Il cantiere di bonifica | |
A cura di Carlotta Eco e Dario Semeraro
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SCHEDA PROGETTO Luogo: Rho-Pero Introduzione Il cantiere di bonifica tra tecnologia, riqualificazione del territorio e impatto ambientale In Italia, le bonifiche di siti contaminati, in particolare da idrocarburi, sono relativamente recenti. Le tecniche di bonifica sono in una fase di pieno sviluppo: quella ambientale è infatti una scienza giovane, cronologicamente successiva e conseguente allo sviluppo delle tecnologie generatrici di contaminazione. Si tratta in ogni caso di un problema di grande attualità , in primo luogo per gli aspetti legati alla riqualificazione e progettazione del territorio: molti siti ex-industriali sorgono su aree un tempo periferiche, che ora, con l'espandersi dei nuclei urbani, diventano aree dal fortissimo interesse strategico. Basti pensare, per citare un esempio recente, alla nuova fiera di Milano, che sorge sull'area originariamente occupata dalla raffineria di Rho-Pero. In secondo luogo, bisogna considerare il fortissimo impatto che ogni stabilimento ha avuto sull'ecosistema su cui sorge e sulla vita quotidiana degli abitanti. Storicamente, infatti, si è sempre pensato a situare strategicamente, costruire e sviluppare, anche in relazione allo sviluppo economico locale, quelli che sarebbero stati i punti chiave dell'economia energetica del paese (tra cui Marghera, Ravenna, Falconara, Priolo Gargallo, Gela), senza sviluppare di pari passo una riflessione su quello che sarebbe stato il loro impatto ambientale. La contaminazione La contaminazione da idrocarburi può avere diverse cause, tutte legate alle attività specifiche svolte nel sito in oggetto: è sufficiente che un tubo perda o che si buchi un serbatoio per generare importanti contaminazioni del sottosuolo. La contaminazione migra nel terreno fino a raggiungere la falda acquifera. Una volta raggiunta la falda, l'andamento della contaminazione può dipendere dalla solubilità dei composti sversati come anche dalle caratteristiche di permeabilità del terreno. Gli interventi di bonifica sono volti al ripristino sia del terreno sia della falda acquifera. Tipologie di bonifica Gli idrocarburi sono i composti principali del petrolio e del gas naturale. Essi sono costituiti da due soli elementi: carbonio ed idrogeno. I composti idrocarburici si differenziano sulla base delle diverse catene che si generano dai legami carbonio-idrogeno. Per i siti contaminati da idrocarburi gli interventi di bonifica possono essere di quattro differenti tipologie: chimici, fisici, termici e biologici. I trattamenti chimici intervengono sul contaminante riducendone la tossicità o la mobilità ; i trattamenti fisici sono volti alla separazione del contaminante dalla matrice in cui si trova (il terreno se è solida, la falda acquifera se è liquida). Nel caso del trattamento termico la separazione dell'agente inquinante avviene mediante il desorbimento termico e la volatilizzazione, oppure attraverso distruzione mediante pirolisi, cioè un trattamento ad alte temperature, in ambiente povero di ossigeno, che porta alla decomposizione ed alla volatilizzazione dei composti organici. Un'ulteriore classificazione si basa sul luogo dove avviene il trattamento: in questo caso si distingue tra trattamento in-situ ed ex-situ. Nel primo caso, l'intervento di bonifica avviene direttamente sul luogo esatto della contaminazione; nel secondo caso il terreno viene scavato e rimosso. Il trattamento ex-situ si suddivide ancora in on-site, se esso avviene senza rimuovere il terreno, e off-site se gli impianti di trattamento sono situati altrove, ed è pertanto previsto uno spostamento del terreno anche di molti chilometri. I trattamenti biologici Nel dettaglio i trattamenti biologici si basano sulla proliferazione indotta dei microrganismi presenti nel sottosuolo che svolgono un'azione di degradazione dei composti organici. Le colonie batteriche attaccano i composti organici, formati da catene di idrogeno (H) e carbonio (C), che sono per loro fonte di nutrimento. La degradazione degli idrocarburi si basa su una complessa serie di reazioni, che porta a una continua trasformazione dei contaminanti organici e delle colonie batteriche. Le fasi che si susseguono sono sempre differenti tra loro. La reazione principale avviene grazie alla presenza nel terreno di ossigeno e porta alla formazione di molecole di anidride carbonica (CO2) o di acqua (H2O). Esempi di trattamenti biologici: bioventing e landfarming Le colonie batteriche sono naturalmente presenti nei terreni. Tuttavia, un freno al loro sviluppo è rappresentato dalla carenza di ossigeno necessario alla reazione con carbonio e idrogeno. Il proliferare delle colonie batteriche dovuto all'abbondanza di sostanza organica prosegue finché un altro elemento necessario per la reazione diventa scarso: l'ossigeno. L'attività microbica si riduce, quindi, in funzione del decremento delle concentrazioni di ossigeno. In queste condizioni vi sono due tipi di trattamento efficaci: il bioventing e il landfarming. Il bioventing avviene in-situ e consiste nel nutrire le colonie batteriche fornendo loro ossigeno - e in alcuni casi nutrienti minerali - stimolando in questo modo l'azione degradativa dei microbi. Operativamente il bioventing consiste nell'insuflaggio di aria nel terreno contaminato mediante una soffiante fuori terra collegata a lance conficcate nel suolo. Il bioventing è, a oggi, una delle tecnologie di bonifica più utilizzate, si caratterizza per i moderati costi di realizzazione, un impatto ambientale molto basso e la possibilità di essere inserito anche all'interno di siti ancora attivi. Scelta delle tipologie di bonifica I fattori che guidano la selezione delle tipologie di bonifica sono legati al genere di contaminante; alle caratteristiche del terreno contaminato; al contesto nel quale si opera; allo spazio disponibile per movimentazione e trattamento del terreno; e, infine, a considerazioni di tipo economico. Il valore di un sito pre e post bonifica può variare notevolmente: le attività di costruzione possono avere inizio solo una volta ottenuta la certificazione di avvenuta bonifica, quindi anche il fattore temporale connesso alle tempistiche di consegna delle aree gioca un ruolo determinante per la scelta della tecnologia. In ultimo va considerato il forte impatto che talune tecnologie di bonifica hanno sulle popolazioni che vivono in prossimità del sito da riqualificare. |
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