Fujimoto

È Sou Fujimoto in prima persona a indicare l'origine del progetto per la House of Music di Budapest: "Siamo rimasti incantati dalla moltitudine alberi nel parco cittadino e ispirati dallo spazio che creano. Mentre la fitta copertura copre e protegge l'ambiente sottostante, consente anche ai raggi del sole di raggiungere e illuminare lo spazio. Ho immaginato così una pianta aperta, dove i confini tra interno ed esterno si confondono, come se rappresentasse la continuazione dell'ambiente naturale".
Un passo indietro: il progetto di Suo Fujimoto da parte di uno dei più grandi sviluppi culturali d'Europa, il Liget Budapest Project, intervento a scala urbanistica che intende trasformare e aggiornare l'esperienza cultura nella capitale ungherese attraverso il rinnovamento di diverse istituzioni culturali e l'inaugurazione di nuovi progetti all'interno del parco verde della città. In questo contesto si inserisce dunque la Casa della Musica, inaugurata a fine gennaio e distribuita su circa novemila metri quadrati.

Per la sua progettazione, lo studio Suo Fujimoto si è ispirato alla sinergia tra suono e natura, presentando l'intervento come se fosse la naturale continuazione del parco. Dal punto di vista strutturale, la facciata è circondata da una successione di pareti vetrate, scelta motivata dalla volontà di rendere l'involucro traslucido e che minimizzi i confini fra interni ed esterni. I prospetti sono così realizzati da 94 pannelli realizzati su misura termoisolanti e senza partizioni orizzontali, fino a raggiungere i 12 metri di altezza in alcuni punti del progetto.

Punto di forza e segno caratteristico del progetto è inoltre la copertura, una struttura ondulata che nel suo movimento cambia altezza e si vuole posizionare a un livello più basso rispetto al parco cittadino. Definito dalla successione di oltre 30mila foglie decorative incastonate nel controsoffitto e fissate nella struttura in acciaio composta da mille elementi a nido d'ape, il manto di copertura è intervallato da quasi cento fori. Pensate come 'crateri', queste aperture sul tetto, mentre fanno sì che gli alberi del parco diventino un tutt'uno con la struttura, permettono alla luce naturale di raggiungere gli interni, "creando un'atmosfera speciale e dando ai visitatori la sensazione di camminare fra gli alberi", continuano dallo studio di Suo Fujimoto.

Per quanto riguarda il fabbisogno energetico, l'involucro ospita un innovativo sistema di riscaldamento e raffreddamento, basato soprattutto sulla geotermia e sullo sfruttamento di altre fonti rinnovabili.
Dal punto di vista compositivo, la House of Music si articola su tre livelli distinti, come chiaro riferimento alla ai movimenti della partitura musicale: il livello interrato è dedicato a spazi per mostre permanenti e temporanee; il piano terra è pensata come una sala da concerto e comprende anche un palcoscenico all'aperto, mentre il primo piano è dedicato agli spazi educativi.
Frutto di un lungo percorso di ricerca è la 'cupola sonora emisferica', come raccontano dallo studio Fujimoto, "il concetto alla base del progetto per la cupola è ispirato dal compositore del Ventesimo secolo Karlheinz Stockhausen, che ha creato la prima esperienza sonora 3D sotto forma di sala da concerto sferica e ha debuttato all'Esposizione Universal di Osaka del 1970. Progettata come un'esperienza immersa, la cupola può ospitare fino a 60 visitatori, ospitati per sperimentare il suono surround a 360 gradi, emesso da ogni direzione attraverso più di 31 altoparlanti, creando pareti sonore simili a un ologramma". In questo caso, utilizzando anche un proiettore, il visitatore potrà sperimentare un'installazione sonora composta da suoni caratteristici della natura ungherese e del bacino dei Carpazi.

Più nello specifico, il piano terra ospita due sale da concerto coperte, fra cui la più piccola può essere usata anche come spazio per conferenze e laboratori. La più grande, pensata anche per la sperimentazione musicale, ha invece una capienza di 320 posti ed è equipaggiata con un palco movimentabile, Il palcoscenico all'aperto, pensato per ospitare concerti sia nelle ore diurne che serali, è studiato in modo tale che gli appuntamenti musicali possano essere fruibili anche da parte degli ospiti che si saranno accomodati sulla collina di fronte al palco. "Agata Acoustics, nota per il progetto acustico per la Walt Disney Concert Hall a Los Angeles e per la Elbphilarmonie di Amburgo, ha affrontato con Sou Fujimoto le sfide di questo progetto, creando una parete a zigzag che consente al suono in ingresso di riverberare e disperdersi indirettamente dal vetro, producendo così un suono omogeneo", approfondisce lo studio.
La parte del progetto dedicata al percorso educativo comprende una biblioteca multimediale di ampie dimensioni, oltre ad aule per laboratori e lezioni di diverse dimensioni, sia per gruppi di studenti che per singoli appassionati.