L’hotel Jakarta, progettato dallo studio olandese SeARCH, è situato sulla banchina dell’Isola di Giava, quartiere di Amsterdam che simboleggia lo storico legame tra l’Olanda e l’Indonesia; in passato fu luogo di fondamentale importanza commerciale dove, fino alla metà del XX secolo, arrivavano gli immigrati dopo il lungo viaggio dall’Indonesia. La penisola fu creata con il dragaggio delle acque alla fine del XIX secolo e fu utilizzata per i servizi di navigazione durante il periodo d’oro dei commerci con l’Asia, operati dalla compagnia per le Indie Orientali Olandesi. La Seconda Guerra Mondiale e la seguente indipendenza dell’Indonesia segnarono l’interruzione dei commerci con il sud-est asiatico e il progressivo abbandono dell’area. All’inizio degli anni ’90 venne iniziato un progetto di demolizione e riqualificazione, su iniziativa dell’architetto Sjoerd Soeters, volto al riutilizzo di questa porzione di città con vocazione residenziale. L’area prese il nome di Isola di Giava a testimoniare il legame con l’Indonesia, paese di provenienza della più grande minoranza etnica d’Olanda. In linea con il progetto di riqualificazione dell’area, la città di Amsterdam ha indetto una gara d’appalto per la progettazione di un hotel unico dal punto di vista architettonico e della sostenibilità, ibrido nel programma e capace di ospitare funzioni private e pubbliche. Il progetto di SeARCH in collaborazione con WestCord Hotels, giudicato vincitore dalla giuria della gara, prevede la realizzazione di un edificio privato ma con un carattere fortemente pubblico, innovativo, aperto alla città e fruibile. L’elemento di gran lunga caratterizzante l’esperienza architettonica di clienti dell’hotel e visitatori occasionali è il giardino subtropicale, cuore pulsante e rigoglioso del piano terra, elemento che fornisce una quinta scenica inaspettata all’interno dell’edificio.

La sensibilità per la natura si combina al pensiero innovativo e integrato dei progettisti, aspetti essenziali nel concepire un progetto interamente in legno, secondo un criterio di totale prefabbricazione a soddisfare i più elevati parametri di sostenibilità ambientale, senza precluderne l’identità architettonica. Il programma integra funzioni pubbliche e private permettendo la fruizione a un pubblico misto. L’edificio di 17.000 mq si innesta sul piano cittadino con un piano interrato, adibito a parcheggio, con locali di servizio e si erige per un massimo di dieci piani fuori terra. L’accesso all’edificio è garantito su tutti i lati attraverso una facciata trasparente che avvolge il volume costruito e si apre sul patio interno vegetato. Il basamento a livello cittadino è in parte terrazzato per favorire la fruizione degli spazi e la realizzabilità del giardino tropicale, che si sviluppa lungo l’asse longitudinale dell’edificio. Questo è il centro dell’hotel, ne migliora la qualità dello spazio interno e funge da regolatore di temperatura sia in estate che in inverno. Intorno a questa oasi tropicale si distribuiscono esercizi commerciali come un ristorante, bar, caffetteria, pasticceria e servizi di vario tipo quali una piscina e spazi benessere, un centro conferenze a garantire un insieme funzionale eterogeneo e completo in cui il patio centrale funge da elemento di unione. Dal piano terra si accede ai piani superiori adibiti a hotel. Un ballatoio sospeso sul verde del giardino tropicale connette le 200 camere di hotel disposte in successione e affacciate sul fiume. La pelle con vetro singolo dei balconi attutisce i rumori e protegge dai forti venti provenienti dal mare aperto che colpiscono il sito. Nel punto più alto dell’edificio, la pianta triangolare ospita lo sky-bar completamente rivestito di vetro. La sua punta è un vetro curvo a doppio strato con un raggio esterno di soli 600 mm.

Il tetto è in vetro a triplo strato. Facciata e tetto sono uniti da un dettaglio sottile vetro su vetro, che lascia visibile la costruzione interna in legno della facciata continua. La progettazione dell’hotel Jakarta ha richiesto un’attenzione particolare dal punto di vista della sostenibilità. Unico nel panorama architettonico olandese, l’edificio raggiunge i 30 metri ed è costruito interamente con struttura in legno e un approccio di prefabbricazione che prevede l’arrivo in cantiere dei moduli delle camere d’hotel semi-finiti. D’interesse è anche l’uso di prodotti industrializzati in bambù per le principali finiture interne. Lo studio è stato capace, forte di un approccio integrato tra architettura e ingegneria, di realizzare un edificio performante certificato BREEAM Excellent in cui alcune soluzioni quali il giardino tropicale, la pelle vetrata o la disposizione di pannelli BIPV sono parte di una strategia ambientale efficace e al contempo contribuiscono positivamente alla definizione dell’identità architettonica. Circa 700 mq di pannelli fotovoltaici integrati nell’edificio (BIPV) rivestono le facciate sud ed est dell’hotel Jakarta. I 350 pannelli fotovoltaici sono completamente integrati nel design delle logge poste all’interno di una doppia facciata vetrata che simultaneamente ne ripara l’affaccio, garantendo la vista sul fiume. La vetrata esterna a vetro singolo è accompagnata da una vetrata interna con gas e triplo vetro; lo spazio compreso funge da buffer climatico che protegge gli ambienti interni contro l’irraggiamento solare estivo e massimizza i guadagni invernali. Il tetto in vetro che copre l’atrio contiene 300 mq di celle BIPV trasparenti al 50% le quali producono energia e fungono da ombreggiamento per il giardino interno subtropicale. Altre strategie per la riduzione dell’impatto ambientale e l’efficientamento dell’edificio riguardano la produzione di energia termica e frigorifera per la climatizzazione mediante sistemi a pompa di calore, il recupero dell’acqua piovana e il riutilizzo delle acque grigie per l’irrigazione del giardino interno.

PREFABBRICAZIONE E MODULARITÀ
SeARCH da tempo approfondisce i temi di industrializzazione ed efficientamento nella produzione architettonica, visti dietro la lente della prefabbricazione. Nell’hotel Jakarta l’obiettivo dello studio è quello di raggiungere un equilibrio tra espressione architettonica e prefabbricazione attraverso l’uso del modulo, affinché il progetto possa beneficiare dei vantaggi della modularità, senza risultare impoverito dall’uso di elementi standard. La specificità della tipologia hotel, caratterizzata dal principio della ripetizione, ha favorito l’uso di un approccio di prefabbricazione modulare in 176 delle 200 camere di hotel. Ciò ha richiesto estrema precisione e capacità di controllo del progetto, ma ha permesso il raggiungimento di elevati obiettivi di qualità architettonica ed efficienza. Attraverso il BIM e una oculata ingegnerizzazione i moduli sono stati prima prototipati digitalmente, poi costruiti in magazzino con l’ausilio di robot, dove è stato possibile controllarne la qualità dell’esecuzione e ridurre gli errori. Le camere sono state predisposte con tutti i cablaggi elettrici e collegamenti impiantistici. In ultima istanza i parallelepipedi da 30 m2 sono stati trasportati su strada fino al cantiere con furgoni convenzionali e senza la necessità di speciali permessi; la finalizzazione dei lavori ha richiesto solamente tre settimane. Oltre agli aspetti citati precedentemente, la scelta di impiegare moduli prefabbricati è riconducibile anche alla necessità di mitigare l’impatto del cantiere sul quartiere, in termini di tempo e acustica, data la vicinanza con residenze e una scuola primaria. Inoltre, la velocità di esecuzione ha garantito agli investitori la possibilità di rendere operativo l’hotel con circa sei mesi di anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Riflettendo sull’impiego della prefabbricazione in architettura SeARCH afferma come questo paradigma sia in forte evoluzione e sempre meglio adattabile a progetti con tipologie e scale architettoniche differenti. Con il progressivo sviluppo delle tecnologie per l’industrializzazione della produzione edilizia e degli strumenti per il controllo del progetto, gli architetti prevedono sarà possibile garantire una qualità architettonica sempre maggiore e un puntuale controllo della sostenibilità economica e delle risorse impiegate per la costruzione.

SOSTENIBILITÀ COSTRUITA: LEGNO E BAMBÙ
Oltre alla progettazione efficiente dal punto di vista energetico, si è prestata molta attenzione alla materializzazione dell’edificio, in particolare alla scelta di materiali bio-based, a bassa emissione di CO2 o addirittura negativi. La strategia prevede la combinazione di una struttura in legno, prevalentemente prefabbricata e finiture in bambù. Ogni materiale è utilizzato nel modo migliore secondo le sue proprietà: gli elementi strutturali sono in legno, che ha fibre dense e molto resistenti, ma richiede più tempo per crescere; le finiture (pavimenti, controsoffitti, rivestimenti…) che non hanno funzione strutturale sono realizzate con prodotti in bambù per l’aspetto e la sostenibilità di tale pianta a crescita veloce. Per questo motivo, per la struttura dell’hotel è stato utilizzato legno certificato europeo (CLT e legno lamellare) e per le finiture prodotti di bambù Moso® Bamboo. I 2.100 mc di legname strutturale installati nell’hotel bloccano circa 1.700 tonnellate di CO2. D’altra parte, i 165 mc di materiali ricavati dalla pianta del bambù bloccano circa 200 tonnellate di CO2. I prodotti in bambù sono estremamente duri (due volte più del legno duro), il che li rende adatti ad aree ad alto traffico, e facilmente industrializzabili con tecniche simili a quelle impiegate per il legno. Dopo 4-5 anni gli steli di bambù sono pronti per essere raccolti, vengono divisi longitudinalmente in strisce e la pelle esterna (corteccia) viene rimossa. Le tre principali tecniche di trasformazione industriale sono:
- alta densità: le strisce di bambù vengono schiacciate e poi incollate ad altissima pressione. Questa compressione aumenta la densità - da circa 700 kg/m³ a più di 1.000 kg/m³ - rendendo il prodotto finale molto più duro;
- plain pressed: nella versione “pressate in piano” le strisce di bambù sono posizionate orizzontalmente e incollate tra loro;
- side pressed: nella versione “pressate lateralmente” le strisce di bambù sono posizionate verticalmente e incollate tra loro.
Esistono già prodotti strutturali in bambù sebbene al momento non siano convenienti da un punto di vista economico e di sostenibilità a causa dell’elevato quantitativo di energia e colle necessari per la produzione di elementi con caratteristiche strutturali all’altezza del legno.

Scheda progetto
Committente: Westcord Hotels
Area: 16.500 mq
Anno: 2018
Progettisti: SeARCH
Ingegnere strutturale: PBT
Creative director: SeARCH
Design concept: SeARCH
Construction manager & on site architect: SeARCH
Building physics: dgmr
Costruttore: Bouwbedrijf M. J. de Nijs & Zonen
Manufacturers: MOSO, Finesse, VPT Versteeg
Project architect: Bjarne Mastenbroek, Kathrin Hanf
Build time: 14 months
Larghezza: 46 m (largest point)
Lunghezza: 92 m
Altezza: 30 m
Awards: Gouden A.A.P. 2019 (Amsterdam Architecture Prize), Green Good Design Award 2019, the Chicago Atheneum, Hotel Jakarta Public building of the year 2018 - Architectenweb, International Architecture Award 2018, the Chicago Atheneum, MasterPrize 2018, Architectural Design/Green Architecture, WAF Award 2018, Best Hotel and Leisure Architecture
Photos: Ronald Tilleman, Iwan Baan, Lior Teitler

Arketipo 166 Giugno 2023, Off-site