizzazione con i limiti di altezza e salvaguardia delle preesistenze. Gli interni continuano il racconto progettuale esterno con una suddivisione funzionale che guarda sempre alla metafora naturale. Come se si trattasse di un albero, il livello sotterraneo B2 è uno spazio per eventi che affonda le radici nel terreno assorbendone acqua e nutrimento. Questo è il piano dove l’interazione tra pari produce nuove e molteplici ispirazioni. Il livello superiore, sempre interrato, ospita l’area di studio all’esterno e di supporto alla carriera ed è il tronco che resiste agli elementi. Al B1 gli studenti imparano a conoscere sé stessi e il mondo, ricercando proattivamente nuove conoscenze utili al superamento dei propri ostacoli personali. Il primo piano, fuori terra, è un ramo fiorente che approfondisce l’interazione con altri individui. A questo livello ci sono la caffetteria, l’area dell’arte pubblica e gli uffici amministrativi. L’ultimo piano è invece dedicato alla ricerca e allo sviluppo. Il frutto dell’albero coltivato dal piano B2 a quello più alto è metafora del coronamento di tutte le esperienze condivise; proprio per questo all’ultimo livello si trovano le sale studio di gruppo.

Il grande atrio unisce tutti e quattro i livelli usufruendo anche di una grande scala di collegamento tra i piani, dal primo all’ultimo. Inoltre, ciascun piano è anche dotato di un collegamento diretto esterno per una miglior fruizione del centro. La concatenazione di flussi concede la visione di percorsi che attraversano il centro lungo tutti i piani, stimolando l’interazione tra le persone. Anche le finiture interne, morigerate e prettamente funzionali, danno l’idea di un volume pulito e minimale. Alla grande struttura di copertura di cemento armato verniciata di bianco fanno da contraltare gli arredi in legno chiaro, anch’essi parzialmente disegnati a lamelle come a richiamare l’ossatura della struttura del tetto. Sono lasciati a vista gli impianti dell’aria condizionata, tutti rigorosamente metallici, e i sistemi illuminotecnici su binario, che si sposano con i pannelli fonoassorbenti grigi installati tra le luci delle travi e i parapetti di lamiera metallica bianca. Le grandi porzioni vetrate offrono un continuo collegamento con l’ambiente esterno e aiutano la struttura a vivere di luce naturale anche ai piani seminterrati grazie alla scala di collegamento che amplifica la quota parte di cielo visibile migliorandone l’esposizione. Questa condizione promuove attività come il co-learning e i workshop collaborativi, che possono essere svolti simultaneamente su diversi livelli dell’edificio. Lo spazio costruito passa in modo fluido con divisioni spaziali ambigue, stimolando i sensi degli utenti sia visivamente che fisicamente. Per il Tokyo Tech la costruzione del Hisao & Hiroko Taki Plaza è la realizzazione di un sogno coltivato dal 2016, quando l’idea di potenziare ulteriormente gli scambi internazionali è diventata uno dei pilastri principali della nuova riforma universitaria giapponese. Grazie al contributo tempestivo sia in termini di spirito che di finanziamento dell’ex alumno Hisao Taki, presidente e direttore di Gurunavi Inc., oggi il campus giapponese di Ookayama può vantare un nuovo punto di incontro per lo scambio internazionale utile all’apprendimento di tutti gli studenti del campus.

UN PUNTO DI AGGREGAZIONE VERTICALE CHE RIPORTA ALLE COLLINE GIAPPONESI
La copertura dell’Hisao & Hiroko Taki Plaza è una scultura architettonica che degrada dolcemente verso il terreno fino a diventare parte di esso. La rototraslazione della struttura regala armonia e movimento al volume, generando l’idea di un avvicinamento alla natura nonostante le caratteristiche prettamente antropiche. La struttura principale che supporta la copertura e definisce gli spazi interni è risolta da un sistema a graticcio composto da pilastri di cemento armato 50x50 cm e travi primarie svasate che partono da 50 cm fino a raggiungere 1 metro di altezza in corrispondenza della parte alta dell’edificio. A completamento del volume, travi secondarie 70x22 cm si inseriscono nella luce delle travi primarie per supportare il sistema impiantistico all’interno e i gradoni pedonali del tetto. Dall’esterno, le gradinate sfalsate e rototraslate rispetto al punto di vista dell’osservatore fanno apparire la copertura del nuovo centro polifunzionale come un grande ventaglio mosso dal vento. Con grande maestria Kengo Kuma utilizza il disegno in sezione per poi deformarlo e dettagliarlo così che sia leggibile come una grande collina artificiale fatta di momenti a verde pieno e percorsi praticabili. La copertura per Kuma è un grande spalto utilizzabile dai fruitori del centro come punto di aggregazione, quasi fosse un’estensione dell’antistante Taki Plaza che si sviluppa sul piano verticale. Tutti gli elementi visibili in copertura sono assemblati su un intricato sistema di profili pressopiegati che cambiano sulla scorta dell’esigenza strutturale. Dove ci si può sedere, la struttura è fissata direttamente alle travi di cemento armato tramite un connettore metallico e una trave IPE 300 cui convergono tutti i carichi orizzontali. Nelle aree con le vasche colme di vegetazione i profili pressopiegati si moltiplicano per creare l’effetto gradinata alternandosi in termini di dimensioni e tipologie, infine scaricando il peso sempre sui profili IPE che supportano i gradini. Dove invece la copertura non è accessibile, la struttura si alleggerisce così come la descrizione geometrica degli elementi, priva di verde e gradini ma solo di grandi flange che sembrano essere sospese.

Scheda progetto
Committente: Tokyo Institute of Technology
Opening: 12 dicembre 2021
Area: 4.879 mq
Architetto: Kengo Kuma & Associates
Design Team: Toshiki Meijo, Keita Watanabe, Kosuke Tanaka, Shiho Yoo, Fumiya Kaneko
Strutture (progettazione): Kanebako Structural Engineers
Impianti (progettazione): Ptmorimura & Associates, Ltd
Costruzione: Kajima Corporation, Daiei Denki, Hibiya Engineering
Photos: Kawasumi Kobayashi Kenji Photograph Office
Text: Marco Pesenti

Arketipo 155, Involucri, aprile 2022