La Scuola Elementare Rodari si trova a Rimini all’interno in un tessuto fortemente urbanizzato del quale rappresenta il fulcro sociale principale essendo sia polo scolastico che sportivo e ricreativo. Si tratta di un edificio scolastico del 1977 composto da due corpi di fabbrica, uno adibito a scuola e uno adibito a palestra con annessi servizi tecnici e funzionali, uniti da un percorso coperto con tettoia. Gli edifici sono stati già oggetto di precedenti interventi edilizi di ristrutturazione l’ultimo dei quali, eseguito nel 2015, ha migliorato il comportamento sismico installando contrafforti esterni in acciaio a forma di vela. Le particolari finestrature presenti sulle facciate con la loro scansione e il loro posizionamento determinano la cifra stilistica e formale propria degli edifici.

Il progetto, curato dall'ingegnere Sergio Pesaresi e dal suo studio, ha basato la riqualificazione energetica sulla realizzazione di un involucro molto performante che possa diminuire il fabbisogno energetico utile e, quindi, il carico termico, e possa aumentare, nel contempo, il comfort abitativo. Nel dettaglio, sono stati utilizzati pannelli Multipor in idrati di silicato di calcio dello spessore di 24 cm per la coibentazione in intradosso delle aule della scuola poste al piano terra al di sotto dei due terrazzi (in questo caso abbinati a controsoffitto in lana di roccia) e della palestra. Accanto all’intervento sull’involucro sono stati effettuati due interventi impiantistici di rilievo, quali la sostituzione della caldaia esistente e la posa di pannelli fotovoltaici in copertura per la produzione di energia rinnovabile. L'intervento in progetto ha avuto cura di limitare l’impatto sul profilo formale-architettonico degli edifici, al fine di mantenerne e assicurarne le peculiarità morfologiche e distributive.

Il nodo critico che ha richiesto una progettazione di dettaglio è stato l’isolamento termico da realizzare sulla faccia interna dei solai di copertura delle aule e della palestra. Le difficoltà che si sono presentate erano molteplici:
- i solai erano realizzati con tegoloni a forma di ϖ che presentavano quindi costole interne che, se non coibentate adeguatamente, potevano essere causa di ponti termici lineari;
- per poter avere accesso al Conto Termico 2.0 era necessario ottenere un valore della trasmittanza particolarmente basso;
- trovandosi in zona sismica il peso del pacchetto isolante doveva essere limitato a una quota-parte del peso attuale così da non incrementare troppo le forze sismiche di calcolo;
- l’isolamento dall’interno poteva essere causa di condense interstiziali (e spesso lo è) e quindi il comportamento termo-igrometrico della sezione andava verificato in regime dinamico e non in stazionario (è stato utilizzato il programma Wufi Pro), tenendo conto delle caratteristiche del materiale utilizzato e soprattutto, particolare non secondario, del fatto che sul lato esterno era presente un’impermeabilizzazione realizzata con guaina bituminosa che fungeva quindi da barriera al vapore;
- la risoluzione dei ponti termici che si potevano verificare in corrispondenza della gronda dove si colloca la sezione di passaggio fra il cappotto esterno e l’isolamento interno (schematizzati e risolti con il programma Therm);
- la necessità di realizzare all’intradosso del pacchetto isolante un freno al vapore o almeno una tenuta all’aria per evitare l’instaurasi di un meccanismo di trasporto del vapore per convezione all’interno del pacchetto isolante;
- tutti i materiali installati (tenuta all’aria/freno al vapore, pannello isolante, colle…) dovevano essere ignifughi per adempiere alla normativa antincendio relativa agli edifici scolastici;
- la spesa dell’intervento doveva essere limitata per rimanere all’interno dell’importo previsto dal quadro economico redatto in sede di progetto preliminare.

Tanti problemi, dunque, e tutti particolarmente complicati da affrontare e da risolvere. La soluzione progettuale scelta ha previsto l’impiego di pannelli isolanti e traspiranti in idrati di silicato di calcio Multipor, che vengono prodotti da materie prime naturali come sabbia, calce e acqua, con l’aggiunta di una piccola percentuale di cemento e additivi porizzanti, tramite un processo sostenibile con minimo consumo di energie. Il risultato è un isolante leggero (porosità superiore al 95% in volume), salubre (esente da fibre nocive e da materiali sintetici), traspirante e incombustibile, caratteristiche che nel panorama degli isolanti tradizionali non convivono mai nello stesso prodotto.
La scelta di questo materiale per il progetto di isolamento a soffitto della scuola Rodari ha comportato numerosi vantaggi:
- bassa massa volumica lorda a secco: 100-115 kg/mc
- bassa conduttività termica: 0,042 W/mK
- ottima reazione al fuoco: euroclasse A1/non infiammabile
- innocuo sotto il profilo microbiologico con effetto inibente contro funghi e microrganismi e totalmente riciclabile. Certificazione Natureplus
- elevate proprietà igroscopiche e alta porosità (> 95%)
- la tenuta all’aria può essere realizzata con la posa dell’apposita malta Multipor, realizzata con lo stesso materiale
- essendo materiale ad alta igroscopicità non sono necessarie barriere al vapore

Grazie alla sua struttura porosa e alla capacità di regolazione igroscopica che ne consegue, Multipor si applica agevolmente a tutti i supporti come isolamento interno, senza barriera al vapore, garantendo sempre il massimo comfort dell’abitare nel risparmio di risorse naturali ed economiche.