(Photo by Jacopo Riccesi)

Slow Horse è una struttura ricettiva che sorge a sud-ovest di Piancavallo, stazione sciistica delle Alpi Carniche sorta negli anni Settanta. Il lotto di progetto, dalla forma triangolare, è situato sul margine urbano della località turistica friulana confinante a nord con il territorio montano aperto sulla vallata di Barcis: un contesto caratterizzato da un immenso potenziale paesaggistico. Sul lotto insisteva una piccola e anonima foresteria di due piani fuori terra costruita negli anni Ottanta e mai veramente completata in tutte le sue parti, annessa al palaghiaccio Palapredieri.

(Photo by Jacopo Riccesi)

La sfida lanciata dal committente (con un concorso a inviti) e vinta dal progetto degli Elasticospa+3 è stata duplice: dare, con un intervento di ampliamento e trasformazione della struttura preesistente, nuova identità alla località segnata dal turismo di massa e, al contempo, costruire l’edificio nel breve volgere di una stagione, contenendo al massimo i tempi di cantiere per fare tesoro dei mesi estivi.

(Photo by Jacopo Riccesi)

Mantenendo la struttura di connessione tra la foresteria e il palaghiaccio, l’intervento ha previsto la demolizione del primo piano della preesistenza, la ristrutturazione del piano terra e la costruzione dell’ampliamento ai piani soprastanti. Il secondo interrato dell’edificio esistente, riempito con le macerie prodotte dalla demolizione, è utilizzato come fondazione del nuovo volume.
L’edificio preesistente, le cui facciate sono state completamente rimaneggiate sia nelle aperture che nei materiali, diventa il solido basamento lapideo della costruzione soprastante e ospita l’ingresso alla nuova struttura e una serie di funzioni connesse con la gestione e i servizi dell’hotel (caffetteria, ristorante, area colazioni espandibile all’esterno durante la bella stagione in un’area pavimentata e coperta). Una grande attenzione è riposta nella progettazione degli spazi di accesso sia per quanto riguarda le soluzioni architettoniche sia per la scelta dei materiali nel tentativo di ricreare una rapporto ricercato tra interno ed esterno della foresteria.

Il nuovo edificio, una scultorea massa realizzata con struttura e rivestimento di legno di larice, scavalca letteralmente le parti esistenti. Esso sorge su una piattaforma rialzata di 5 metri sostenuta dai vani scala e da sette massicci tripodi di pilastri inclinati di calcestruzzo armato. Una soluzione strutturale che riprende ed esaspera quella adottata da Carlo Mollino negli anni Cinquanta nel noto progetto della Casa Capriata a Gressoney Saint Jean, esplicito riferimento di questo progetto.

(Photo by Jacopo Riccesi)

Il volume aggiunto è articolato in due ali, una rivolta a est, verso la vallata di Barcis, l’altra verso sud, dove si sviluppa il centro di Piancavallo, generando una pianta a V che riprende la forma triangolare del lotto. Al primo piano, un ampio spazio a tripla altezza, funge da centro per la distribuzione delle trentasette camere dell’albergo distribuite attraverso ballatoi. Lo spazio vuoto dell’atrio mette in comunicazione visiva i diversi livelli, consentendo ai visitatori di rapportarsi sempre con la grande copertura di legno che lo caratterizza. Fulcro dell’edificio è un luogo accogliente, che si apre con ampie vetrate verso le piste da sci e lo spazio esterno; è una seconda hall organizzata con divani e sedute intorno a un grande camino e utilizzata solo dagli ospiti dell’albergo. Caratterizzato da un rivestimento in ferro battuto (con molature e bulloni lasciati volutamente a vista) che si sviluppa intorno al focolare, il camino prosegue a destra e sinistra con due ampie panche che riprendono gli assi portanti della copertura.

(Photo by Jacopo Riccesi)

Al tetto, con la sua forma movimentata fatta di picchi e avvallamenti e cangiante con le stagioni, è affidato il compito di dialogare con l’ambiente circostante, soprattutto le montagne scolpite nei millenni dai flussi dei cicli del gelo e disgelo.
La copertura, visibile per le sue grandi dimensioni anche dalle piste da sci e dai sentieri che si snodano sui versanti delle vicine montagne, interagisce “creativamente” con gli elementi caratteristici dell’ambiente naturale e del clima montano (l’acqua, il ghiaccio e la neve) attraverso geometrie complesse create da un sistema di piani inclinati. Grazie al sapiente studio delle falde e dei compluvi, per esempio, la neve e l’acqua vengono convogliate tra le due ali delle camere e, d’inverno, formano spontaneamente enormi stalattiti di ghiaccio che arricchiscono l’ambiente di una effetto spettacolare, particolarmente godibile dalla hall del primo piano.

(Photo by Jacopo Riccesi)

In rapporto alle viste e all’ottimizzazione della captazione solare è pensato l’orientamento delle camere distribuite nella due ali, la foratura dell’involucro (con le sue ampie finestre a sud e gli abbaini appuntiti di dimensioni variabili a nord-est) e il trattamento delle facciate.
Il fronte sud è rivestito con doghe di legno di larice che donano alla costruzione un aspetto domestico e montano e permettono un dialogo con gli edifici residenziali prospicenti. La superficie del tetto/facciata che definisce il fronte nord-est è, invece, rivestita in scandole di ardesia di piccole dimensioni e funge da elemento distintivo dell’edificio in un paesaggio privo di identità, dove la gran parte dei manti di copertura sono risolti con guaine ardesiate o con lastre metalliche.

(Photo by Jacopo Riccesi)

Nel progettare la struttura, gli Elasticospa+3 si sono focalizzati, oltre che sulla qualità degli spazi comuni (l’atrio a tripla altezza e l’ingresso), su quella delle camere, tessere fondamentali per il buon funzionamento di tutto l’impianto, dove varietà tipologica e comfort ambientale sono studiati con particolare attenzione. Mentre le camere a sud hanno a disposizione una generosa loggia, parzialmente protetta da brise-soleil, quelle che affacciano a nord-est compensano le minori ore di insolazione con la vista verso la vallata di Barcis attraverso i grandi abbaini triangolari. La pavimentazione delle camere è, in parte, di gres ceramico colore cotto frammisto a un getto di prodotto cementizio colore grigio antracite e, in parte, di legno di larice. Le pareti sono tinteggiate con campiture di colore verde su fondo bianco, generando spazi molto luminosi e accoglienti.